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martedì 16 aprile 2019

TOTO' E L'ACCOGLIENZA 

Nell'Italia del 1955, più semplice e solidale di quella di oggi, nessuno avrebbe ritenuto un dovere accogliere milioni di migranti: si pensava che "salvare" non significa "mantenere" oppure "accogliere" in casa degli sconosciuti nella famiglia. Ciò comporta la negazione di ogni famiglia e fare degli individui delle monadi indifferenti che vanno salvati per obbedienza alla monade superiore (Dio, Umanità, Società globale) che impone l'altruismo dell'uguale come mezzo dittatoriale: tutti uguali davanti a Dio! Idiozia! Nel film "Il coraggio", del 1955, Totò viene salvato dal fiume Tevere da Gino Cervi, che impersona un imprenditore rampante. Da quando viene salvato Totò pretende di installarsi in casa del suo salvatore. Allora era un paradosso comico, oggi è un'insana realtà di depravati buonisti e altruisti.

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