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martedì 31 marzo 2020

IL VIRUS DELLA PAURA 

Sento dire "nulla sarà come prima". L'avevo sentito dire da un mio collega imbecille dopo il crollo delle Torri Gemelle. Significa che non potremo darci la mano? Non potremo abbracciarci? Non potremo pomiciare con chi ci piace? Che i rapporti occasionali saranno vietati? Che gireremo stando a 2 metri dagli altri, con i guanti e le mascherine? Le persone che alimentano questa paura sono detestabili, ignorano che nella vita si può morire in qualsiasi momento e che la cosa più stupida è non vivere per la paura della morte. Passati i divieti voglio scopare con tutte le sconosciute che incontro e ci stanno. Chi cavalca la paura sta preparando una dittatura, psicologica e sanitaria prima, politica dopo. Stiamo andando dall'emergenza al Grande Fratello?

lunedì 30 marzo 2020

1) SVEZIA 2) RENZI 

1) In Svezia sono vietati assembramenti di più di 500 persone, poi passate a 50. Per il resto si esce e si fa tutto come prima. Come mai ci sono meno contagiati che in Danimarca e soprattutto Inghilterra (che pure è un'isola!) dove sono tutti chiusi in casa quasi come in Italia? 2) Renzi ha una vocazione per le cazzate: dice che prima di Pasqua possono uscire i ragazzi e per quelli da 70 anni in su il divieto deve restare. Sarebbe razzista e incostituzionale, io non rispetterei l'ordine. Caso mai non deve uscire chi è contagiato, giovane o vecchio che sia. Se è vero che i più giovani si contagiano meno o per nulla, uscendo il vecchio mette a rischio solo la sua vita e questo non può essere vietato dallo Stato con la scusa di una "tutela" che nessuno gli ha concesso.
NO A SINISTRA E A DESTRA

La questione migranti mi ha convinto che non posso votare per la sinistra, perché non riconosce la sudditanza italiana all'Europa e la differenza tra la cultura italiana e quella dei migranti (umanitarismo), per di più segue i dettami della compassione e accoglienza cristiana che io detesto. La questione corona virus mi ha convinto che non posso votare per la destra, perché si è fatta portavoce del "chiudiamo tutto", come se in ballo ci fosse solo la sicurezza sanitaria e non anche la soppressione della libertà. Non si può rimproverare il governo di aver proceduto con gradualità, perché, se il focolaio sta in Lombardia e non in Calabria, bisogna rispettare la libertà dei calabri. Il fatto che la destra ignori così facilmente la libertà, mi ha fatto capire che in essa sopravvive ancora la tendenza dittatoriale.

domenica 29 marzo 2020

RAI 3-INDOVINA CHI VIENE A CENA

La trasmissione, facendo la storia delle epidemie, a partire dalla "Spagnola" del 1918 (ce ne sono state molte, di alcune non ci si è mai accorti in Occidente), constata che sono sempre venute da animali, soprattutto di allevamento. Tali masse animali si ammalano (prendendo il virus da animali selvatici) e trasmettono il virus all'uomo o come cibo o per la vicinanza. L'allevamento è innaturale e i carnivori sono più a rischio epidemia, che poi trasmettono (ammesso il contagio) agli altri. Ma c'è di più, per impedire le epidemie gli allevatori danno antibiotici a priori agli animali, con la conseguenza che si sviluppano virus sempre più resistenti che, se arrivano all'uomo, producono gli effetti del corona virus. Poi anche gli uomini si adattano al virus, in realtà sarebbe una guerra continua.

venerdì 27 marzo 2020

NUMERI, CONTAGIO E PAURA

Con i numeri non ci si capisce più un caz.. La prote. civile dà il numero di contagiati, guariti e deceduti. Poi il giorno dopo dice che mancano dei dati. Figurarsi se riescono a stabilire chi muore per il corona virus e chi no. Si parla degli asintomatici come untori nascosti, c'è chi vorrebbe fare il tampone a tutti, espropriandoci del corpo. Sugli asintomatici si danno i numeri, c'è chi dice che sono il doppio dei contagiati ufficiali, chi 3-4 volte. Delle cose sconosciute si ha più paura. E' perfino dubbio che i contagiati asintomatici (una contraddizione!) possano contagiare altri. Uno specialista ha fatto un esame per la provincia di Bergamo: ha detto che dal 1°/1/2019 al 19/3/2019 i morti erano 600 (senza Colid 19) e nello stesso periodo del 2020 sono 1100. Meno del doppio. Allora?

giovedì 26 marzo 2020

LEONARDO E IL LABORATORIO

"Striscia" ha riproposto un servizio di Leonardo, trasmissione scientifica della Rai, dell'epoca di Wuhan. In esso si suppone che il contagio sia partito dal laboratorio di ricerca di Wuhan, in cui un pipistrello da esperimento avrebbe contaminato un ricercatore. Poi si è data la colpa al vicino mercato del pesce. Non prodotto dal laboratorio, ma creato là. Altri scienziati dicono che la struttura del Covid 19 non è quella di un virus artificiale. Sono credibili? Sono parte interessata, difendono il loro lavoro. Però il virus è comunque colpa della sperimentazione. Ecco attuali le parole di Rousseau: "la natura ha voluto preservarvi dalla scienza, come una madre strappa un'arma pericolosa dalle mani del figlio..Quanti pericoli, quante false vie nella ricerca scientifica" ("Discorso sulle scienze e sulle arti")
PERCHE' NON CREDO AL CONTAGIO

Non credere al contagio non significa non credere a malati guariti o morti. Significa non credere al modello di spiegazione. Esso è metafisica scientifica, suppone un mondo microcellulare visibile solo in laboratorio e un meccanismo di causa ed effetto. Io credo solo a quel che vedo a occhio nudo. La legge di causa ed effetto è meccanica: alla presenza del virus in A (in Mario), B (Carlo) si contagia automaticamente. Dato A, quindi B. Questa meccanicità non c'è, capita spesso che B (Carlo) non si ammala alla presenza di A (virus in Mario). I simboli scientifici non corrispondono alla realtà: capita che B può anche avere il virus, ma non sta male, è "asintomatico" (un non-malato nella realtà è malato per il laboratorio?). Il contagio sarebbe vero solo se avvenisse al 100%.

mercoledì 25 marzo 2020

VIRUS E GIOVANI

In Inghilterra è morta una ragazza per corona virus e non aveva altre patologie. Che i giovani stiano attenti dunque. Però dubito che quella ragazza non avesse niente. Forse non aveva una malattia specifica. E' certo che il suo sistema immunitario non ha reagito a dovere al virus. Il sistema immunitario può essere fragile per due motivi: eccesso di medicalizzazione ed eccesso di igiene. I vecchi, a causa delle patologie che accumulano, soffrono per lo più di eccesso di medicalizzazione, così il sistema immunitario non ferma l'infiammazione che giunge alle patologie rendendole mortali. Sistema immunitario spremuto. Ma si può morire anche se l'igiene, creando un ambiente super-protetto, rende atrofizzato il sistema immunitario, il che è più facile possa capitare ai giovani.
VIRUS E MIGRANTI

