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martedì 30 aprile 2019

L'ONORE DELLA DIVISA 

Dispettoso e veloce/ dal ciel scende un uccello/ e al poliziotto borioso/ toglie il suo cappello./ Che grande offesa/ all'onor della divisa!/ a eroi e delinquenti/ parimenti invisa./ Se l'onor della divisa/ mette in fuga il delinquente,/ certo otterrà/ il plauso della gente,/ ma, se è segno d'ingiustizia/ e di cieca obbedienza,/ allora il vero eroe/ ne sa fare senza.
L'ONNIVORO


E' chi mangia tutto, pure le pietre? Che l'uomo preistorico mangiasse tutto, perché era il mammifero più indifeso, è certo vero. Non si può dir nulla ai primitivi. Però, molti primitivi si scusavano con lo spirito degli animali, che ritenevano loro fratelli. Con il dualismo spirito-materia indù, cristiano ecc., tranne gli animali sacri, questa fratellanza s'è rotta, l'uomo ha cominciato a credere di essere l'animale superiore per spirito, ragione, matematica e stronzate del genere. Andare a caccia era faticoso e pericoloso, era compito dei maschi. L'animale non va da sé al macello come nelle pubblicità. Oggi si allevano animali dentro dei lager. Si potrebbe, per sensibilità etica e al di là del mi piace o no (egocentrismo), evitare di uccidere animali, perché un agnello è vivo quanto un cane. Mangiate cani e gatti?

domenica 28 aprile 2019

DIEGO FUSARO 

Che un filosofo sia più intelligente di un politico o un giornalista è ovvio, ma la saccenteria di politici e giornalisti lo negano, fanno i santoni della società globale. Fusaro distingue basso e alto: i partiti della gente e quelli dell'establishment. I conflitti ideologici sono segno di stupidità dove si è fatto un contratto di governo e non uno sposalizio (il M5S non può dire come si deve comportare un membro della Lega: dimissioni appena indagato, cosa che non vale per la Raggi, è regola che vale solo per il M5S, non per gli altri). Si dice che Lega e M5S fanno governo e opposizione, litigano su tutto. Bene, questo è un governo democratico, non quello dove tutto è univoco e deciso dall'alto. Delude? Sì, perché l'establishment europeo lo blocca. Se cade il governo torna il peggio (PD e FI), non rompete.
Girando tra i canali televisivi, capito su Cielo, dove fanno dei reportage sulla sessualità. C'è quel taglio superficiale da giornalista e insieme una complicazione intellettuale del sesso, per cui tutto va bene ed è equivalente alla naturalezza, all'esuberanza, alla semplicità elegante con cui si dovrebbe vivere la sessualità. Non il copulare di un coppia sposata, che non so neppure se possa chiamarsi sesso. Comunque in un reportage mi ha colpito la frase di una donna americana attivista in proposito, dice: "in America permettono facilmente di vedere violenza, ma non fanno vedere il sesso, allora vuol dire che gli americani hanno qualche problema". Verissimo. Gli americani e l'intero Occidente hanno un grosso problema: il Cristianesimo (in America "puritanesimo"). Il Cristianesimo insudicia tutto quello che è naturale ed è sessuofobico.

venerdì 26 aprile 2019

LE CAZZATE DELLA LEGA

Se si tratta di fermare l'invasione di migranti (l'Italia non è un grande ostello della caritas), di consentire di difendersi in casa propria senza venire indagati da un magistrato imbecille (del PD?), di assistere prima gli italiani in difficoltà che stranieri giunti chissà come, di abrogare la legge Merlin sulle case chiuse, allora io simpatizzo per la Lega. Ma smetto se leggo la proposta di legge Pillon (su alcuni punti si può discutere), se parla di crocifisso in scuole ed edifici pubblici, nemmeno fossero delle Chiese, se esalta le divise, se sento dire che vuole dare un bonus alle coppie, ma solo se si sposano in Chiesa (Salvini viene maledetto dal papa salvatore del mondo, ma poi aiuta le Chiese a fare soldi), se non si pronuncia a favore dell'eutanasia ed uno, ahimé, deve andare all'estero.

giovedì 25 aprile 2019

QUANTO AVEVA RAGIONE LEOPARDI! E SU QUESTI SCHEMI CI STANNO COSTRUENDO UNA CIVILTA' INTERA, QUELLA DELLA GLOBALIZZAZIONE, PER FORTUNA A ME NON RIGUARDA PIU': “la ragione e la scienza tendono evidentemente ad agguagliare il mondo sotto ogni rispetto, ed estinguere o scemare la varietà, perché non v’è cosa più uniforme della ragione né più varia della natura; e così la scienza promuove sommamente l’indifferenza, perché toglie o scema anche le differenze reali, e quindi i motivi di determinazione <distinzione, l’egualitarismo è il prodotto di una mentalità scientifico-razionale che confonde la società con la natura>” (G. Leopardi - “Zibaldone” 382),

martedì 23 aprile 2019

I MESSAGGERI DELLA MORTE

Ogni essere vivente è destinato alla morte, la sofferenza è solo l’avvicinarsi della morte: "giovinezza e salute non durarono a lungo:..vennero malattie e dolori, che lo tormentavano di giorno e gli impedivano di riposare la notte. ‘Morire, non morirò’ - pensava - ‘perché la Morte prima manderà i suoi messaggeri;..Ed ecco, un giorno qualcuno gli bussò sulla spalla;..e dietro gli stava la Morte, che disse: ‘Seguimi! è giunta l’ora di dire addio al mondo’ - ‘Come!’ - rispose l’uomo - ‘vuoi mancar di parola? non mi hai promesso che, prima di venire, avresti mandato i tuoi messaggeri?..- ‘Taci!’ - replicò la Morte - ‘non ti ho mandato un messaggero dopo l’altro? Non è venuta la febbre, non ti ha assalito, squassato e prostrato? Non ti ha stordito la vertigine?..- L’uomo non seppe rispondere, si rassegnò al suo destino e seguì la Morte”(J. e W. Grimm-“Fiabe”-“I messaggeri della morte”).

lunedì 22 aprile 2019

C'ERA UNA VOLTA IL WEST 

(Rai movie) Film capolavoro per musica e trama: solo la stupidità degli americani può non premiarlo. Narra della fine del West dove c'erano solo "uomini", "una razza vecchia" dice Armonica (Charles Bronson), sostituiti dagli "uomini d'affari" dell'Est capitalista. Gli uomini del West sapevano vivere nel pericolo e non temevano una pallottola in fronte, perché si muore liberi e subito. L'individuo non era un verme protetto e si imponeva la necessità di farsi giustizia da soli, che i benpensanti chiamano "vendetta". Come se la punizione dello Stato, che non viene se al magistrato non interessa, fosse un premio. La differenza sta tutta nel coraggio, allora lo si aveva, oggi ci si caca sotto di fronte alle armi, a pazzi armati e soprattutto si chiede un poliziotto, uno Stato, un Dio come angelo custode.
La gente non riesce a capire la differenza tra tolleranza e arroganza. Se uno dice che non gli piacciono le donne, le altre razze, i gay, ha diritto di esprimere quello che sente, giusto o no che sia. Se si sta sempre con il fucile puntato, le vittime o i moralisti della società dell'omologazione globale obbligatoria mostrano arroganza, cioè intolleranza. Ci deve essere la libertà di esprimersi anche su razzismo, misoginia e omofobia, altrimenti non c'è la società libera di cui si parla. Mi dà anche fastidio l'arroganza di voler educare dall'alto, come se i potenti o gli intellettuali fossero i possessori dell'etica. Quando non c'è violenza fisica, non c'è mai colpa, poi ognuno prende la sua strada, chi non ama altre razze vive separato da esse, lo stesso vale per chi non ama le donne e i gay. La separazione è una base morale.
EXCURSUS STORICO 

