IL CONFORMISMO ANTI-RAZZISTA
Io vedo in giro una vera ossessione di gente che sembra diventata un esercito di poliziotti della parola e del gesto, pronta a parlare di "razzismo". Si parla più di razzismo oggi che nell'epoca dello schiavismo americano o della persecuzione nazista degli ebrei. Mi convinco sempre di più che questo anti-razzismo sia solo un lavaggio del cervello prodotto dalla globalizzazione. Mi immagino un ebreo in un campo di concentramento irritato del razzismo dei nazisti perché gli fanno "buuu". Il termine "razzismo" è stato del tutto deformato. In origine significava: "Teoria che esalta le qualità superiori di una razza e afferma la necessità di conservarla pura da ogni commistione con altre razze, respingendo queste o tenendole in uno stato di inferiorità" (Zingarelli). Ammettiamo che un "buu" indichi un'antipatia. Non si può avere antipatia per un individuo, una cultura, perfino una razza? L'antipatia è un diritto dell'uomo. Non è né una teoria di superiorità e neppure vuol dire di per sé ritenersi superiore o di tenere gli altri in condizioni di inferiorità o che ciò possa giustificare una violenza. Già su questo oggi il termine razzismo ha subito una profonda deformazione, quasi ci debba essere l'obbligo della simpatia per tutti (dogma cristiano dell'amore universale che la globalizzazione rende utilitarismo economico). Che vuol dire "respingendo queste"? Non si ha il diritto di stare separato da qualcuno o qualcosa che ti è antipatico? Che vuole dire "tenere in stato di inferiorità"? Allora anche un ricco, un papa, un presidente della repubblica, una datore di lavoro tiene in condizione di inferiorità un poveraccio qualsiasi per le prerogative che ha. Questi ultimi sono più razzisti di chi fa "buu", perché chi fa "buu" mostra solo un'antipatia, chi è ricco o detiene un potere sfruttando i cittadini e i lavoratori, invece, compie uno sfruttamento paragonabile alla violenza vera e propria. Rimane il fatto che l'antipatia è un diritto e che averla non indica nessuna superiorità/inferiorità o "teoria". Poi è chiaro che ognuno, come diceva Leopardi, ama se stesso di preferenza.
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