Gira voce che i migranti, specie africani, non siano colpiti dal virus. In effetti meraviglia l'Africa poco contagiata. E' tesi opposta a quella razzista per cui i migranti porterebbero il virus. Io credo ci sia una risposta più coerente. USA, Europa, Cina sono zone più collegate rispetto all'Africa, Africa che è meno medicalizzata. Farmaci e cure, nel curare, spremono il sistema immunitario. Lo stesso eccesso di igiene, generando un ambiente più protetto, rende tale sistema meno reattivo. Igiene e medicalizzazione in Africa mancano, grazie ad ambienti più naturali il corpo degli africani si difende da solo dai virus. I costumi possono rovinare tale equilibrio e creare epidemie (Ebola), ma, per lo più, il corpo degli africani è più reattivo: si auto-immunizza verso il Covid 19 che, per noi indeboliti europei, è letale.

lunedì 23 marzo 2020

AVIGAN

Non ci sono solo fake news, c'è anche chi fa passare tutto per "fake news" (gente per la quale conta solo ciò che è ufficiale, per la quale una bugia ufficiale è verità e una verità non ufficiale è falsità: talebani della forma e dell'ordine). Non capisco perché Speranza (ministro della salute), dopo aver ricevuto il consenso dell'Aifa (agen. italiana del farmaco), ha dato il benestare alla sperimentazione dell'Avigan (già avvenuta in Cina e Giappone), richiesta da Zaia (governat. del Veneto), se, come diceva qualcuno, l'Avigan era solo una "fake news" o un farmaco già usato (senza risultati) allo Spallanzani. Se solo ora si esperimenta, su quali basi si fa passare la notizia del farmaco per "fake news" o si dice che era già in uso allo Spallanzani? Attenti alle fake news, ma anche alle dichiarazioni ufficiali e giornalistiche.

sabato 21 marzo 2020

FANATICI DEL "CHIUDIAMO TUTTO"

Quando sento dire, come se fosse una cosa semplice, "restare in casa è un sacrificio alla portata di tutti", penso di trovarmi davanti ad una persona terrorizzata che ragiona meccanicamente con lo schema contagio-isolamento. Nel "tutti" ci sono persone per necessità fisiche e forme psicologiche diverse. Per qualcuno chiudersi in casa può essere un suicidio. Io aspetto con curiosità il 26/3, perché sono 15 gg. dal decreto dell'11/3. Se è vero quel che hanno detto, cioè che l'incubazione del corona virus è di 15 gg., allora dal 26/3 i contagiati dovrebbero diminuire. Se non diminuiscono, allora il binomio contagio-isolamento cade. Ora c'è l'isteria, perché, se non passano i fatidici 15 giorni, il fatto che seguitino ad esserci contagiati e morti dovrebbe essere ovvio. Sono prove di fascismo?
MEDICALIZZATI

Nel 1917-18 ci fu in Europa "la spagnola", un'epidemia che fece più di 100 milioni di morti. Ancora siamo lontani. L'uomo pensa sempre al contagio: i "buoni" sono i più maligni di tutti, ma la malattie si spiegano in altro modo. Alla fine della 1° Guerra mondiale c'era una povertà e una fame da non poter immaginare, molta gente aveva difese immunitarie nulle. Lo sviluppo delle città, con il loro clima malsano (che aveva creato già nell''800 la TBC), e uomini debilitati era ovvio si morisse. Però nessuno venne chiuso in casa. Oggi le città hanno sempre un clima malsano, la pianura lombarda per umidità ancora peggio, ma la cosa più probabile è che giovani e vecchi, soprattutto i secondi, siano "medicalizzati" al massimo, cioè hanno il sistema immunitario "spremuto" (perché su esso si basano i farmaci e cure).
L'ESPERTO

In una tribù primitiva non c'era l'esperto o era lo stregone: prima forma di potere. Nella modernità siamo padroni di noi sì e no al 2-3%, gli esperti gestiscono l'altro 95%. C'è l'esperto di difesa (poliziotto), di salute (medico), di volontà (politico) ecc. Se l'esperto di salute dice a quello di volontà che c'è un rischio, allora, se la scienza ha un'autorità superiore, il politico obbedisce. Non si valuta come le varie persone affrontano le cose: malattia e morte non sono uno spauracchio per tutti. L'esperto usa il concetto di "contagio" (misantropia) per prendersi la scena. Il fatto è che, come diceva Leopardi, dove tutti sanno poco (professioni, specializzazioni) nell'insieme si sa poco (non c'è filosofia). Chi sa l'insieme (filosofo) viene accusato di ignoranza, perché la vita, divisa per settori, è gestita da esperti.

venerdì 20 marzo 2020

DECRETI HITLERIANI

Parliamoci chiaro, viva chi può, muoia chi non può, i decreti legge di Conte sono incostituzionali. "Le limitazioni che la legge stabilisce stabilisce..per motivi di sanità" (art. 16 Costitu.) non possono spingersi a non far uscire di casa un'intera nazione sulla base di pregiudizi pseudo-scientifici come il "contagio". Fare di ogni cittadino un possibile untore è una degradazione inammissibile, anche se lo dice la scienza. Siamo al livello dei decreti di eccezione di Hitler: Hitler considerava gli ebrei il contagio e lo sterminio era l'annientamento del corona virus ebraico. Siamo in carcere come gli ebrei, con la differenza che stiamo, ma non tutti, in una gabbia dorata. La democrazia deve correre dei rischi, non può ammettere il carcere per tutti per compassione cristiana. La Cina è una dittatura, non un esempio.
CONDIVIDO A PIENO L'ARTICOLO DI AGAMBEN CHE SEGUE

Un giornalista italiano si è applicato, secondo il buon uso della sua professione, a distorcere e falsificare le mie considerazioni sulla confusione etica in cui l’epidemia sta gettando il paese, in cui non si ha più riguardo nemmeno per i morti. Così come non mette conto di citare il suo nome, così nemmeno vale la pena di rettificare le scontate manipolazioni. Chi vuole può leggere il mio testo Contagio sul sito della casa editrice Quodlibet. Piuttosto pubblico qui delle altre riflessioni, che, malgrado la loro chiarezza, saranno presumibilmente anch’esse falsificate.

