I DIRITTI DELL'UOMO
Le Dichiarazioni del 1789 e del 1948 non sono altro che la laicizzazione dello spirito cristiano universale e di un anacronistico Illuminismo che considerano l'uomo in astratto, come se fosse un'anima o una ragione senza corpo. "Gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti (art.1)..ogni associazione politica è la conservazione dei diritti naturali..Questi diritti sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione (art.2)..La libertà consiste nel poter fare tutto ciò che non nuoce ad altri" (1789). Stessi concetti si ritrovano in quella del 1948. Gli uomini nascono liberi, ma non hanno affatto diritti uguali. Questi ultimi li stabilisce la natura, il corpo, non l'anima, non la società. La libertà e la resistenza all'oppressione (allora anche allo Stato e a Dio visto che sono oppressori) sono accettabili, la proprietà solo nei limiti della necessità di vita, la sicurezza non è proprio un diritto naturale. Il concetto del danno è sì il vero limite alla libertà, ma il danno deve essere stabilito dalla natura, non dalla religione o dalla scienza e comunque la necessità supera anche questo limite. Le Dichiarazioni dei diritti dell'uomo sono in gran parte delle buffonate astratte e in parte superate o innaturali.
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