Il Seicento è indicato come il secolo della Rivoluzione scientifica e della matematica, il Settecento come il secolo dell’Illuminismo e della ragione, a inizio dell’Ottocento trionfò il Romanticismo indicato come età dell’arte, la fine dell'Ottocento viene indicata come età del trionfo di scienza e tecnica, il Novecento ha portato ad esasperazione scienza e tecnica, queste ultime ormai da definire come culture “reazionarie”. Il progressismo è, attualmente, la cultura più reazionaria. Tutti i modi di indicare prima visti sono di per sé “antropocentrici”. Sembra che la natura intorno all’uomo non esista o sia solo “materiale privo di vita a disposizione”. La storia si caratterizza secondo quello che l’uomo “fa” (homo sapiens=homo faber), mai secondo natura. Per questo ho smesso di amare la Storia, pur insegnandola.
GRANDE E PICCOLA RAGIONE 

L'assolutezza della natura supera la ragione in senso antropologico della scienza. Bisogna distinguere la necessità naturale (o “grande ragione”) dalla logica razionale e scientifica (o “piccola ragione”). La necessità naturale si coglie senza riflessione, senza porre i sensi al servizio di laboratori o di statistiche, scavalca la scienza come l’assoluto scavalca il relativo. La necessità naturale è più democratica della logica razionale e scientifica. La seconda deve essere costruita dal “sapere”: un apprendimento continuo e sempre pronto a sfaldarsi, però genera un’oligarchia di professionisti, che fanno da supporto alla società borghese/socialista e vivono in maniera agiata, come una volta quelli che facevano parte delle organizzazioni religiose di fronte alla miseria della povera gente.

domenica 21 aprile 2019

SRI LANKA: L'ODIO ESISTE

Non si può ignorare l'esistenza dell'odio se si parla di morale, bisogna presupporla. E' generato da culture globali, religiose o economiche che siano. Esse celano sempre culture particolari, dietro l'ecumenismo cristiano e la globalizzazione economica c'è la civiltà occidentale. Dietro l'Islam c'è la civiltà orientale e araba. La mescolanza di culture, il multi-culturalismo, è fonte di odio e non di pace: qualcuna invade territori di altre culture e l'odio diventa una risposta logica, perfino necessaria. Per questo le culture devono vivere in pace in territori "separati". Ciò non lo capisce chi deve imporre la globalizzazione economica o l'universalismo della religione. Capitalismo, cristianesimo, islamismo sono culture con pretesa universale, sono fonte di odio. Ma l'odio si cela ovunque c'è invadenza.
LA NATURA, IL VERO E IL FATTO 

L’idea della natura poetica caratterizzò il Romanticismo perfino quando giunse negli Stati Uniti: “Quando parliamo di natura in questo modo, abbiamo in mente un sentimento preciso, benché estremamente poetico..E’ questo che distingue il legname del taglialegna dall’albero del poeta” (R. W. Emerson - “Natura”). Vedere nella natura un semplice strumento di produzione e di utilità è una visione egocentrica e antropocentrica prodotta dalla ragione, ma lo sguardo poetico vede tutt’altra cosa e non sta scritto da nessuna parte che lo sguardo mortificante della ragione sulla natura sia la verità e quello poetico pura fantasia. La ragione può dire la sua circa quello che fa l’uomo, non circa quello che non viene fatto dall’uomo, e la natura non viene fatta dall’uomo, anzi è tale proprio perché non manipolata dall’uomo e ogni oggetto naturale manipolato dall’uomo non è più natura, se non per la sua materiale resistenza. La natura, quindi, non appartiene al mondo del “fare” umano, sta oltre i deliri tecnici dell’“homo faber”, questa distinzione tra ciò che è fatto dall’uomo (artificio, cultura), quindi prodotto della ragione, e ciò che non è fatto dall’uomo (quindi sta oltre la ragione, al limite si può parlare anche di irrazionalità, la necessità naturale, infatti, è irrazionalità e necessità assieme, non essendo una necessità vuota, cioè logico-matematica) venne fatta da Vico, allorché polemizzò con la diffusione che stava avendo la mentalità cartesiana, che poi era il fondamento della Rivoluzione scientifica: “il vero si identifica col fatto; di conseguenza il primo vero è Dio..in quanto facitore di tutte le cose..invece la mente umana, in quanto limitata, e in quanto sono fuori di lei tutte le altre cose che non siano essa stessa, può soltanto andare ad accozzare gli elementi estremi delle cose, senza mai collegarli tutti..L’uomo pertanto, quando si accinge a investigare la natura delle cose, si accorge di non poterla in alcun modo raggiungere non avendo in sé gli elementi di cui sono costituite le cose..Si crea così un mondo di forme e di numeri, che abbraccerebbe dentro di sé l’universo” (G. B. Vico - “De antiquissima italorum sapientia” I, III). Supponendo l’esistenza di Dio come creatore del mondo, cioè come colui che “ha fatto” l’universo, Vico sostiene, in totale contrasto con Cartesio e tutto il movimento scientifico allora in pieno sviluppo, assieme alla società borghese-socialista di cui è espressione, che il vero è accessibile alla ragione solo in quanto è la ragione del creatore che “fa” le cose della natura. Dio, quindi, se esistesse e avesse creato il mondo, conoscerebbe con la sua infinita ragione il mondo stesso, in quanto artificio e manufatto composto dallo stesso Dio. Ma, aggiunge Vico, l’uomo non è Dio: tutto l’universo e tutta la natura non sono una sua creazione di cui conosce i segreti di una eventuale composizione, l’uomo non ha fatto la natura, quindi non conosce la sua verità. Non conoscendola, non fa altro che creare un mondo, tutto mentale, parallelo alla natura e sostanzialmente falso, quel “mondo di forme e di numeri” in cui consiste l’intera Rivoluzione scientifica e che viene preso, religiosamente, “come se fosse” l’effettiva verità della natura. In tal modo, la scienza è un modello con il quale l’uomo “simula” di essere Dio e di poter conoscere la natura e l'universo come se li avesse fatti lui. Il non fatto dall’uomo è esattamente ciò che viene chiamata “natura” e nella realtà è “incomprensibile” per la mente e la ragione umana, ne consegue che la scienza e la tecnica sono sempre un pericolo, perché non corrispondono strutturalmente alla verità. Non si conosce quello che non si è fatto. Se la verità della natura è fuori dalla ragione e dalla scienza, allora diventa più che legittimo poter sostenere che ad essa si avvicina di più la poesia, giacché la poesia non pretende di cogliere il vero della natura pienamente, ma di coglierne il bello e il tragico, che ovviamente sono il modo in cui la vive l’uomo. Ma il modo in cui la vive l’uomo dipende certamente anche dall’uomo (non a caso Novalis e Leopardi sostengono che sia necessario uno spirito poetico nell’osservare la natura, spirito che il razionalista e lo scienziato non hanno minimamente, se non quando smettono di essere razionali e scientifici), tuttavia dipende anche dalla natura, il che vuol dire che la poesia coglie qualcosa di vero, di immediato, della natura, che la ragione e la scienza non colgono, chiuse, come sono, nel costruire quel falso mondo parallelo fatto di “forme e numeri”, cioè semplici schemi mentali.

sabato 20 aprile 2019

LE ORIGINI INDIANE DEL "CONTRO-NATURA" CRISTIANO 
Questa concezione gnostica <dualistica> del mondo è di origine schiettamente indiana; portò con sé la dottrina..della mortificazione della carne, del raccoglimento spirituale, e produsse la vita monastica, ascetica..che è il fiore più puro dell’idea cristiana..Il vero cristiano si aggirava in mezzo alla natura in fiore con tutti i suoi sensi angosciosamente chiusi, come un..fantasma..La fede nazionale in Europa, al nord più ancora che al sud, aveva un’impronta panteistica:..in ogni elemento si veneravano esseri meravigliosi, in ogni pianta respirava una divinità, tutto il mondo..ne era compenetrato; il cristianesimo travolse questa concezione, e al posto di una natura divinizzata collocò una natura demonizzata” (H. Heine - “Per la storia della religione e della filosofia in Germania”).