La paura è una cattiva consigliera, ma fa apparire molte cose che si fingeva di non vedere. La prima cosa che l’ondata di panico che ha paralizzato il paese mostra con evidenza è che la nostra società non crede più in nulla se non nella nuda vita. È evidente che gli italiani sono disposti a sacrificare praticamente tutto, le condizioni normali di vita, i rapporti sociali, il lavoro, perfino le amicizie, gli affetti e le convinzioni religiose e politiche al pericolo di ammalarsi. La nuda vita – e la paura di perderla – non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e separa. Gli altri esseri umani, come nella pestilenza descritta da Manzoni, sono ora visti soltanto come possibili untori che occorre a ogni costo evitare e da cui bisogna tenersi alla distanza almeno di un metro. I morti – i nostri morti – non hanno diritto a un funerale e non è chiaro che cosa avvenga dei cadaveri delle persone che ci sono care. Il nostro prossimo è stato cancellato ed è curioso che le chiese tacciano in proposito. Che cosa diventano i rapporti umani in un paese che si abitua a vivere in questo modo non si sa per quanto tempo? E che cosa è una società che non ha altro valore che la sopravvivenza?
L’altra cosa, non meno inquietante della prima, che l’epidemia fa apparire con chiarezza è che lo stato di eccezione, a cui i governi ci hanno abituati da tempo, è veramente diventato la condizione normale. Ci sono state in passato epidemie più gravi, ma nessuno aveva mai pensato a dichiarare per questo uno stato di emergenza come quello attuale, che ci impedisce perfino di muoverci. Gli uomini si sono così abituati a vivere in condizioni di crisi perenne e di perenne emergenza che non sembrano accorgersi che la loro vita è stata ridotta a una condizione puramente biologica e ha perso ogni dimensione non solo sociale e politica, ma persino umana e affettiva. Una società che vive in un perenne stato di emergenza non può essere una società libera. Noi di fatto viviamo in una società che ha sacrificato la libertà alle cosiddette “ragioni di sicurezza” e si è condannata per questo a vivere in un perenne stato di paura e di insicurezza.
Non stupisce che per il virus si parli di guerra. I provvedimenti di emergenza ci obbligano di fatto a vivere in condizioni di coprifuoco. Ma una guerra con un nemico invisibile che può annidarsi in ciascun altro uomo è la più assurda delle guerre. È, in verità, una guerra civile. Il nemico non è fuori, è dentro di noi.
Quello che preoccupa è non tanto o non solo il presente, ma il dopo. Così come le guerre hanno lasciato in eredità alla pace una serie di tecnologie nefaste, dai fili spinati alle centrali nucleari, così è molto probabile che si cercherà di continuare anche dopo l’emergenza sanitaria gli esperimenti che i governi non erano riusciti prima a realizzare: che si chiudano le università e le scuole e si facciano lezioni solo on line, che si smetta una buona volta di riunirsi e di parlare per ragioni politiche o culturali e ci si scambino soltanto messaggi digitali, che ovunque è possibile le macchine sostituiscano ogni contatto – ogni contagio – fra gli esseri umani.

giovedì 19 marzo 2020

IL TRAUMA COLLETTIVO

Anche se gli ammalati (preferisco questo termine a "contagiati", che non è una certezza) o i morti si riducessero fino a sparire, resterebbe un trauma collettivo per cui la gente vedrebbe il fantasma del virus ovunque e, per la paura, eviterebbe contatti fisici di ogni tipo. L'idea di contagio farebbe sparire del tutto il corpo, la sensualità, col trionfo della metafisica religiosa e scientifica. Ciò andrebbe avanti per anni. Era ovvio che finisse così: se si educa la gente all'idea di essere protetti o da Dio o dalla scienza (che si adora ancora di più, come una madre persa, anziché constatarne il fallimento), alla fine, scoprire che Dio e scienza non proteggono, genera panico e il panico perdurante genera il trauma, dal quale un mondo di vili, come quello moderno, non si riprenderà mai. Amen per la vita.

martedì 17 marzo 2020

L'INADEGUATEZZA DELLA SCIENZA

“Nella scienza..le novità emergono soltanto con difficoltà..All’inizio, si percepisce soltanto ciò che si aspetta e che è usuale” (T. Kuhn-“La struttura delle rivoluzioni scientifiche” VI). Ciò significa che la scienza non è mai pronta di fronte al caso anomalo, tipo "corona virus" e reagisce con paradigmi vecchi inadeguati. Si affida al "buon senso", oggi la logica del "contagio" e dell'"isolamento". La logica del contagio e dell'isolamento, come mostrano Boccaccio e Manzoni, è "prescientifica". Sarebbe buon senso senza la civiltà moderna, in cui la dipendenza dal prossimo è totale. Bisognerebbe sì isolarsi, ma non in città, bensì in campagna, andando a vivere, con tutta la famiglia, fuori città. Isolare le persone, soprattutto da familiari e defunti, non ha proprio nulla del "buon senso".
LA RESPONSABILITA'

La scienza altera i fattori base dell'etica. Nell'etica l'uomo è responsabile di quello che "fa", non di quello che "è". Il mondo microscopico non è una realtà etica, è un artificio di laboratorio che l'uomo ha creato nella sua follia di voler spiegare e controllare tutto. La superstizione del contagio, prescientifica, collegata al mondo microscopico trasforma il semplice "essere" in una responsabilità verso gli altri (sei un virus nocivo, non una persona da rispettare). In questo modo la scienza ha portato il livello di sopraffazione sociale sull'individuo fino alla dittatura, nessun faraone e nessun despota del passato si sarebbe mai sognato di impedire alla gente di abbracciare i propri cari o di uscire di casa. Se non passa, si obbliga a stare chiusi in casa per anni? Io esco e non mi sento responsabile di nulla.

sabato 14 marzo 2020

COGLI L'ATTIMO 

Come vi giustificate se un uomo, dopo essere stato costretto a vivere in casa e a non vedere nessuno, passata l'epidemia, il giorno dopo muore per altri motivi? Gli avete tolto giorni o mesi di vita per la vostra paura. Siamo tutti esposti al "caso". Così capite come io ragiono: mai rinunciare al presente in nome del futuro. Ma è quello che ci viene ordinato: "chiuditi in casa - presente - perché (con quale sicurezza?) poi passa - futuro ". Io ragiono sempre come se oggi fosse l'ultimo giorno, solo così si è liberi da paure. Questa riflessione fa parte della mia filosofia, ma mi è venuta ora in mente sentendo una canzone nuova di Albano e Romina (Raccogli l'attimo), che è molto orecchiabile e quasi al livello dei vecchi successi, a riprova che i cantanti di vecchie generazioni sono sempre migliori di quelli attuali.
IL CASO, NON IL CONTAGIO

Se il contagio fosse un fenomeno certo, si dovrebbero ammalare tutti. Che significa che uno guarisce dal virus? E che uno è immune? Senza senso poi l'idea del "contagiato asintomatico". Sono cose senza significato. Se può capitare che uno si fa una passeggiata in mezzo a una folla di contagiati e non contagiarsi, mentre uno che è stato chiuso per un mese in casa apre la porta e sul pianerottolo un passante gli starnuta e viene contagiato, allora vuol dire che il contagio avviene solo per "caso". Ma il caso è sempre in azione, passo sotto una rupe e la rupe cede cadendomi addosso. Se tutto avviene per caso, allora voglio la mia libertà. Nessuno può controllare il prossimo togliendogli la libertà. La prevenzione che limita le libertà altrui naturali è una perversione liberticida.

venerdì 13 marzo 2020

LA FEDE CIECA IN SCIENZA E MEDICINA

Dalle religioni ai guaritori, sempre l'uomo ha cercato protezione, se gli viene a mancare, cade nel panico. E il panico di Stato è quello che più mi dà fastidio. Siamo di fronte ai limiti della scienza e della medicina e gli uomini chiedono sempre più scienza e medicina: si affidano con spirito religioso a quel che dicono i santoni della sanità. In un mondo globalizzato e informato su tutto, questo doveva accadere prima o poi, ma la fede nella scienza e nella tecnica impediva di capirlo, perché, si pensava, l'uomo con scienza e tecnica controlla tutto. Di fronte a questa fede cieca, che chiede più scienza proprio dove viene fuori l'inadeguatezza della scienza, vale solo quel che diceva Leopardi: "dipinte in queste rive/..son le magnifiche sorti e progressive" ("Canti"-"La ginestra").
LA CHIAREZZA!?

