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lunedì 16 settembre 2019

LA COMPASSIONE E LA SOTTOMISSIONE 

Nessuno di quelli che ragionano da pecora o da Don Abbondio può superare la paura che lo schiaccia e lo spinge alla sottomissione in nome della illusione della salvezza se non compie l’assassinio di Dio, cioè se non adotta il titanismo del superuomo, perché il superuomo è il vero assassino di Dio, di quello teologico del passato e di quello socio-scientifico e umanitario del futuro: “Io ti riconosco benissimo <dice l’uomo più brutto a Zarathustra>, disse con voce di bronzo, tu sei l’assassino di Dio, lasciami andare” (F. Nietzsche - “Così parlò Zarathustra” - L’uomo più brutto). Ma poi riconosce la superiorità morale di Zarathustra e con ciò anche la dignità di se stesso, perché veniva umiliato dalle elemosine degli uomini, mentre Zarathustra, per rispetto della sua dignità non lo umilia con l’elemosina, la compassione è segno di superiorità morale falsa, cioè sociale, in realtà è la conferma del potere, il quale dà proprio perché si pone gerarchicamente più in alto e conferma con ciò la sottomissione di chi riceve l’elemosina e la compassione (questo è il vero motivo della generosità degli accoglienti odierni con i migranti): “<parla l’uomo più brutto> Chiunque altro mi avrebbe gettato la sua elemosina, la sua compassione di sguardi e di parole <il prototipo del prete e del caritatevole>. Ma io non sono abbastanza mendicante per questo, tu l’hai indovinato” (F. Nietzsche - “Così parlò Zarathustra” - L’uomo più brutto). La compassione indica l’eguaglianza del gregge nella sottomissione a Dio. Chi è più compassionevole del Dio cristiano? Un modello deleterio moralmente, quasi una depravazione. Il superuomo nel suo titanismo non invita a seguire la morale della compassione, ma la morale della lotta e della ribellione, che poi è la morale aristocratica. Per questo era necessario far morire Dio, prototipo di ogni potere e di ogni sottomissione, e per farlo morire basta negarlo ed esso svanisce da ogni mente umana, giacché solo la mente umana lo creò: “Ma lui <Dio> doveva morire: lui vedeva <come vorrebbe il potere universale> con occhi che tutto vedono” (F. Nietzsche - “Così parlò Zarathustra” - L’uomo più brutto). La compassione, che è l’esercizio del potere più subdolo, quello che si regge sulla bontà, anziché sulla onestà della brutalità, pervade ogni cosa e spinge ogni uomo a diventare schiavo degli altri e tutti insieme schiavi di Dio, la compassione, appunto come il potere, è “invadente”: “A fatica mi feci largo nella calca dei compassionevoli <i sottomessi> per trovare l’unico che insegna che ‘la compassione è invadente’ - te, Zarathustra” (F. Nietzsche - “Così parlò Zarathustra” - L’uomo più brutto).

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