LA MISANTROPIA MALIGNA 

Esistono due tipi di "misantropia", quella benigna, o romantica, che consiste nel vivere appartati, e quella maligna che consiste nell'attribuire colpe agli uomini. La seconda c'è solo in società. L’uomo moderno, tramite scienza, previsione, tecnica, crede di poter controllare la natura, ma la natura, con la sua assolutezza, sfugge alla relatività degli schemi scientifici e, se anche uno schema promette sicurezza, non per questo si può essere sicuri di fronte alla natura. Così, se per deficienza dello schema o della previsione, si viene colti di sorpresa da una valanga che sommerge case o altro, gli esseri umani danno la colpa ad altri esseri umani, manifestando così quella "misantropia maligna" che può esistere solo in società (non si riconosce nella natura un “principio più alto” del sapere).

venerdì 19 aprile 2019

L'INDIVIDUALISMO

L'individualista non è buono, ma giusto, può essere buono o cattivo a seconda della giustizia (vedi mio giudizio sui migranti). Essere individualisti non vuol dire isolarsi dentro una caverna, ma fissare gli approcci umani sulla base di rapporti personali e individuali e non sulla base di rapporti collettivi e generali o organizzativi e disciplinari. Significa identificare nell’universale, nel collettivo, nel generale, ciò che distingue il potere e si rende seducente attraverso l’immagine della “bontà”. Bontà e potere vanno a braccetto. Diffidate del buoni! Il buono è sempre un potente e uno sfruttatore: sfruttatori e potenti che vogliono costruirsi un’ipocrita “buona coscienza” fanno i “buoni”. Siate giusti! La socievolezza “universale” è una perversione, è recita, falsità congenita.

giovedì 18 aprile 2019

IO E IL ROUSSEAU ROMANTICO 

Quanto la mia vita ormai somiglia a quella che di seguito descrive Rousseau: “Gli ozi delle mie passeggiate quotidiane sono stati sovente riempiti di incantevoli contemplazioni..sono nullo ormai frammezzo agli uomini, tutto quello che posso essere, non avendo con loro nessun reale rapporto, nessun vero commercio..Le rive del lago di Bienne sono selvagge e romantiche” (J. J. Rousseau - “Le passeggiate solitarie” 1° e 5° pas.).

mercoledì 17 aprile 2019

DE ANDRE' E I TALENTI

De Andrè non si riteneva un talento. Il progresso ha il dogma sottinteso di allevare “talenti”. Nella società dei talenti ci viviamo oggi: corre dietro ad innovazioni e presunti geni matematico-tecnologici, che hanno sempre più potere e piscine là dove molta gente non ha neppure l’acqua. Una società che per poter vendere sempre di più i prodotti dei loro talenti, fa esattamente quello che i rapitori di De Andrè dissero al famoso cantante: “‘Quello che non ho è quel che non mi manca’..Ho scritto questo ultimo verso pensando alla psicologia dei miei sequestratori. Era come se dicessero: ‘A me non manca niente, ma perché mi devi mettere sotto il naso la villa con piscina, l’automobile, l’aereo privato? A questo punto me ne crei il bisogno’” (F. De André-“Fratello bandito”-L’Espresso del 23/8/1981)
IL TALENTO NON E' LO STRAORDINARIO 

Lo “straordinario” non corrisponde al “talento”, perché lo straordinario è bellezza per se stessa, anche quella di un fiore o di un gatto, che non sono certo dei “talenti” (il talento non rinvia alla personalità degli individui, ma all’utilità sociale pratica o di piacere, è “funzione sociale”, non libertà). La bellezza dona sì gioia ad altri, ma non è in funzione degli altri, mentre il talento è un’abilità o un piacere al servizio della socialità pubblica. Lo “straordinario” è libera manifestazione del sé naturale (non c’è nulla di straordinario che non sia naturale, perché il naturale non è riproducibile, altrimenti è artificio), mentre il “talento” è capacità fuori dal comune ma servile, per di più lo straordinario è unico, mentre il talento rientra sempre nella produttività o riproduttività
L'ETICA DELL'INDIVIDUALISMO ROMANTICO E LO SCHIFO CHE SI CELA NELL'ALTRUISMO (dal libro che sto scrivendo su Leopardi) 

Che Leopardi sia “individualista” non ci possono essere dubbi, dato che la critica che fa al concetto di “massa” mette in discussione l’olismo stesso, cioè la reale esistenza del tutto chiamato “massa”, vale a dire la massa non esiste ed esistono solo gli individui, per cui ne consegue che il concetto di “massa” è costruito razionalmente mediante un’omologazione concettuale livellante delle individualità: “Lasci fare alle masse; le quali che cosa sieno per fare senza individui, essendo composte d’individui, desidero e spero che me lo spieghino gl’intendenti d’individui e di masse, che oggi illuminano il mondo <chiara polemica preventiva nei confronti delle nascenti sociologia e psicologia, ma anche nei confronti del nascente socialismo>” (G. Leopardi - “Operette morali"- “Dialogo di Tristano e di un amico”). Se al termine “massa” sostituiamo il termine “sociale”, ci si accorge che Leopardi ha messo in discussione l’esistenza reale stessa dell’insieme che chiamiamo “società”, ha un atteggiamento palesemente anarchico, nel senso della “società scarsa” di cui parla nello Zibaldone: “Lasci fare al sociale, il quale che cosa sia per fare senza individui, essendo composto d’individui, desidero e spero che me lo spieghino”. Il filo del ragionamento è identico sia che si parli di “masse” sia che si parli di “sociale” ed è quello di un individualista molto radicale. Individualismo radicale che è tipico del Romanticismo, non solo dal segnale per cui esso si incarna nella figura dell’artista, che nel Romanticismo non è un artigiano al servizio della società o della religione, ma anche e soprattutto dal punto di vista etico (per le forme di anarco-individualismo, alla Stirner, o di anarco-aristocratismo, alla Nietzsche - in questo più vicino a Leopardi -, la derivazione dal Romanticismo è palese; anzi occorre dire che l’anarchismo dell’artista romantico nella sua ispirazione creativa e nel suo estetismo, estetismo che nega ogni volgarità, soprattutto quella della ragione, ispirazione che comunque non è contro natura, ma solo indipendente dalla società, ebbene tale anarchismo dell’artista romantico è già, di per sé, una forma di “anarchismo aristocratico”, e, se qualcuno parlasse di Leopardi come di un “anarco-aristocratico”, un po’ come vale per Nietzsche, non starebbe lontano dalla verità). L’etica romantica, in Leopardi come nel Romanticismo tedesco, è individualista, in quel senso estetico e anti-volgare (per cui non può accettare la volgarità egocentrica della ragione filosofica e popolare) che è tipico dell’artista, se ne ha la più grande evidenza nella seguente massima di Goethe: “Chi non può da solo sollevare una pietra, la lasci stare, anche se è in compagnia di un altro" (J. W. Goethe - "Massime e riflessioni" 320). E' questa una massima di altissimo valore morale. Significa, per prima cosa, che ognuno ha il dovere di badare a se stesso e non di sfruttare il prossimo per realizzare i suoi propositi. Poi che contare sul prossimo sistematicamente, come fanno l'organizzazione e l'altruismo, è immorale e nasconde il principio che la massima stessa evidenzia, cioè l’immoralità di trovare una forza superiore per sollevare la pietra. L’unione fa la forza, ma non fa la morale: questo pone come principio morale l’individualismo romantico. Al contrario, l’altruismo, con la sua disponibilità ad aiutare gli altri sempre e comunque, come nell’esempio ad aiutare il proposito dell’individuo che vuole sollevare la pietra, si pone come progetto di potenza. La bontà dell’altruismo e la sopraffazione della potenza sono la stessa cosa. La bontà e il suo altruismo nascondono la più grande vigliaccheria, quella di far numero, e la più grande prepotenza che sia immaginabile sempre celata nel numero, specie se coordinato nell’organizzazione nei gesti più semplici della struttura tecnica, meccanica o umana che sia: “gesti semplici <premere un pulsante al momento giusto> - posizione delle dita, flessione della gamba..sono..le componenti di base per le condotte utili..che assicurano un addestramento generale della forza, dell’abilità, della docilità.. Finalizzare questi segmenti temporali, fissar loro un termine..<garantisce> la conformità” (M. Foucault - “Sorvegliare e punire” - Parte 3°, I). Una massa organizzata rappresenta la più grande viltà di fronte all’individuo e ad una folla disorganizzata, è la viltà del soldato che si differenzia dall’eroismo del guerriero. Anche se vince la massa, il guerriero resta sempre moralmente superiore, questo insegna la morale romantica da Goethe, passando per Leopardi, fino a Nietzsche. E’ sconcertante scoprire che di questa viltà arrogante è stato fatto il principio della morale, quella che Nietzsche chiama “morale dello schiavo”. Il Romanticismo stava smascherando questo inganno e Leopardi, ma a modo loro anche Stirner e Nietzsche, denunciano proprio questa viltà arrogante, non ponendo, per tranquillizzare, sicurezze che non esistono, ma ponendo l’individuo davanti alle sue responsabilità nella lotta quotidiana per l’esistenza. Ogni altruismo, sublimazione morale dell'organizzazione, è solo ricerca di forza, di potenza, di dominio e allo stesso tempo un vendere la propria libertà e dignità per inseguire propositi smisurati. Significa volersi fare Dio, come fanno la scienza, la tecnica e la religione dell'Umanità.
LA MORALE DELL'EGOISMO