Se molti prendono il "corona virus" e non sono malati (chiamarli "malati asintomatici" è verità da laboratorio), se molti altri lo prendono, stanno male e poi guariscono, allora questo virus non è così letale. L'uso dissennato dei numeri (contagiati, guariti, morti) senza specificazioni genera panico. Bisognerebbe stabilire chi è morto solo "per" il corona virus e chi è morto "con" il corona virus. Lo si chiede, ma non si dà risposta. Le morti possono dipendere da patologie di anziani, da persone con basse difese immunitarie. L'effetto letale, in misura minore, lo fanno tutte le influenze. E' chiaro che chi ha patologie (io ne ho e non tremo) rischia di più. Se a primavera il virus sparirà, vuol dire che era un ceppo influenzale sconosciuto più virulento. Un virus letale di per sé non muore con il cambio di stagione.

giovedì 12 marzo 2020

IL VIRUS E' LA FOLLIA

Tutti parlano del contagio come se lo sperimentassero: noi sappiamo che c'è gente che si ammala o muore, non che qualcuno l'ha contagiata. Ma lasciamo perdere: darsi una spiegazione stupida e liberticida, per chi muore di paura, è meglio che nessuna spiegazione. Non c'è il coraggio di ammettere la nostra ignoranza e allora i saccenti ci chiudono in casa (carcere). Guardiamo la TV: programmi: corona virus, corona virus, corona virus. Idioti che dicono che bisogna rispettare le "regole" (le regole contro natura non si rispettano), mettono in dubbio che un padre possa abbracciare un figlio, se lo fa è un tentato omicidio. Poi la favola finale: sopportiamo queste regole per 15 giorni, che poi tutto finisce. Ma dove cazzo sta scritto che tra 15 giorni finirà? Profezie ottimiste come scienza? E' il virus della follia.

LEGGI PER CAPIRE PERCHE' LA LEGGE DI CAUSA ED EFFETTO E L'IDEA DI CONTAGIO SONO PREGIUDIZI SCIENTIFICI

L’idea di “contagio”, che la scienza ha fatto sua in quanto la scienza non è altro che una metafisica, nasce da pregiudizi millenari. L’idea di “causa” coincide con quella di “ragione” ed entrambe connotano ciò che “spiega”. Se si procede nella realtà materiale e sensibile, si dovrebbe retrocedere all’infinito, perché ci vorrbbe la causa della causa, la ragione della ragione, la spiegazione della spiegazione. Questo capita perché l’idea di “causa”, o “ragione” o “spiegazione”, è un’ipostasi che dovrebbe spiegare definitivamente e ciò è possibile solo all’infinito. Dio, in quanto causa infinita, spiegherebbe tutto, solo che esso, come ragione, come già notava Kant, si colloca “al di là” di ogni realtà e quindi non riesce ad avere mai una realtà e un’esistenza: “Intendo per idea un concetto necessario della ragione, al quale non è dato trovare un oggetto adeguato nei sensi” (I. Kant - “Critica della ragion pura” 1, II, lib. 1°, sez. 2°). In altri termini la “causa”, la “ragione”, la “spiegazione” sono l’idea assoluta, da cui scaturiscono tutte le altre singole idee, questa idea assoluta, però, non trova mai realtà, perché non trova “un oggetto adeguato nei sensi”. Ciò significa che il concetto di “causa”, identico a quello di “ragione” (non a caso si parla della causa come “principio di ragion sufficiente”) e di “spiegazione”, è sempre metafisico, non lo è solo nella religione cristiana con Dio che si colloca dichiaratamente oltre ogni visibilità, ma lo è anche nel "causalismo" mitologico, al quale il pensiero scientifico somiglia più specificatamente. Si potrebbe definire la scienza una “mitologia impersonale”. Dio, se si prescinde dalle forme di panteismo o dalle forme relative all’incarnazione, si colloca, per definizione, oltre ogni realtà, per la divinità cristiana vale solo la teologia negativa: “Chi parla esattamente <dell’Uno, cioè di Dio> non dovrebbe dire di Lui né ‘questo’ né ‘quello’” (Plotino - “Enneadi” VI, 9, 4). Questa teologia negativa ogni tanto riaffiora in forme moderne, come, ad esempio, nell’Esistenzialismo. La causa assoluta, presa in sé, è la negatività di ogni cosa, un auto-porsi come idea assoluta di Dio, la causa ipostatizza la razionalità e spiegazione umana, cioè è un concetto astratto al quale si attribuisce indebitamente una portata ontologica o una realtà oggettiva. Che questo avvenga lo ha appena ammesso Kant, in quanto Dio, quale idea assoluta, viene preso come realtà oggettiva, pur essendo totalmente astratto riguardo ai sensi. Tuttavia non bisogna credere che il concetto di “causa”, “spiegazione”, “ragione” sia un’ipostasi solo nel caso di Dio. La causa è sempre un’ipostasi della ragione, è la ragione che si pone come necessità di spiegazione sulla base della paura del mondo, nel folle intento di credere che, con la spiegazione, il mondo diventi “conosciuto”, insomma che ci sia una conoscenza e che essa sia potere sul mondo. Il pensiero mitologico incarnava l’ipostasi della spiegazione, della ragione, della causa, del “perché” (il “perché lo si dovrebbe porre solo a spiegazione delle azioni umane, perché l’uomo conosce solo quello che fa e mai quello che non ha fatto, come la natura e i corpi, compreso quello umano) in figure personali immaginarie e dotate di straordinari poteri, tipo gli déi o altre figure. Queste divinità o figure erano fenomeni naturali personificati, ad esempio presso i babilonesi Tiamat era la dea primigenia delle acque salmastre o oceaniche. In quanto tale la dea poteva svolgere una qualche funzione di causa, di spiegazione, di ragione, di “perché”. La ricerca di una divinità onnipotente e indefinita cancellò il mondo mitologico delle spiegazioni. In quanto entità personali, le divinità e figure mitologiche non avevano bisogno di procedere a ritroso infinito nelle cause, perché l’uomo assimilava la causa alla volontà e la volontà, nell’etica spirituale umana, è causa ultima. Anzi, come ben notava Nietzsche, il concetto di “causa” è una proiezione di quello di “volontà”, questo era più evidente nel "causalismo" mitologico e anche in quello teologico cristiano: in quest’ultimo, infatti, la “volontà di Dio” è sempre la “causa ultima” oltre la quale non si può andare. Con l’arrivo della scienza, l’ipostasi assunse dimensione impersonale e quindi la “volontà” rimase nascosta, ma viene attribuita alle cose per via di una sorta di identità sottintesa, ad esempio, se l’effetto è la pioggia, la pioggia figura come ipostasi, come causa, quindi come possibilità a priori (le previsioni scientifiche sono tutte ipotesi e non è lecito imporre tali ipotesi agli uomini, negando la loro libertà), già nelle nuvole: le nuvole contenenti l’ipostasi pioggia diventa la causa della pioggia. La pioggia pre-esiste a se stessa. Nella previsione la pioggia come ipostasi presente nelle nuvole, cioè come concetto astratto a cui si attribuisce indebitamente realtà oggettiva (indebitamente, perché, nel prima, reali sono le nuvole, non la pioggia). Con la scienza l’ipostasi della causa, della ragione, della spiegazione è presente in modo impersonale nell’oggetto posto come precedente. Nel contagio si dà realtà ad un concetto astratto reso indebitamente oggettivo, perché si suppone che il microscopio fornisca ai sensi realtà oggettive più oggettive di quelle sensibili per via naturale, ad esempio al concetto di “virus”. Se un individuo ha la malattia provocata, ad esempio, dal “corona virus”, si deve dare una spiegazione a ciò, si cerca la causa, la ragione e allora ecco che l’ipostasi è il virus stesso ritrovato in un individuo che viene posto come causa: malato B (effetto) rispetto al quale la causa è l’ipostasi presente nel malato A (causa), con l’identità nell’ipostasi, per cui in Giovanni (causa) è presente il “corona virus” di Pasquale (effetto), il che è un’identificazione sottintesa che si effettua ogni volta che si usa la legge di causa ed effetto, in tal modo viene di fatto creata l’idea di “contagio”. Con ciò chiunque diventa responsabile di qualsiasi cosa, anche di quello che non ha fatto: Giovanni (causa) non ha aggredito Pasquale (effetto), ma diventa responsabile metafisicamente della malattia di Pasquale mediante l’identificazione dell’effetto in Pasquale (corona virus) con l’ipostasi della causa, cioè il “corona virus” già presente in Pasquale: di fatto viene annullata, con il contagio, la diversità e separazione assoluta che sussiste tra l’individuo Giovanni e l’individuo Pasquale. Per conseguenza si pretende di eliminare la libertà di Giovanni perché assunto a priori, mediante la causa come ipostasi (come ragione, come spiegazione), come responsabile dell’insorgere della malattia in Pasquale (effetto). Questi passaggi logico-analogici sono devastanti per la libertà umana, perché in base ad essi si pretende di gestire la vita di Giovanni (causa), in quanto, con la morale altruistica, ritenuto arbitrariamente responsabile della malattia di Giovanni (effetto). La combinazione di legge di causa ed effetto, di altruismo e di disprezzo del corpo diventano letali per la libertà e dignità individuale, sono più pericolosi della stessa religione. Avviene, di fatto, quel che temeva Nietzsche, cioè che le responsabilità vengono date intellettualmente e non fisicamente: “Negazione della causalità. Per non rendere tutto responsabile di qualunque cosa e per non stare a complicare ciò che è semplice. Il ‘caso’ esiste veramente” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1885-87 - 2 (167)). Questo pregiudizio metafisico-razionale della causa, unito poi con una mentalità spiritualista, rende l’idea di contagio un vero e proprio disprezzo del contatto fisico, il contatto fisico diventa responsabile della trasmissione del contagio perché sussiste il pregiudizio a priori dell’impurità del corpo, come mostra il seguente esempio, per cui l’inferiore, toccando il superiore, lo contagiava, lo rendeva “impuro”: da questa idea di “impurità” nasce l’idea del contagio come fatto fisico e nasce l’ossessione moderna della disinfestazione continua, dagli ospedali al bucato: “i neofiti <della setta degli Esseni nell’antica Palestina> sono tanto al di sotto dei vecchi adepti, che se per caso questi <i neofiti> li toccano <i vecchi adepti> si lavano come se fossero venuti a contatto con uno straniero” (Flavio Giuseppe - “Guerra giudaica” - lib. 2°, 8, 10). In epoca di contagio non si ripete ossessivamente di “lavarsi spesso le mani”? Da ciò nasce l’ossessione, soprattutto moderna, dell’igiene. La verità è che nell’idea di contagio si nascondono sia pregiudizi contro il corpo mai spenti del tutto e anche il pregiudizio razionale della spiegazione che caratterizza l’uomo vile, perché parliamo di vili, razionalista. L’epoca moderna è il trionfo di questa viltà razionale.

