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sabato 15 giugno 2019

LEOPARDI, NIETZSCHE E LA SCIENZA 

“Oltracciò, la ragione e la scienza tendono evidentemente ad agguagliare il mondo sotto ogni rispetto, ed estinguere o scemare la varietà, perché non c’è cosa più uniforme della ragione né più varia della natura; e così la scienza promuove sommamente l’indifferenza, perché toglie o scema le differenze reali, e quindi i motivi di determinazione” (G. Leopardi - “Zibaldone” 382). “Ogni concetto sorge con l’equiparazione di ciò che non è uguale. Se è certo che una foglia non è mai perfettamente uguale a un’altra, altrettanto certo è che il concetto di foglia si forma mediante un arbitrario lasciar cadere queste differenze individuali, mediante un dimenticare l’elemento discriminante, e suscita poi la rappresentazione che nella natura, all’infuori delle foglie, esiste un qualcosa che è ‘foglia’, quasi una forma primordiale <l’evoluzionismo si basa su questo presupposto ‘idealistico’>..Il trascurare ciò che vi è di individuale e di reale ci fornisce il concetto, allo stesso modo che ci fornisce la forma, mentre la natura non conosce invece nessuna forma e nessun concetto, e quindi neppure alcun genere, ma soltanto una x, per noi inattingibile” (F. Nietzsche - “Su verità e menzogna in senso extra-morale” 1).

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