Se l'uomo, per natura, è sia socievole che insocievole, è chiaro che l'egoismo ha importanti punti di convergenza con libertà, dignità e indipendenza, mentre l’altruismo è una prospettiva dittatoriale che nega libertà, dignità e indipendenza. Se “l’insocievole socievolezza” è una “tendenza innata della natura umana”, come dice Kant, allora un’etica che va “contro natura” è, non solo un’assurdità e una violenza, ma anche destinata sempre a fallire. La stessa etica deve tenere conto di questa “insocievolezza” umana e costruirsi, non su basi universali, cosmopolitiche, umanitarie, altruistiche, bensì su basi individuali e naturali che si basano sul diritto del singolo al suo egoismo (che non è l’egocentrismo: il farsi “centro” è a priori sfruttamento degli altri). Niente fratellanze universali e umanitarie!
L'IMMORALITA' DELL'ALTRUISMO 
Se la "socievole insocievolezza" di cui parla Kant è una tendenza innata, cioè naturale, dell’uomo, allora l’altruismo è sempre “contro natura” e sottintende sempre un potere dittatoriale che domina dall’alto una massa che, per diventare obbediente ed efficiente rispetto a tale potere superiore, deve cooperare, rendersi parte di un congegno in cui la propria esistenza si giustifica solo in rapporto agli altri, come il pezzo di un motore. In buona sostanza l’altruismo, che diffama l’egoismo e la misantropia, è quella stessa “società disciplinare” di cui parlava Foucault, vale a dire una società dittatoriale e militarizzata nel suo stesso modello organizzativo, come lo è, ad esempio, la società commerciale e industriale e, in misura minore, perfino la società artigiana. L’altruismo delle masse è implicito nella seguente descrizione della “disciplina” imposta alle masse stesse, ovviamente la “disciplina” fa tutt’uno con la specializzazione, la professionalità, in cui l’individuo, da individuo totale, diventa semplice “organo” di un insieme organizzato dall’alto (sistema razionale politico-economico) per obbedire al potere con la collaborazione e l’altruismo: “Le discipline sono tecniche per assicurare la regolamentazione <addomesticamento> delle molteplicità umane..esse tentano di definire una tattica di potere..rendere l’esercizio del potere il meno costoso possibile..in breve far crescere insieme la docilità e l’utilità di tutti gli elementi del sistema..l’incasellamento analitico del tempo, dei gesti, delle forze, dei corpi, ha costituito uno schema operativo che è stato possibile trasferire facilmente dai gruppi da sottomettere ai meccanismi della produzione <del lavoro in generale>” (M. Foucault - “Sorvegliare e punire”).

martedì 16 aprile 2019

VOTRE DAME 

Facebook mi blocca per "incitamento all'odio culturale"? Il mondo piange l'incendio di un monumento, si raccolgono subito milioni di euro, mentre la gente dorme per strada o muore di fame. Non soffro di feticismo verso i monumenti, sempre simboli di potere, tanto più se sono simboli cristiani o islamici. Dovrei amare il Colosseo, visto che sono cresciuto all'ombra dei suoi archi (e lo amo più di S. Pietro e Notre Dame), ma, per chi ha "Rime sgradite", nella poesia n. 208 (Il Colosseo), io lo guardo con l'occhio di un bambino che se ne frega della sua storia e preferisce guardare un gatto: "Gli archi del Colosseo,/ con grandezza austera,/ ancora troneggiano/ sul fare della sera,/ ma un bimbo li ignora,/ come fossero niente,/ e ammira un gatto/ con l'occhio suo innocente". Quel bimbo sono io e ignoro "Notre Dame".
LA MISERIA E L'ARROGANZA DI FACEBOOK 


Mi hanno bloccato per 7 giorni perché mi sono indignato di fronte ad un filmato che avevo condiviso. In esso si vedeva un matrimonio islamico nel cui rito era compreso il fatto per cui lo sposo dava due schiaffi alla sposa per indicare chi comandava in casa. Indignato ho detto che, pur di non far arrivare questa gente in Europa, è lecito anche sparare sui barconi. Che questa gente non debba entrare in Europa è pacifico, volevo dire che, se è il caso, si deve usare anche la forza per impedirlo. Facebook mi blocca per "incitamento all'odio religioso". Quindi a facebook non frega niente che arrivi gente che picchia le donne e offende pesantemente la dignità della donna. L'importante è che la piattaforma possa comprendere tutto il mondo. E le regole della comunità che ha stabilito sono pur regole private stabilite per una piattaforma che non può più essere considerata una semplice attività privata, visto che copre tutto il mondo e quindi anche visioni morali diverse, regole che vengono interpretate nel senso che quel che conta è solo la globalizzazione. Quindi le regole, non solo sono improntate a quel vergognoso moralismo americano (per cui se si vede un nudo su facebook subito ti censurano), ma sono anche improntate alla dittatura di tutti quei principi che favoriscono la globalizzazione, in pratica facebook con quelle regole fa politica. Questo non può più essere ammesso, è ora che le nazioni creino piattaforme autonome ispirate alla massima libertà e oscurino facebook.
GOETHE 

 "Chi non può da solo sollevare una pietra, la lasci stare, anche se è in compagnia di un altro" ("Massime e riflessioni" 320). E' una massima di altissimo valore morale. Significa, per prima cosa, che ognuno ha il dovere di badare a se stesso e non di sfruttare il prossimo per realizzare i suoi propositi. Poi che contare sul prossimo sistematicamente, come fanno l'organizzazione e l'altruismo, è immorale e nasconde il principio che la massima stessa evidenzia, cioè trovare una forza superiore per sollevare la pietra. Ogni altruismo, sublimazione morale dell'organizzazione, è solo ricerca di forza, di potenza, di dominio e allo stesso tempo un vendere la propria libertà e dignità per inseguire propositi smisurati. Significa volersi fare Dio, come fanno la scienza, la tecnica e la religione dell'Umanità.
LA FOLLIA DEL PROGRESSO 


