LEGGE PILLON
Rai 3, con il suo catto-comunismo femminista, mi fa incazzare anche quando c'è un disegno di legge che in parte non condivido. Il servizio, che segue il tratto comune di moda di demonizzare i maschi, fa passare per misogina la legge, perché, ostacolando il divorzio, sarebbe anti-femminile, giacché i divorzi, secondo il femminismo di Rai 3, sono aumentati perché ora le donne si ribellano (retorica femminista).Come se il divorzio non potesse chiederlo un uomo. Quello che non accetto del Disegno di legge Pillon è l'aspetto cattolico per cui il matrimonio è un fatto sociale (su questo sono ostile anche a Salvini) e non un'unione romantica. Per me questa è una bestemmia, solo il sentimento personale giustifica il matrimonio, niente altro, a fanculo i cattolici. Quindi sono ostile agli ostacoli al divorzio consensuale previsti dal disegno di legge Pillon. Anzi, per paradosso, sono contrario al divorzio non-consensuale proprio per la tutela del sentimento personale: va tutelato il sentimento, valore morale, non l'istituzione sociale detta "matrimonio", e va tutelato perché chi cambia i sentimenti è un truffatore, un mentitore, un possessore che si è stufato del giocattolo che ha usato fino ad allora, insomma che gioca egoisticamente con la vita altrui. Non doveva sposarsi. Il sentimento prevale moralmente sulla fine del sentimento, per me è così. Ma Rai 3 contesta come anti-femminile anche l'alienazione parentale, cioè il rifiuto dei figli di vedere un coniuge nella separazione. Si mette a discutere della scientificità o meno di tale definizione, quando la questione è solo di equità giuridica e sentimentale. Ovviamente escono fuori nel servizio su Rai 3 subito i mariti picchiatori e non il fatto che molte madri plagiano i figli contro i padri. Se non c'è prova di violenza da parte del padre, i figli, per legge, devono vedere entrambi i genitori. Su questo condivido il disegno di legge Pillon.
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