mercoledì 11 marzo 2020

2020 - INIZIO UFFICIALE DEL MEDIOEVO TECNICO-SCIENTIFICO SOCIALMENTE APPLICATO

Dal 1600 al 1900, tranne l'opposizione del Romanticismo, era stato formulato più teoricamente che praticamente con la Rivoluzione scientifica, l'Illuminismo e la Rivoluzione industriale. Dopo la Seconda guerra mondiale, grazie al fanatismo industriale del capitalismo americano, da un lato, e del comunismo russo, dall'altro lato, c'è stata un'accelerazione che ne ha consentito i presupposti applicativi tecnico-scientifici sempre maggiori. Occorreva una scusa per applicarlo concretamente e lo si è trovato nel pregiudizio, addirittura di origine pre-scientifica, del fantasma del contagio che, collegato con il mondo immaginario di virus e batteri (solo la malattia è reale), ha trovato nel fascismo sanitario una possibilità operativa di scienza e tecnica che, usando il concetto di "salvezza", non ammette opposizioni. Una semplice domanda: qual'è la controprova che senza le restrizioni enormi e intollerabili alla libertà (neppure il nazismo le concepì) il numero di malati e morti non sarebbe stato, più o meno, uguale? La risposta non c'è!

lunedì 9 marzo 2020

NUMERI E PANICO
Non conosciamo i casi dei morti, però bastano il nome "corana virus" e il "numero" a creare paura. Vorrei sapere dove sta scritto che tutto finirà il 3 aprile. Se la diffusione di una malattia non è stata creata dall'uomo (salvo complotti), perché l'agire umano dovrebbe provocare la fine della malattia? E in che consiste tale agire? Chiudersi in casa. Ma si lavora, si mangia, si ha bisogno di aria. L'uomo non è nato per vivere solo, a meno che non diventi solitario per altre ragioni. In età moderna per cibo, farmaci, ecc. si dipende dagli altri, se non si esce di casa nessuno lavora e allora l'isolamento, già impossibile in epoche primitive, è demagogico in età moderna. Quindi l'azione umana, cioè l'isolamento obbligatorio (inaccettabile), potrebbe non servire a nulla e non è detto che le cose cambino per il 3 aprile.
LE MASSE E LA PAURA
Non ho mai amato la società di massa: troppo detestabile. Una volta si doveva criticare la folla: "Le città sono piene di gente..Gli alberghi pieni di ospiti. I treni pieni viaggiatori. I caffè pieni di consumatori. Le strade piene di passanti..Gli spettacoli pieni di spettatori..La moltitudine..si è fatta visibile" (J. Ortega y Gasset-"La ribellione delle masse" 1). Oggi di deve criticare il deserto: "Le città sono deserte, gli alberghi sono deserti, i treni sono vuoti, i bar sono vuoti, in strada non c'è nessuno, i teatri sono chiusi". La moltitudine s'è fatta invisibile. Con essa sparisce la democrazia. Dietro i muri delle case gente paurosa occupa solo una stanza: il bagno. Dalle case viene un insopportabile tanfo di merda. Sono le prove generali del Grande Fratello, col quale regna il virus della paura.

