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martedì 3 marzo 2020

I MIEI SOGNI

Una volta sognavo i miei genitori o mio fratello vivi, poi o nel sogno stesso o al risveglio rivivevo il trauma del lutto. Adesso mi sogno ancora professore che, come allora, per passione, lavora tutto il giorno, progettando linee guida che mostrino le degenerazioni del pensiero umano, con autori condivisibili o detestabili, ma con lo spirito di chi fa riflettere perché affronta la questione da un'ottica diversa da quella comune. Più filosofo che professore. Poi o nel sogno o al risveglio rivivo, come un lutto, che sto in pensione da più di 5 anni e i progetti del sogno sfumano. Sono tristi i pensionati, specie se non sono nonni: penso a Novalis: "Che cosa ritarda il nostro ritorno?/ Già riposano in pace i più cari./.../ Più nulla abbiamo qui da cercare -/ il cuore è sazio - il mondo è vuoto" (Novalis - "Inni alla notte" VI)

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