Essendo la natura composta di individui che nascono e muoiono in continuazione, ogni “progresso” è una semplice illusione intellettuale riferita a quell’entità astratta che è l’umanità in generale (il singolo, infatti, perfeziona solo gli schemi appresi con l’educazione, chiamare “progresso” l’accumulo culturale di un individuo, che si perderà con la sua morte, è una forzatura), la quale, semplicemente, chiama progresso, senza rendersi conto dei “regressi” che la nuova dimensione comporta (“Ogni progresso della tecnica istupidisce per quella parte il corpo dell’uomo” (C. Michelstadter - “La persuasione e la rettorica” II, 3, I)), il diverso modo di vivere e sviluppare il mito della conoscenza da parte delle generazioni che si succedono nel corso dei secoli. La stessa salvezza o sopravvivenza promessa da religione e scienza, per cui ci si illude di perfezionarsi nell’anima o nel corpo lungo il corso dei secoli, è una semplice illusione, non solo perché è ingiusta dato che sarà sempre impossibile rendere tutta l’umanità partecipe del “progresso” (per cui sarà sempre e soltanto riservato a dei privilegiati e la mitica eguaglianza non consisterà nel dare il progresso a tutti, ma nel non darlo a nessuno), dato l’abuso di ricchezze, strumenti e organizzazione che esso comporta, ma è anche una chimera, visto che perfino i benefici che sembrano più indiscutibili sono essi stessi discutibilissimi. Facciamo l’esempio della salvezza di massa e della salvezza personale: nel primo caso sopravvive un numero abnorme di vecchi, se nascono altri uomini ci sarà una sovrappopolazione enorme per cui le risorse, non solo non basteranno per tutti (si pensi alla lotta generazionale già in atto riguardo al lavoro), ma comporteranno la distruzione sia del pianeta che della stessa vita e libertà umana. Insomma la sopravvivenza di massa degli uomini non è affatto detto che sia un valore morale da perseguire. Discorso similare occorre fare nel secondo caso, cioè per la sopravvivenza del singolo. Un vecchio che deve ricorrere sempre a farmaci, cure, operazioni, pesa sulla comunità, diventa una larva per cui la vita stessa per lui non ha senso. Per questo dobbiamo ringraziare il “progresso” o dobbiamo mandarlo al diavolo? Se gli stessi valori fondamentali, come quelli legati alla salvezza, sono più che discutibili, figurarsi tutti gli altri che, a paragone, sono insignificanti, come la viziosità dell’eccessiva comodità, dell’eccessiva raffinatezza culinaria, del girare insensato per il mondo e via dicendo.
LEOPARDI E L'ACCOGLIENZA

Per Leopardi Gesù Cristo..è colui che introduce l’universale nel mondo e con ciò viola le leggi di natura, come ad esempio quella per cui non bisogna odiare il proprio nemico, ma amarlo, che è quasi perversione sado-masochista. Questo “amore universale”, che Leopardi detesta, sarebbe il messaggio nuovo di Gesù Cristo: “Gesù Cristo diceva agli stessi ebrei, che dava loro un precetto nuovo” (G. Leopardi - “Zibaldone” 1710). Ma questo “amore universale”, per Leopardi, è “contro natura”: “L’amore universale, anche..non solo non era noto agli antichi, ma contrario alle loro opinioni..Ma noi avvezzi a considerarlo dovere sin da fanciulli, a causa della civilizzazione e della religione, che ci alleva in questo parere sin dalla prima infanzia,..lo consideriamo come innato” (Leopardi - “Zibaldone” 1710).
LEOPARDI E LA GLOBALIZZAZIONE

Leopardi nega la religione umanitaria, generata dal cristianesimo e poi portata avanti, per meschini interessi commerciali, dall’Illuminismo, per cui stranieri e concittadini, estranei e parenti diventano la stessa cosa: “Che il privato verso il privato straniero, e massimamente nemico, sia tenuto né più né meno a quei moderni doveri sociali, morali, di commercio, ec. a’ quali è tenuto verso il compatriota o concittadino..che esista insomma una legge, un corpo di diritto universale che abbracci tutte le nazioni, ed obblighi l’individuo né più né meno verso lo straniero che verso il nazionale; questa è un’opinione che non è mai esistita prima del Cristianesimo” (G. Leopardi - “Zibaldone” 2252). Sta negando la globalizzazione e la pretesa di imporre l’accoglienza dello straniero ovunque.
TOTO' E L'ACCOGLIENZA 

Nell'Italia del 1955, più semplice e solidale di quella di oggi, nessuno avrebbe ritenuto un dovere accogliere milioni di migranti: si pensava che "salvare" non significa "mantenere" oppure "accogliere" in casa degli sconosciuti nella famiglia. Ciò comporta la negazione di ogni famiglia e fare degli individui delle monadi indifferenti che vanno salvati per obbedienza alla monade superiore (Dio, Umanità, Società globale) che impone l'altruismo dell'uguale come mezzo dittatoriale: tutti uguali davanti a Dio! Idiozia! Nel film "Il coraggio", del 1955, Totò viene salvato dal fiume Tevere da Gino Cervi, che impersona un imprenditore rampante. Da quando viene salvato Totò pretende di installarsi in casa del suo salvatore. Allora era un paradosso comico, oggi è un'insana realtà di depravati buonisti e altruisti.

martedì 9 aprile 2019

Non posso pubblicare per 7 giorni su facebook, da cui prima o poi mi cancellerò, perché avrei "incitato all'odio religioso" solo perché ho detto che bisognava fermare i barconi con la forza in relazione ad un filmato in cui si vedeva un rito matrimoniale islamico, in cui l'uomo da degli schiaffi alla sposa per mostrare chi comanda in casa. Questa bigotteria cristiana (fatta dagli americani, che hanno più morti sulla coscienza di tutti i popoli messi assieme) permetterà a questi riti di affermarsi anche in Italia e in Europa. Per questo motivo pubblico il seguente post soltanto qui

“Che cos’è la nazione? Un grande giardino incolto pieno d’erbe e d’erbacce. Perché mai si dovrebbe accoglierere senza distinzioni questa concerie di sciocchezze e di errori oltre che di eccellenze e di virtù..? Ci sia pure consentito di difenderla, se le si fa torto.., ma esaltarla ex-professo mi sembra una vanteria..nessun popolo è l’unico popolo della terra prescelto da Dio <gli ebrei sono d’accordo su questo almeno oggi?>(J. G. Herder - ”Introduzione a ‘Voci dei popoli’”). Così un critico commenta l’atteggiamento di Herder sulla questione della nazionalità: “‘L’essere umano’ è un’astrazione, perché esistono solo ‘gli’ esseri umani..Ogni individuo esprime alla sua individuale maniera ciò che l’essere umano è e può essere. Herder sostiene un personalismo radicale..Secondo Herder l’essere umano è inserito in quanto individuo nella comunità, che è a sua volta, un’individualità, anche se di maggiori dimensioni..Anche nel raccogliere gli antichi canti popolari, Herder rimane un individualista..Il patriottismo di Herder era dunque democratico e puntava sulla molteplicità delle culture <separate, non sovrapposte come si pretende di fare oggi con la globalizzazione>(R. Safranski - “Il Romanticismo” - lib. 1°, 1)

lunedì 8 aprile 2019

LA LIBIA

L'umanitarismo catto/comunista espone l'Italia a rischi assurdi. Quello che accade in Libia è ovvio: Aftar, sostenuto da Egitto e Arabia Saudita, islamizzerà la Libia e avremo di fronte alle coste italiane sempre più integralisti islamici che arriveranno con i barconi. Non solo, ma la Francia ha sempre sostenuto Aftar, per cui il suo ufficiale defilarsi è ipocrita, è suo interesse sostituirsi all'Italia per il petrolio libico, la cui mancanza metterebbe in ginocchio l'Italia, destabilizzandola, ostile al dominio franco-tedesco in Europa. Gli Usa non si muovono per motivi anti-iraniani e anti-russi. L'Italia rischia di essere stritolata, se non usa la forza, cioè schierare la flotta militare davanti alla Libia, bloccando gli scafisti e affondando le ONG, e minacciando l'intervento in Libia se perde i pozzi petroliferi dell'Eni.
LA GUERRA E LA POLITICA 