LA MIA TESI DI LAUREA 
Nel 1977 mi laureai presentando un nuovo sistema filosofico che individuava nella legge di causa ed effetto il maggiore pericolo per la libertà individuale. Tale legge può essere applicata in modo personale e mitologico-teologico (fino al 1600) o in modo impersonale e scientifico. Nel 2° caso oggi siamo più che mai. L'idea di "contagio" dipende interamente dalla legge di causa ed effetto, la quale, senza un contatto visibile e corporeo, non esiste. Un pugno è una causa, non un virus. Ciò vuol dire che si sta applicando una legge di causa ed effetto invisibile, avvertendo tutto il mondo come una minaccia (contagio). Un individuo asintomatico attenta "alla salute pubblica" e un'azienda (ad es. Ilva) che emette ceneri tumorali no?
PER COLORO CHE VIVONO NEL PANICO DEL CONTAGIO E INVOCANO ATTEGGIAMENTI AUTORITARI E LIBERTICIDI DELLO STATO: “Morire con fierezza, se non è più possibile vivere con fierezza” (F. Nietzsche - “Crepuscolo degli idoli” - Scorribande di un inattuale 36).

domenica 8 marzo 2020

LA GUERRA

Casini, borghese pappone, dice che con il contagio "siamo in guerra". Chi ha paura lotta contro i fantasmi delle previsioni e del contagio e arruola tutti a forza in questa "guerra". Novatore, anarco-individualista, disertò nella Prima guerra mondiale, ma la sua guerra contro lo Stato italiano la fece: morì in un conflitto a fuoco con i carabinieri. L'anarco-individualista è sempre pronto alla "guerra", segue Nietzsche: "la guerra educa alla libertà" (Crepuscolo degli idoli), ma combatte solo la "sua" guerra, non quella "degli altri", non quella contro un virus fantasma. Se lo Stato italiano è in guerra con il "corona virus", io, come anarchico, mi dichiaro "disertore": "tutti gli Stati, le costituzioni, le Chiese sono tramontati per la diserzione dei singoli" (M. Stirner-"L'Unico e la sua proprietà" 2, II, 2)
IPOCRISIA GALOPPANTE 

Ti dicono di non uscire di casa, di non fare gesti fisici affettuosi, ti vietano di muoverti e andare dove vuoi e definiscono il tutto "un piccolo sacrificio". Sono messi in difficoltà proprio quegli anziani che si dice di tutelare. E poi campane di vetro, città isolate e si pretende di stabilire senza nessuna prova che questi siano provvedimenti necessari, necessari a cosa? A far sparire il contagio? Ma se neppure sappiamo come è sorto e come fa veramente a trasmettersi, visto che ci si trova malati senza neppure accorgersene. Malati per modo di dire, per il laboratorio, non per la vita. Si dà per scontato che isolare sia una cura, non essendocene altre, un misto di magia e misantropia diventa la cura. Isolatevi: questa sarebbe la cura? Se sparirà, sparirà misteriosamente.
NON SI VIVE PER NON MORIRE

Da duemila anni, prima la religione cristiana, poi la scienza, non fanno altro che proporre un sistema di vita basata sul principio per cui "per non morire non bisogna vivere". Di qui la speranza in rinascite dopo la morte o il chiudere le persone dentro campane di vetro, come oggi con il corona virus. Ma vivere è rischio continuo di morire, chi non accetta questo dato di fatto non vive, ma non può imporre questa prospettiva agli altri, come avviene oggi con l'omologazione comportamentale dettata dalla sanità pubblica, dalle leggi, dallo Stato. "Disobbedienza civile"! Vivere o morire dipende dalla forza, ma soprattutto dal "caso" (trovarsi sotto un rupe nel momento di una valanga dipende dal caso e la forza non serve a niente). Io voglio vivere secondo il "caso", non secondo la "previsione" di "contagio".

sabato 7 marzo 2020

LA RESPONSABILITA'

La scienza ha stravolto l'etica e fissa responsabilità sulla base di una legge di causa ed effetto invisibile. Se starnutisco, c'è la gocciolina, non il virus o il contagio costruiti dalla metafisica scientifica che creano una responsabilità senza azione. Si pretende responsabilità anche dai ragazzi, che non stiano vicini, il panico non fa rendere conto dell'assurdità di queste pretese: non lo faranno mai, perché vogliono vivere. I giovani non pensano alla morte, sono più saggi degli adulti. Della pericolosità della legge di causa ed effetto invisibile, su cui si basa l'idea di "contagio", aveva già messo in guardia Nietzsche: "Negazione della causalità. Per non rendere tutto responsabile di qualunque cosa e per non stare a complicare ciò che è semplice. Il ‘caso’ esiste veramente” (“Fram. post.” 85-87-2 (167)).
LE ASSURDITA' DELLA SCIENZA

La scienza è oggi abuso di autorità, in molti è fanatismo, dettato da paura (sulla natura - non sull'umano -, spiegare è paura): le si concede qualsiasi assurdità. Ha sostituito la realtà! Cosa significa "malattia asintomatica"? Che lo star male non è più una condizione di sofferenza personale, ma una dichiarazione fatta da protocolli scientifici. Uno può anche morire all'improvviso, ma fino ad allora "stava bene": lo star bene è relativo alla realtà della persona, non alla spiegazione scientifica. Non ha senso parlare di "portatori sani", se uno è sano non porta alcun virus di malattia. La malattia è stata resa incorporea e sono entrati i fantasmi, cioè il contagio. Nel concetto di "untore" (prescientifico, cioè personalizzato) c'è già il pregiudizio misantropico del contagio della scienza.
"INSIEME", "STANDO UNITI", "COLLABORANDO": PAROLE DA ESORCISTA. AL VIRUS E ALLA MORTE NON GLIENE FREGA NIENTE, NASCIAMO INDIVIDUI E MORIAMO INDIVIDUI. SI DOVREBBE FARE QUEL CHE SI PUO' PER CHI STA MALE, SENZA STARE A PENSARE A CONTAGI E SUPERSTIZIONI DA UNTORI DEL GENERE, E PER IL RESTO SEGUITARE A VIVERE COME SE NON CI FOSSE NULLA, PERCHE' NON SI DEVE VIVERE CON IL PARAMETRO DELLA PAURA (ODDIO ORA PRENDO IL CORONA VIRUS ANCH'IO!), CHE POI E' IL PARAMETRO DELLA SCIENZA E DELLA MEDICINA, O CON IL PARAMETRO DELLA MALATTIA O DEI MALATI. I MALATI SI PROVANO A CURARE, SE NON CI SI RIESCE SEGUONO IL LORO DESTINO. GIA' IL DESTINO, COSA DIMENTICATA DALL'UOMO MODERNO CHE VUOLE CONTROLLARE TUTTO E, QUANDO NON CI RIESCE, COME ORA, VIVE NEL PANICO E DIVENTA LIBERTICIDA.

venerdì 6 marzo 2020

REQUISIZIONE DI HOTEL?

