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domenica 8 marzo 2020

NON SI VIVE PER NON MORIRE

Da duemila anni, prima la religione cristiana, poi la scienza, non fanno altro che proporre un sistema di vita basata sul principio per cui "per non morire non bisogna vivere". Di qui la speranza in rinascite dopo la morte o il chiudere le persone dentro campane di vetro, come oggi con il corona virus. Ma vivere è rischio continuo di morire, chi non accetta questo dato di fatto non vive, ma non può imporre questa prospettiva agli altri, come avviene oggi con l'omologazione comportamentale dettata dalla sanità pubblica, dalle leggi, dallo Stato. "Disobbedienza civile"! Vivere o morire dipende dalla forza, ma soprattutto dal "caso" (trovarsi sotto un rupe nel momento di una valanga dipende dal caso e la forza non serve a niente). Io voglio vivere secondo il "caso", non secondo la "previsione" di "contagio".

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