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mercoledì 17 aprile 2019

L'IMMORALITA' DELL'ALTRUISMO 
Se la "socievole insocievolezza" di cui parla Kant è una tendenza innata, cioè naturale, dell’uomo, allora l’altruismo è sempre “contro natura” e sottintende sempre un potere dittatoriale che domina dall’alto una massa che, per diventare obbediente ed efficiente rispetto a tale potere superiore, deve cooperare, rendersi parte di un congegno in cui la propria esistenza si giustifica solo in rapporto agli altri, come il pezzo di un motore. In buona sostanza l’altruismo, che diffama l’egoismo e la misantropia, è quella stessa “società disciplinare” di cui parlava Foucault, vale a dire una società dittatoriale e militarizzata nel suo stesso modello organizzativo, come lo è, ad esempio, la società commerciale e industriale e, in misura minore, perfino la società artigiana. L’altruismo delle masse è implicito nella seguente descrizione della “disciplina” imposta alle masse stesse, ovviamente la “disciplina” fa tutt’uno con la specializzazione, la professionalità, in cui l’individuo, da individuo totale, diventa semplice “organo” di un insieme organizzato dall’alto (sistema razionale politico-economico) per obbedire al potere con la collaborazione e l’altruismo: “Le discipline sono tecniche per assicurare la regolamentazione <addomesticamento> delle molteplicità umane..esse tentano di definire una tattica di potere..rendere l’esercizio del potere il meno costoso possibile..in breve far crescere insieme la docilità e l’utilità di tutti gli elementi del sistema..l’incasellamento analitico del tempo, dei gesti, delle forze, dei corpi, ha costituito uno schema operativo che è stato possibile trasferire facilmente dai gruppi da sottomettere ai meccanismi della produzione <del lavoro in generale>” (M. Foucault - “Sorvegliare e punire”).

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