“La guerra è mera prosecuzione della politica con altri mezzi” (C. Von Clausewitz - “Della guerra”). Il che comporta il rovesciamento della frase: "la politica è il proseguimento della guerra con altri mezzi". La politica è nata quando la matematica si è sostituita alla lotta fisica, tipo maggioranze nelle democrazie alle elezioni. Il che rende vero anche il seguente detto "chi vince detta le regole e chi perde obbedisce". Ma l'anarchico non vuole né comandare e né obbedire. Quindi è sempre nemico della politica che ha la sua ragion d'essere nell'arbitraria unificazione delle persone nell'unità sociale. Quindi l'unità sociale è quel fattore criminale che rende schiavo l'uomo dell'uomo. Ogni comportamento "politico" è un atto di guerra: a ragione Schmitt definì la politica un rapporto tra amico e nemico.
SALVINI IL FASCISTA 
Con lo squadrismo fa manganellare e bere l'olio di ricino agli avversari politici, ha fatto la marcia su Roma, ha fatto uccidere Matteotti, si è alleato con Hitler, ha chiuso tutti i partiti con il partito unico, ha chiuso i giornali di opposizione e censura quelli pubblicati, impedisce la libertà di parola e di stampare libri anti-regime, fa arrestare gli omosessuali, chiude le donne in casa, ha dichiarato guerra a Francia, Grecia e Russia, ha causato bombardamenti in Italia, ha creato la Repubblica di Salò. Ah no, mi sono sbagliato, quello era Mussolini. E allora perché sarebbe fascista? Perché non vuole l'Italia invasa dai migranti o la schiavitù all'Europa e alla globalizzazione? Perché trova giusto che, a casa propria, ci si difenda da soli senza magistrati tra le palle? Ma che ci state prendendo per il culo?
ROMANTICISMO E GLOBALIZZAZIONE 

La globalizzazione è una dittatura illuminista: “Dire senso di nazionalità, significa dire senso di individualità storica. Si giunge al principio di nazione in quanto si giunge ad affermare il principio di individualità, cioè ad affermare, contro tendenze generalizzanti ed universalizzanti, il principio del particolare, del singolo..l’idea di nazione sorge e trionfa con il sorgere..di quel grandioso movimento di cultura europea, che ha nome Romanticismo..L’imporsi del senso della ‘nazione’ non è che un particolare aspetto di un movimento..<che> proclama i diritti della passione, contro le tendenze a livellare tutto” (F. Chabod - “L’idea di nazione”). La nazione si oppone a quel cosmopolitismo borghese illuminista, che vuol fare di tutti i popoli un solo popolo nella mercificazione.
CONVERGENZA TRA ROMANTICISMO TEDESCO E LEOPARDI 

Anche se per fede il romantico tedesco ancora spera nell’al di là, quest'ultimo rimane rinchiuso nelle nebbie di una teologia negativa a cui, per non cadere nel nichilismo, si sfugge solo percependo il divino nella natura visibile, per cui proprio i sensi, che nella tradizione cristiana ufficiale negavano Dio (vedi Sant’Agostino e Lutero, ma ciò sta alla base anche del metodo scientifico generato da Cartesio), nel Romanticismo diventano proprio ciò che rivelano Dio, perché Dio è visibile proprio nella natura: “’La natura nasconde Dio!’ Ma non a tutti!” (J. W. Goethe - “Massime e riflessioni” 811). E’ la convergenza tra il materialismo romantico e il materialismo leopardiano, che certo non è un materialismo meccanicistico, quando si rivolge alla natura.

domenica 7 aprile 2019

LA SINISTRA, BENJAMIN E L'ARTE

W. Benjamin, scrittore marxista-comunista, noto più per essere morto per sfuggire ai nazisti (di origine ebraica), che per il valore dei suoi scritti (esaltati dai prof. di sinistra delle università), scrive: "Questo è il senso dell'estetizzazione della politica che il fascismo persegue. Il comunismo gli risponde con la politicizzazione dall'arte" ("L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità storica"). Insomma alla merda fascista sull'arte, si risponde con la doppia merda sull'arte comunista. Usare l'arte come mezzo per estetizzare un messaggio politico è certo merda, ma fare della politica il contenuto stesso del messaggio artistico è doppia merda, ciò nel presupposto arrogante che l'arte debba educare. La bontà del politico del futuro! "Politica" è governare il prossimo, annientarne la libertà.
LA SINISTRA E L'OCCUPAZIONE

L'uomo di sinistra è un fascista ipocrita e ha l'ossessione dell'eguaglianza. Nel capitalismo c'è sfruttamento, come mostrano le grandi aziende e le ville faraoniche dei ricchi. Ma l'opposto è inammissibile. "Tutto ciò che pubblico è di tutti, quindi è mio": il dogma della sinistra. Di qui la logica dell'occupazione. Si occupa la Tv di Stato, la magistratura, perfino le case private, si occupano capanni trascurati, cinema e teatri chiusi, le strade con le manifestazioni (tipo processioni cristiane: non vieni da me? Vengo io a romperti i coglioni). Le manifestazioni di massa sono sfilate "para-militari", occupano il territorio. Già un volantinaggio è più discreto, perché rispetta l'uso per tutti della strada. E' Storia che in ciò è la sinistra che ha educato la destra. Comunisti o fascisti "occupano" lo Stato.
L'HANDICAP

2000 anni di cristianesimo, con l'idea della "vita eterna" e l'obbligo di vivere, hanno bruciato il cervello pure a laici e atei. Ho avuto un fratello che, prima di morire, ha vissuto per 3 anni e 1/2 su una sedia a rotelle: era umiliante per lui e io, unico suo assistente, lavoravo: ho perso qualche anno di vita per aiutarlo. Se divento inabile, vado in paesi dove c'è l'eutanasia, altrimenti farò un suicidio violento, la cui sofferenza sarà colpa dei nemici dell'eutanasia. E se si nasce inabili? Per mantenere un inabile occorre non lavorare o essere ricchi ed è su questo che conta la Chiesa. Provvedano i ricchi! A Sparta si uccidevano i neonati inabili per motivi di Stato, ciò è inammissibile, ma lasciarli morire subito per pietà è lecito. Li amate lo stesso? E allora suicidatevi: aiutare un inabile, lavorando, è un suicidio.
IL SEGRETO DEL ROMANTICISMO 

Prima c'erano l'Illuminismo e il Neoclassicismo, che adoravano il Dio-ragione (da cui il gergo: "non è ragionevole"), un "mondo di idee" dominato da misura, regolarità, utilità, perfezione, con statue che rappresentano uomini perfetti, per quanto impersonali e smorti, da raffigurare quasi la "vita eterna", senza morte (un uomo fuori dal mondo e suo padrone). I romantici, invece, compresero la natura, che non c'è vita senza morte e amarono la morte per amore della vita. Misura, regolarità, utilità sparirono, si visse di intensità, di entusiasmo, di disperazione, di vibrazione emotiva. Nella "Serenata" di Schubert, che i dotti dicono classicista, c'è, sì, un andamento elegante e armonioso, ma anche l'intensità della disperazione, a momenti sembra quasi pianto. E' Romanticismo.

sabato 6 aprile 2019

IL MATERIALISMO ROMANTICO OVVERO "IL DISCORSO DEL CRISTO MORTO" 