Lo Stato dichiara il fallimento dell'Hotel, del proprietario e di chi ci lavora. L'arroganza del pubblico sul privato è la stessa del sociale sull'individuo. Questa dichiarazione di guerra a un fantasma, che vedono solo i sanitari in laboratorio, come solo gli ufologi vedono gli Ufo, genera un'arroganza simile a quella della guerra, allorché la guerra, anziché esaltare il coraggio, esalta la viltà della mobilitazione, che azzera ogni opposizione e critica. Già oggi si invita all'unità, come a dire: tacete! Questa guerra sanitaria puzza lontano un miglio di attentato alle libertà democratiche. Poi si dice che bisogna contenere il virus nel territorio dove ha attecchito e si requisiscono gli alberghi dove andranno solo viaggiatori? Vai in vacanza, prendi il corona virus e lo porti in giro per il mondo? Schizofrenia!
MORTE AI MALATI, VITA AI SANI

Sono 2000 anni che si dice che bisogna socializzare, era diventata perfino un'oppressione, ora, per paura del virus, si invita a non socializzare. Ho sempre detto che scienza e medicina sono un pericolo per la libertà umana e ora lo state verificando. E' obbligatorio avere paura: scienza e religione non hanno altra causa e hanno cancellato la morte dalla mente umana. Con la metafisica del contagio e dell'epidemia, tutti cadono subito nel panico appena la morte si prospetta. Per la paura non si vive e si costringe a non vivere anche chi non ha paura. Disobbedienza! Un'epidemia è solo un aumento di mortalità, passa o non passa, la natura non ha l'obbligo di tenerci in vita. Viva chi può e i malati non impediscano di vivere. Siamo malati di cristianesimo, che ha eletto a vita i malati.

mercoledì 4 marzo 2020

PROTETTORI E PROTETTI 

Una filosofia del sublime, come è quella di Leopardi (e anche di Nietzsche), non può basarsi sull’etica della “compassione cristiana”, perché sa benissimo che si tratta solo di un’etica basata sulla menzogna, che serve a giustificare il potere, visto che il potere si giustifica, in una società intellettuale che ha cessato, in apparenza, di usare la bruta forza fisica, solo con la “bontà”. Il potente, quindi, deve essere “buono” e il “buono” è di necessità un potente, nessuno può essere buono se non è potente, quindi il buono è di necessità un “protettore” e il protettore necessita del protetto, del povero, del lavoratore, della donna-vittima, del gay perseguitato. Di qui tutte le tutele e i privilegi, fumosi, ma fastidiosi, verso poveri, lavoratori, donne, gay ecc. e tutta la retorica che alimenta la “formula politica” stessa del potere-bontà. Insomma, per far terminare la speculazione sul “debole”, di cui la Chiesa ha dato esempio bimillenario, diventando il massimo modello e il massimo esempio di potere politico dittatoriale: “Che la Chiesa cattolica romana come sistema storico e..apparato amministrativo, continui l’universalismo dell’impero romano, le è riconosciuto..da ogni parte..all’argomentazione cattolica è sottesa una specifica mentalità, interessata a guidare normativamente la vita sociale degli uomini” (C. Schmitt - “Cattolicesimo romano e forma politica”). Il ruolo missionario della Chiesa cattolica e del cristiano in generale è quello di fornire norme agli esseri umani, cioè di gestire un potere che, come tutti i poteri, cade dall’alto, ed è un potere universale, perché il protetto è universale: è il povero, non il povero cinese, è il lavoratore, non il lavoratore bulgaro, è la donna, non la donna inglese, è il gay, non il gay spagnolo. Il protetto è un “concetto” e come tale è “universale”, come universale è il ruolo del protettore: è l’idealogia politica che ha portato alla globalizzazione sia del commercio che dell’umanitarismo del protettore. Di fronte a questo, la democrazia, come sovranità dei popoli o degli individui che compongono tali popoli, non esiste, il potere globale pretende la sottomissione del particolare al generale, all’astratto retorico che alimenta la “formula politica” del commercio e dell’umanitarismo del potere mondiali. Per uscire da questa mistificazione, occorre abbandonare poveri, lavoratori, donne e gay al loro destino, invitarli alla guerra, non alla delega. Va eliminato il protettore, è una minaccia per la democrazia intesa come libertà personale, senza protettore neppure il protetto usufruisce di alcun tipo di protezione, quindi o si ribella o muore, com’è giusto. Chi non si ribella non è degno di vivere, chi ha bisogno di un protettore non è degno di vivere: solo questa cultura del sublime distrugge il potere, cioè il dominio dei “buoni”. Con la sua dottrina dell’amor proprio, centrale in Leopardi, quest’ultimo pensava a una strada anarchica e ribelle del genere e sarebbe disgustato, non solo dai commerci mondiali, ma anche dalle protezioni universali, nonché di gente (poveri, lavoratori, donne, gay) che hanno bisogno di un “tutore” (potere), ruolo che il “buono” si offre subito di svolgere, perché è quello del potere: “A persuadere la grande maggioranza degli uomini (e con essi tutto il bel sesso) che il passaggio allo stato di maggiorità è difficile e anche pericoloso, provvedono già quei tutori <protettori, buoni> che si sono assunti con tanta benevolenza l’alta sorveglianza sopra i loro simili minorenni” (I. Kant - “Risposta alla domanda: che cos’è l’Illuminismo?).

martedì 3 marzo 2020

IMBECILLI NOI

Che stiamo a sentire le fesserie che sfornano i sanitari: ci fanno credere che c'è un bacillo che gira (sempre uguale quando passa dall'uno all'altro?) come una gocciolina che respiriamo, ma si vede solo nei laboratori, da cui escono ordini per la vita delle persone. Niente riunioni con più di 1000 persone ho sentito, come se 10 non bastassero. In realtà ci stanno dicendo che la vita di massa, della folla indistinta è nociva. E' nociva solo con il virus o anche per le omologazioni culturali? Ogni folla o massa è nociva, per virus o per cultura. L'uomo non è fatto per vivere in masse o gruppi giganteschi, ma solo per famiglie o piccoli gruppi e in tal modo deve tornare a vivere. Quelli che ieri santificavano la globalizzazione oggi ci dicono che dobbiamo stare separati fisicamente, se lo siamo come nazioni, siamo razzisti.
SCHIZOFRENIA DA VIRUS

La schizofrenia è una dissociazione che genera una doppia personalità. Non uscite di casa-uscite di casa, giocate la partita-non giocate la partita, siate solidali-state a 2 metri, portate le mascherine-non portate le mascherine, il virus uccide meno dell'influenza-però è in percentuale più letale. Percentuale? Istituzioni, virologi, sanità, non si sopportano più. Siamo tutti in pericolo e si salva solo chi è di salute più forte, almeno di fronte al virus. Non vi fate rubare la vita dai paurosi, specie se siete anziani e vi resta poco da vivere, mandate a fanculo gli esperti di contagio che vorrebbero rinchiudervi in una campana di vetro. Poi è chiaro che gli anziani muoiano più facilmente, è sempre stato così, il che oggi viene nascosto dall'impersonalità dei numeri e i numeri creano panico.
PANICO, DIPENDENZA, AUTORITARISMO SANITARIO

