L'ERRORE DI NIETZSCHE SUL ROMANTICISMO
Da un certo momento in poi Nietzsche considera il Romanticismo stesso come “decadenza”, come “pessimismo della rassegnazione”, equiparandolo alla svolta verso lo spiritualismo puro di Wagner e alla filosofia nichilistica di Schopenhauer. Di qui il seguente commento: “In realtà i romantici rappresentano una forma morbosa di decadenza..La nostalgia del passato è addirittura una testimonianza di profondo malessere e di mancanza d’avvenire” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1888-89 - 15 (97)). Chiarendo dapprima che la “nostalgia”, quando il presente è mera “decadenza”, è resistenza ad essa (lo stesso Nietzsche mostra questa nostalgia verso il mondo eroico, ad esempio, dei greci), una resistenza che, per il fatto stesso che si pone, è indomita volontà di riproporla per l’avvenire, cioè la nostalgia è gravida di avvenire. In realtà Nietzsche da giovane era stato romantico e nei tratti fondamentali lo rimane. Lui stesso confessa di aver amato, inzialmente, il Wagner romantico perché lo considerava anti-cristiano, con quello spirito energico del paganesimo nordico, fatto di Walkirie e Nibelunghi, che, a ragione, Nietzsche avvertiva come anti-cristiano e simile alla cultura greca arcaica e pre-socratica. Non è un caso che sull’argomento, nonostante la collocazione del Romanticismo nella “decadenza”, Nietzsche rimanga molto ambiguo in proposito. Sia perché ammira Goethe e Heine che, pur nella loro libertà, avevano chiari tratti romantici, sia perché riconosce qualcosa al Romanticismo che averebbe dovuto spingerlo a non appiattirlo al duo ultimo-Wagner e Schopenhauer (stesso discorso vale per Leopardi), cioè il fatto che il Romanticismo riconosca il culto del “genio”, sia degli individui che dei popoli, che non indica una “superiorità”, ma una “personalità” che viene fuori direttamente dalla natura, qualcosa che ancora l’ultimo Nietzsche non ha del tutto dimenticato, ma non ha utilizzato per una revisione critica sul Romanticismo (tenendo presente che il Romanticismo che aveva di fronte era già una degenerazione che stava andando verso il Decadentismo, per cui la critica di Nietzsche al Romanticismo è, di fatto, una critica preventiva al Decadentismo a cui docenti ottusi lo associano): “l’ideale aristocratico si è ormai snaturato.. Romanticismo come culto dell’eccezione, del genio, ecc.” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1887-88 - 10 (77)). Il Romanticismo è il trionfo della diversità naturale, oggi sommersa dalla melma dell’uguaglianza sociale.
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