Un caso esemplare del “materialismo romantico” usato per sostenere una religione che non ha più nulla di intellettuale, è il “Discorso del Cristo morto” di Jean Paul, in cui i morti, giunti nell’al di là, trovano che Dio non esiste, è il nulla, ed è Cristo stesso ad annunciarlo. Un rifiuto palese del nichilismo intellettuale di cui tanto si beano gli esistenzialisti sia dell’Ottocento che del Novecento. Ma, non appena tale incubo si rivela come “sogno”, il risveglio alla realtà della natura, rigenera immediatamente la fede (non l’atto intellettuale) nel divino (più che in Dio), quasi che, senza il mondo terreno e materiale venisse a scomparire anche il divino e Dio stesso, per cui, nel Romanticismo, è il mondo naturale a fare da sostegno a Dio e non Dio a fare da sostegno al mondo: “Una sera d’estate ero disteso al sole, su una montagna, e mi sono addormentato. Mi è parso, in sogno, di svegliarmi al camposanto..Tutte le tombe erano scoperchiate e mani invisibili aprivano e chiudevano i cancelli di ferro dell’ossario..Dal cielo pendeva a grandi pieghe una nebbia grigia..Sopra di me udivo il lontano cadere delle valanghe, e sotto di me il primo sommovimento di un immenso terremoto..Tutte le ombre erano riunite attorno all’altare..Un solo morto appena sepolto nella chiesa, giaceva ancora disteso sul cuscino..Quand’ecco che, dall’alto, è calata sull’altare una grande e nobile figura segnata da un dolore imperituro, e a tutti i morti hanno esclamato: ‘Cristo! Non esiste un Dio?’ Ha risposto: ‘No, non esiste’..Quando ho levato lo sguardo sull’orbe infinito in cerca dell’Occhio divino, mi ha fissato un’orbita vuota e senza fondo..i bambini morti che si erano svegliati nel camposanto, si sono gettati ai piedi della grande figura sull’altare e hanno detto: ‘Gesù! Non abbiamo un padre?’. E lui ha risposto piangendo a dirotto: ‘Siamo tutti orfani, voi ed io: non abbiamo un padre’ <sembra l’anticipazione della ‘morte di Dio’ di Nietzsche>..’Riconosci la terra?’. Qui Cristo ha abbassato lo sguardo, l’occhio si è riempito di lacrime e ha detto: ‘Ahimè, anch’io ci sono stato; allora ero ancora felice, allora avevo ancora il mio padre eterno’..mi sono svegliato. L’animo mio ha pianto di contentezza di poter di nuovo pregare Dio..Quando mi sono alzato, il sole splendeva..e gettava pacifico il il riflesso del suo tramonto verso la piccola luna che saliva a oriente..Fra il cielo e la terra un felice mondo fugace dispiegava le sue brevi ali e viveva, come me, al cospetto del Padre infinito” (Jean Paul (Richter) - “Siebenkas” (Settegormaggi) - 2° vol., cap. 8°, Primo fiore - “Discorso del Cristo morto”). E’ l’universo che svela Dio e l’uomo non è il centro del mondo.
NO ALLE ADOZIONI GAY 

"Disprezzano il corpo: lo hanno lasciato fuori del calcolo" (F. Nietzsche - "Fram. post. 88-89, 14(96)). Essere anarchici vuol dire "ribellione al governo", non al "proprio corpo" o alla "natura". Chi fa del corpo una questione politica e sociale, fa del sociale un Dio, non è mai anarchico, è antropocentrico e schiavo, perché l'anarchico difende proprio quella personalità e diversità naturale dell'individuo che esiste prima delle regole sociali. Che gli omosessuali vengano perseguitati è inaccettabile, perché nella vita personale ognuno fa quello che gli pare. Ma quando nella cosa è coinvolto un terzo essere, allora non si segue l'arbitrio, ma la natura. In natura solo maschio e femmina fanno figli. Gli omosessuali o sfruttano occasioni dolorose (adozioni) o addirittura sfruttano il corpo degli eterosessuali (utero in affitto: qui non c'è la donna oggetto?; banche del seme). Si dice: ma l'omosessuale dà amore al bimbo. A parte che la parola amore, dopo lo sputtanamento che ne ha fatto il cristianesimo, non significa più un cavolo, allora, visto che anche cani e gatti danno amore ai bimbi, dovremmo ammettere pure che cani e gatti adottino dei bimbi. L'amore non basta! State tenendo "il corpo..fuori del calcolo". Non solo il bambino, fino alla pubertà, identifica l'affetto con una persona in carne ed ossa e, se si confronta con altri bimbi, vede diversità fisiche che non capisce, ma la stessa diversità fisica tra maschio e femmina indica due persone di riferimento fisico e caratteriale diverse ed entrambe significative per il bimbo. In altri termini il bimbo ha diritto anche alla differenza tra padre e madre che fa rientrare il corpo nel calcolo.

venerdì 5 aprile 2019

CONFESSO 

Se vedo due maratoneti o due tennisti, uno bianco e uno di colore, tifo sempre per il bianco. Ciò a parità di condizioni, salvo che l'abilità di quello colore è così palese che rendo onore al merito per senso di giustizia. Ma a pari condizioni scelgo sempre il bianco. Per lo stesso motivo tifo per una squadra di calcio italiana e non per una tedesca o tifo per la Lazio e non per Milan o Palermo. Per voi sono, dunque, razzista. Perciò è razzista anche il genitore che tifa per il figlio che gioca tra i dilettanti. C'è pure il palermitano che tifa per la Juventus, cazzi suoi, ma non lo stimo, non ha scelto per la vicinanza a sé, ma per il più forte o abile: una squadra che vince sempre o un giocatore fuoriclasse. A me, invece, chi vince sempre diventa antipatico e sono razzista contro di lui. Sì, devo essere razzista, e ci resto!
IL FALSO RAZZISMO 

L'anti-razzismo odierno è un'invenzione ideologica. Con i suoi parametri ogni nazione sarebbe stata razzista fino al 1945. I vincitori della Seconda guerra mondiale non erano i buoni contro i cattivi, erano portatori di un'ideologia pericolosa almeno quanto il nazismo: l'omologazione mondiale. Era l'universalismo missionario cristiano (Vaticano), era l'egualitarismo umanitario e comunista, era il mercato globale borghese. Tutti e tre volevano un mondo Uno e indivisibile. Per questo hanno sfruttato con la demagogia l'orrore dell'olocausto, facendo del razzismo un mostro, ma il vero razzismo fa genocidi, distrugge case, negozi, famiglie di chi perseguita, ve lo immaginate un nazista razzista perché fa "buu" ad un ebreo o a un calciatore di colore? Il concetto di razzismo è stato esteso fino ad avere l'obbligo di convivere con chiunque, di non avere antipatie per persone e razze. Non accogliere i migranti è razzismo, non volere ladri Rom è razzismo. A questo punto uno razzista ci diventa davvero, massacrando i buoni.
LA MORTE TECNOLOGICA 

Aereo etiopico. Preferisco essere assassinato da un uomo piuttosto che morire per il malfunzionamento di un software. Sì, sono un uomo antico e me ne vanto. Dite che vivo in questa società? Quale altra possibilità ho, senza morire nel giro di 2 giorni, viziato anch'io come sono? Sputo nel piatto dove mangio? Finitela con questo detto da conformisti! Sputare nel piatto dove si mangia è un atto di coraggio: si può perdere quel piatto. I progettatori del software saranno processati per procurata strage? O la tecnologia è sacra? Solo quando vi fa comodo. L'automobile di 10 anni fa inquina? Non l'ha fatta la tecnologia? E poi inquina il numero delle automobili, se 7 miliardi di persone avessero una carrozza con due cavalli, saremmo inquinati dalla merda. La tecnologia con un filtro trasforma la merda in profumo di rosa?

giovedì 4 aprile 2019

KEAN E IL RAZZISMO 


Nell'Avanspettacolo anni '50 e '60, se un attore non piaceva, o perché non bravo o perché antipatico, i fischi, i "buu" e i pomodori tirati addosso si sprecavano. Se ci fosse stato un attore di colore, l'idiozia anti-razzista odierna avrebbe parlato subito di razzismo. L'anti-razzismo odierno è la punta più fanatica e ideologica del presunto obbligo della fratellanza universale cristiana o dell'affarismo della globalizzazione. L'uguaglianza dell'Umanità è diventata una religione. Kean ha preso dei "buu" perché ha esultato in modo provocatorio, andandosi a mettere a gambe e braccia larghe sotto la curva dei tifosi cagliaritani. Tant'è che anche Bonucci l'ha ripreso, ma pure Bonucci è finito nel mirino degli anti-razzisti, soprattutto quelli di colore, che ormai fanno le vittime a priori. Non mi sembra che prima di tale episodio ci fossero stati dei "buu" razzisti nei confronti di Kean. In ogni caso mostrare antipatia per un giocatore, una squadra, perfino una razza, non è razzismo, il razzismo è dichiarare la superiorità di una razza, distruggere i beni delle razze ritenute inferiori, massacrarle, aggredirle fisicamente. L'antipatia, personale o popolare, è un diritto che spiace solo a chi ha già stabilito che l'Umanità debba essere Una e indivisibile, come Dio. Io sono ateo anche in questo.

