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mercoledì 13 febbraio 2019

VIRGINIA RAFFAELE E SANREMO 

Non solo perché Virginia è stata mia alunna, ma anche per questo, non posso sopportare il vomitevole giudizio di un prete medievale capo degli esorcisti. Vedere in un uomo un "posseduto" dal diavolo, se non fosse ridicolo e che il diavolo mi è più simpatico di Dio (vedi "satanismo romantico", da Goethe a Byron, che vedevano in Dio il tiranno e nel diavolo l'uomo libero ribelle; ma da ateo non posso credere al diavolo perché non credo in Dio), è 
una malignità perversa da prete, da essere inferiore. I preti e le suore mi fanno vomitare. Virginia nella scena faceva solo la versione comica di un disco rotto mentre cantava una vecchia canzone (Mamma): l'incantarsi ripetuto che rovina l'esibizione fa pensare che il diavolo ci metta lo zampino: di qui il ripetuto "Satana, Satana". Che in TV non si possa dire "Satana", che l'arte della musica o del teatro debba essere censurata da un prete, è inaccettabile. Salvini, anziché pensare, giustamente, a non far entrare migranti, parla di "sette sataniche"? Su questa strada idiota del cattolicesimo reazionario non lo seguo. Non si fa entrare la barbarie islamica per resuscitare la barbarie cattolica?

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