La scienza diffonde panico e regole autoritarie che non vanno assolutamente rispettate, neppure se diventano legge, perché illiberali. Si può anche morire con dignità, ma non vivere da verme. I vecchi non dovrebbero uscire di casa, bisogna stare a due metri, ecc. sono regole inconcepibili anche per il nazismo. La vita non dovrebbe essere fondata sulla dipendenza, lavori per i tedeschi, ma per i tedeschi sei un untore, vivi di turismo e gli alberghi sono vuoti. Il virus ha evidenziato le follie che stanno alla base di una società "altruistica" e fondata sul commercio e il turismo. Se uno lavorasse con mezzi autonomi, come i cacciatori-raccoglitori o i contadini di una volta, questo panico non esisterebbe. Il virus ha distrutto il mito della globalizzazione!
LA SCIENZA NON E' SAGGEZZA, COME NON LO E' LA RELIGIONE, SI TRATTA DI DOGMI CREATI DA VIGLIACCHI CHE NON SANNO STARE AL MONDO E IMMAGINANO, NELLA LORO MISERA MENTE, O UN MONDO ETERNO O UN MONDO PROTETTO. LA SAGGEZZA DICE BEN ALTRO, AD ESEMPIO DICE: “Tutto muore e trapassa o prima o poi;/ e se tutto non passa, passiam noi” (Luciano di Samosata - “Epigrammi” 4).
I MIEI SOGNI

Una volta sognavo i miei genitori o mio fratello vivi, poi o nel sogno stesso o al risveglio rivivevo il trauma del lutto. Adesso mi sogno ancora professore che, come allora, per passione, lavora tutto il giorno, progettando linee guida che mostrino le degenerazioni del pensiero umano, con autori condivisibili o detestabili, ma con lo spirito di chi fa riflettere perché affronta la questione da un'ottica diversa da quella comune. Più filosofo che professore. Poi o nel sogno o al risveglio rivivo, come un lutto, che sto in pensione da più di 5 anni e i progetti del sogno sfumano. Sono tristi i pensionati, specie se non sono nonni: penso a Novalis: "Che cosa ritarda il nostro ritorno?/ Già riposano in pace i più cari./.../ Più nulla abbiamo qui da cercare -/ il cuore è sazio - il mondo è vuoto" (Novalis - "Inni alla notte" VI)

lunedì 2 marzo 2020

VACCINO E NON

Il coronavirus dimostra cosa c'è dietro l'ansia da vaccino, l'angoscia di coloro che pretendono un mondo protetto, solo che tale mondo non c'è! Il vaccino non c'è! E' il pro-vax che diffonde il panico. Crede di essere protetto se segue la scienza: per la quale il vaccino salva, ma nasconde che può far male. Si vuole essere protetti e ora non è possibile, di qui l'angoscia dei pro-vax. Il no-vax ragiona diversamente: non solo di libertà personale (fattore etico più importante della salute pubblica), ma anche di personalità corporea: chi è debole si ammala e può morire, chi è forte no. Il pro-vax, oggi nel panico, se ne frega se l'anziano muore per un semplice raffreddore o un virus per altri innocuo, perché non uccide nessuno, tranne l'anziano malandato. L'anziano è debole, può morire, perché gli altri deboli non lo possono?
ANGOSCIA E PAURA

Data la superficialità di quello che si sente in Tv, occorre segnalare l'intervento di un certo livello di U. Galimberti (filosofo psicoanalista). Prendendo spunto da Heidegger, per il quale la paura è sempre "paura di", mentre l'angoscia è un timore indistinto, ne deriva che il coranavirus sta suscitando più angoscia che paura. Identificare in cinesi o italiani una causa significa tentare di sfuggire all'indistinto dell'angoscia, passando alla paura determinata: il cinese o l'italiano. Ciò spiega benissimo i comportamenti ingiusti e dannosi delle nazioni. Io detesto chi prova "angoscia", questo timore dell'indeterminato indica follia mentale. La paura è più rispettabile. Ma anch'essa è giustificabile solo quando è fisica e non psicologica. Io non soffro né di angoscia e né di paure psicologiche (solo corporee).

domenica 1 marzo 2020

QUEL CHE NON MI PIACE DELLE DONNE

Il "vittimismo"! Già stabilire, sulla base di criteri economici ed egualitari della moderna società borghese e socialista, che le donne erano discriminate nel passato, mostra una profonda ignoranza storica, non sapere che nel passato certe comodità o facilità di lavoro fuori casa non esistevano. Riguardo a richieste sessuali, non accetto di considerare la donna vittima, se può dire di no a un ricatto e non lo fa (se il lavoro dipende da discrezionalità). La donna è vittima quando la violenza ha aspetto fisico, ma non ammetto il diritto alla debolezza psicologica: la donna, come l'uomo, non ha tale diritto. Se puoi uscire da una stanza, ma ci resti e assecondi una voglia sessuale per ottenere qualcosa, stai facendo un contratto tacito, come quello di una prostituta, che non subisce violenza.
LA SCIENZA CREA CONTAGI: DALL'UNTORE AL CONTAGIO

L'uomo incolpa del suo star male o morire l'esterno, specie altri uomini: tipo gli untori. La scienza ha reso metafisico il mezzo di trasmissione del male, da "persona" è diventato "virus". La malattia si considera un ente oggettivo e identico trasmesso o dall'untore o dal virus, da chi lo porta: è la demonizzazione degli untori (malignità innata umana). Se per "virus" si intende qualcosa che nell'ambiente ci fa ammalare o ci uccide, allora virus nell'ambiente ci sono sempre per natura, ma il contagio non c'è mai. Un virus ci fa male perché siamo deboli, ma i deboli non possono impedire di vivere ai sani: è immoralità cristiana sacrificare i sani per i deboli. La scienza ha reso nevrotiche le percezioni dei virus e vedendoli ovunque ha creato lei stessa l'idea del contagio.
I BUONI 

Tra conoscenti e amici ho trovato molti "buoni" che parlavano sempre di solidarietà, assistenza, accoglienza e facevano sempre promesse facili di aiuto: di tutto ciò ne facevano anche segno di motivazioni e scelte politiche. Nella loro vita privata, invece, vedevo sempre un fisso e cieco egocentrismo, per il quale io, che negavo una simile solidarietà indiscriminata e le conseguenti scelte politiche, sia pure nei limiti dei miei sentimenti (perché non aiuto nessuno che si colloca oltre i miei personali sentimenti e su questo sono disposto alla guerra con qualunque legge e qualunque Stato), mi rivelavo molto più generoso, ovviamente nei miei limiti fisici ed economici. I buoni promettono molto e mantengono poco o nulla, io ho sempre promesso poco o non ho promesso e ho sempre mantenuto la parola. La parola per il buono non conta nulla. Sono stanco di chiacchieroni ipocriti della solidarietà, sono dei mentitori e dei pecoroni, perché la solidarietà è una sottomissione al gruppo nella speranza di ricevere da esso sempre di più di quanto gli si dà. Il buono è un affarista.