mercoledì 3 aprile 2019

TORRE MAURA 

Apprezzo i cittadini di Torre Maura che si sono ribellati all'installazione di un campo Rom nel loro quartiere. I magistrati, senza vergogna, indagano per "odio razziale". La solita mafia del PD che occupa la magistratura e magari abita ai Parioli con una camionetta della polizia sotto casa. Rom ai Parioli! I Rom rubano? Lo dicono loro stessi. Che i Rom rubino è una legge scientifica, fa parte della loro vita depredare ciò che trovano a portata di mano. Non cercano un lavoro. Sui bugiardini dei farmaci ci sono delle controindicazioni, spesso ampie: il farmaco fa bene, ma con eccezioni. Tutto si basa sui numeri. Con i numeri la maggior parte dei Rom ruba, quelli che non rubano sono eccezioni. Quindi, la legge scientifica è che i Rom rubano, salvo eccezioni. Difendersi dai ladri è diventato odio razziale?
Che ci siano "pregiudizi arbitrari" è indubbio, ma non sta scritto da nessuna parte che tutti debbano vivere con tutti: questo è il dogma del mercato globale e del commercialismo borghese. Se uno detesta i "rosci", ha il diritto di non frequentarli e, se apre un bar, ha il diritto di interdire l'ingresso ai rosci. Dite che così salta il mercato perché ognuno offre i prodotti solo a chi gli sta simpatico? E per non far saltare il mercato annullate le personalità, che sono fatte anche di pregiudizi? Chi se ne frega del mercato. Voi, invece, volete l'indifferenziato, anche contro natura. Tutti uguali: giovani e vecchi, eterosessuali e omosessuali: siete lo specchio della società di mercato! Se un ottantenne vuole andare a letto con una diciottenne, lo trovate disdicevole. Perché? Rispondete che è contro natura? E se qualcuno ritiene contro natura l'accoppiamento omosessuale? O il contro natura vale solo quando lo stabilite voi? Il contro natura non è arbitrario, poi ognuno, nella sua indipendenza, fa quello che gli pare: si accoppiano gli omosessuali e l'ottantenne e la diciottenne.
"IL PEGGIOR PREGIUDIZIO E' CHE NON SI DEBBANO AVERE PREGIUDIZI". I PREGIUDIZI HANNO DIRITTO NATURALE DI ESISTENZA, VANNO GESTITI, MAGARI SEPARANDO, NON ELIMINATI. ELIMINARLI SIGNIFICA FARE VIOLENZA SULLE CONVINZIONI E SULLA PERSONALITA' ALTRUI E SIGNIFICA ANCHE CREDERSI DIO.
LA TESTA E LA PANCIA 

In Tv giornalisti e leccapiedi del mercato globale, dell'Europa e del PD parlano dei sovranisti e populisti, magari compreso il M5S, dicendo che si fanno votare rivolgendosi alla pancia, anziché alla testa. La testa nasconde la ragione e cela una mistificazione del linguaggio nata con l'Illuminismo per cui "ragionevole" è diventato sinonimo di saggezza, di giusto, di vero. Il che significa: lasciate tutto come sta nell'interesse della borghesia. Se si ragiona con la testa nessun passo avanti si fa verso la giustizia e la verità. La pancia coglie il vero e il giusto meglio della testa e agisce ed è proprio questo agire, questo ribellarsi emotivo che i padroni del mondo temono e diffamano mediante i giornalisti dei talk show come se decidere con la pancia fosse per sé sbagliato. Viva la pancia!

martedì 2 aprile 2019

LA SINISTRA E SALVINI

Detesto della sinistra i suoi residui cristiani, come l'accoglienza dei migranti, l'altruismo, l'egualitarismo contro natura, poi detesto il suo indifferenziato umanitarismo, che non distingue con forza individui e popoli, e il suo europeismo. Accetto la sua difesa dei lavoratori sfruttati (voglio abolire il concetto di "lavoratore dipendente"), l'eutanasia, l'aborto, il divorzio (solo se consensuale). Detesto di Salvini la barbarie della castrazione chimica, il suo cristianesimo di facciata (tipo crocifissi nelle scuole), il suo rivangare il servizio militare obbligatorio. Accetto la sua distinzione sessuale tra i genitori, la legittima difesa personale, l'ostilità contro i migranti, l'ostilità verso l'Europa e il detto "prima gli italiani". Votandolo corro dei rischi, ma la questione migranti mi appare ora decisiva.
SENTIERI SELVAGGI (su Iris) di John Ford, con John Wayne 

Io sono un uomo dell'Ottocento, dell'Ottocento selvaggio, quando per vivere ci voleva il coraggio e non la sicurezza, quando si viveva in spazi aperti e non in cloache dette città, quando ci si doveva difendere per forza da soli, perché Dio in terra, lo Stato, non esisteva, quando si aveva la dignità della libertà e non la schiavitù delle regole e dell'altruismo che ti rendono una marionetta. Vivere a lungo non ha importanza, morire con una revolverata in fronte è una delle migliori morti che ci si possa augurare, certo meglio che morire lentamente in un lago di piscio e martoriato da flebo in un'ospedale, vivo, ma escluso dalla vita. Dovrebbe essere lecita la "dolce morte" (eutanasia), ma anche avere una pistola, usabile solo in casa, per potersi sparare e morire in un attimo.
PSICHIATRI DELINQUENTI 
Non bastava quel delinquente di Cesare Lombroso, fanatico della scienza dell'età positivista, che pretendeva di stabilire se uno era delinquente o no dalle fattezze del volto. Ora è uguale con il fascismo sanitario del Trattamento sanitario obbligatorio. Una maratoneta, anche di livello (ha partecipato alle Olimpiadi), a un certo punto, per sua sfortuna, ha smesso di camminare. E' stata sottoposta a varie operazioni con esito del tutto nefasto. Fino a quando non è arrivato il genio della psichiatria, pardon della delinquenza, il quale ha stabilito che forse tutto dipendeva da un fatto psichiatrico e l'ha sottoposta ad un Trattamento sanitario obbligatorio. Un tale trattamento perché non cammina ed è perfettamente lucida? Si è rivolta al Ministro Grillo, che intervenga e faccia licenziare subito quei medici!

lunedì 1 aprile 2019

L'ICONOCLASTIA

Rifiuta il culto delle immagini. Che il culto di immagini artificiali (Tv) sia una perversione è indubbio. Ma c'è dell'altro. Nell'antica cultura ebraica, negli Esseni, poi nel cristianesimo monacale, si pensava che l'uomo fosse solo spirito, per cui la riproduzione dei corpi (o della natura), anche se di santi, era ritenuta blasfema. Un disprezzo fanatico di corpo e natura. Tale disprezzo venne ereditato dagli arabi, che non riproducono corpi o natura, ma solo una barocca arte geometrica. Con l'influenza degli ebrei, ma specie degli arabi in espansione, nel 726 d.C. si diffuse l'iconoclastia nell'Impero bizantino. Nel Rinascimento l'iconoclastia risorse con lo spiritualismo tutto interiore del protestantesimo ed è cronico ancora oggi nel disprezzo verso il corpo nudo e la natura e nell'aggressività tecnico-industriale.
Quando si dice: sto in bella compagnia! PS - Indovinate perché non si vedono le mie mani? 😜😄