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domenica 30 giugno 2019

COLPO DI STATO 

Il fanatismo ideologico della sinistra è sempre pronto al colpo di Stato, perché si ritiene a priori depositario dell'etica dell'umanità e della cultura. Non a caso dà spesso dell'ignorante a chi la pensa diversamente, non ammette altre prospettive etiche. Al potere fa del legalismo un dogma, all'opposizione viola le leggi in nome dell'umanità. Ma l'umanità non esiste, esiste chi vuole accogliere i migranti e chi no. Secondo giustizia non è giusto fare il naufrago in mare deliberatamente per poter scavalcare il divieto di immigrazione abusiva. Chi non distingue più qualsiasi uomo da suo fratello e chiama razzista chi distingue un italiano da un tunisino crede, come Gesù Cristo, di dover salvare l'umanità e non comprende che l'umanitarismo è un dogma cristiano. Al colpo di Stato si reagisce con la forza.
LE STRANEZZE DEI SOGNI 

Ho sognato che avevano licenziato mio fratello e avevo preso la cosa con grande dispiacere. Poi mi sono svegliato e mi sono ricordato che mio fratello è morto da 13 anni e che da allora vivo solo. Se fossi Freud mi inventavo una spiegazione con l'applicazione di tutti gli schemi scientifici della psicoanalisi, ma, dato che non sto ad un livello così basso come Freud, ho spiegato la cosa in modo molto più semplice: il sogno mi ha riportato ad un grosso dolore provato e, come capita ai sogni, possono far rivivere i dolori, ma possono anche minimizzarli, magari facendo supporre che mio fratello fosse ancora vivo e che non gli era capitata l'assenza dal mondo, ma solo dal lavoro. La realtà è anche peggio. Effetti della solitudine.
L'OTTIMISMO TRAGICO DI LEOPARDI 

A questo punto è necessario parlare di “ottimismo cosmico tragico”, proprio perché la tragedia e il coraggio eroico nell’affrontarla provano che Leopardi non era pessimista, cioè sapeva elevarsi con l’eroismo e l’ebbrezza del bello malinconico al di sopra del tragico, come disse Nietzsche della tragedia greca: “Proprio la tragedia è la prova che i Greci non erano pessimisti” (F. Nietzsche - “Ecce homo” - La nascita della tragedia 1). Pessimista è l’ottimista non tragico, il quale sfugge alla realtà pur di sfuggire al tragico e allora farnetica mondi di vita eterna nelle religioni o mondi sicuri e controllati nel progresso della ragione. L’ottimismo intellettuale è la peggior forma di “pessimismo cosmico”, come dimostra non solo l’ascesi di Schopenhauer, ma anche la fede nei compensi in un altro mondo di Manzoni: “fuor della vita è il termine/ del lungo tuo martir” (A. Manzoni - “Adelchi” - at. 4°, coro) o anche la fede in un mondo uniforme strutturato dalla matematica e dalla scienza: “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro <libro? Palese antropocentrismo> che continuamente ci sta aperto innanzi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscer i caratteri, ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematico, e i caratteri sono triangoli, cerchi e altre figure geometriche” (G. Galilei - “Il saggiatore” V 231-233). Il pessimismo cosmico è l’ottimismo posto al di sopra della natura, l’unico ottimismo vero è l’“ottimismo cosmico-tragico” posto nella natura di Leopardi e Nietzsche.

sabato 29 giugno 2019

NIETZSCHE E IL LAVORO 

Stando così le cose e data l’avversione totale di Leopardi e Nietzsche verso la civiltà moderna, ne consegue che entrambi non ammettono la “divisione del lavoro”, anzi non ammettono il lavoro stesso, perché l’idea di lavoro nasce solo quando si lavora per altri al di fuori degli affetti personali: “Il lavoro, in quanto categoria distinta della vita, probabilmente non esisteva sino all’avvento dell’agricoltura” (J. Zerzan - “Primitivo attuale” - Agricoltura). E’ chiaro, quindi, che la glorificazione del lavoro effettuata dai borghesi e dai socialisti è una mistificazione moderna, che indica uno stato di schiavitù reciproca, per cui, quasi condividendo l’anarco-primitivista Zerzan, Nietzsche nega ogni dignità e valore morale al “lavoro”, s’intende come attività fornita agli altri al di fuori degli affetti personali: è uno degli indici del diprezzo sacrosanto di Nietzsche verso borghesi e socialisti: “‘La dignità del lavoro’ è uno dei più stolti vaneggiamenti dei moderni. E’ un sogno di schiavitù.” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1869-72 - 7 (16)). Quello che viene chiamato “lavoro” può essere accettato solo nei limiti in cui è un “proprio” divertimento, cioè rientra nell’amor proprio. Se Nietzsche, dunque, già detesta il “lavoro” come categoria della vita, figurarsi quanto può disprezzare la divisione del lavoro.

venerdì 28 giugno 2019

LA DOPPIA IPOCRISIA

L’altruista offre di sé l'immagine di "buono" secondo lo schema di origine cristiana buono-cattivo, per cui la morale non è il “giusto”, ma il rapporto servo-padrone sul prossimo. E' sua “ambizione” e “vanità” farsi considerare importante e utile socialmente, per cui si ha un doppio caso di ipocrisia, quella del mendicante e quella del caritatevole, che fanno della “mancanza” una “professione”: il mendicante fa una professione della sua mancanza, l’altruista, il buono, l’umanitario, il solidale, l'accogliente fa una professione della mancanza dell’altro: è il rapporto servo-padrone del cristianesimo, del socialismo e della politica: “Diventare ipocrita. Ogni mendicante diventa ipocrita; come chiunque faccia di una mancanza, di uno stato di bisogno la sua professione” (F. Nietzsche-“Umano..”-vol. 2°-Il viandante.. 36).

giovedì 27 giugno 2019

BUONI E CATTIVI 


Per l'agiato borghese e il figlio di papà che fa l'Università quel che importa è il conto in banca e questo non ha territori. Ma i popoli vivono in territori e sono sovrani su essi, per cui il "buono" non può dare ordini ai popoli in nome della bontà e strumentalizzando usanze nate per altri scopi, come il soccorso in mare e il rifugio in porti sicuri. Questo vale per chi si trova in occasionale difficoltà, non per chi va a porsi in questa situazione per un secondo fine: entrare con la forza in nazioni straniere. I migranti soccorsi in mare non stanno lì in modo occasionale. I porti sicuri stanno pure a Marsiglia e Barcellona. E' ora di finirla di farsi scudo politico con il dualismo cristiano buono-cattivo, conta essere giusti ed è giusto impedire ai migranti di entrare con la forza e pagando negrieri.
L'ALTRUISMO NAUSEANTE 

Tutti i lavori che non vengono fatti per una passione propria, quindi egoistica, e sono pagati, sono prostituzione. La società moderna è fondata sulla prostituzione ad estranei, che viene chiamata pomposamente altruismo, questo sebbene disprezzi la prostituzione classica. Gli altruisti, subito il lavaggio del cervello, neppure si rendono conto di quanto sono nauseanti e credono di difendersi dandoti dell'egoista, come se realizzare se stessi, anziché gli altri, fosse un delitto e non una legge di natura. L'altruista non si rende conto che vengono al mondo individui e non greggi. E' prostituzione tanto fare la mignotta quanto fare la commessa o la docente. Chi non sa badare a se stesso non ha più un diritto assoluto alla vita, perché altrimenti vive da parassita e sfruttatore degli altri.

martedì 25 giugno 2019

SE CI FOSSE L'EUTANASIA E NON IL SADISMO CRISTIANO DELLA SOFFERENZA (CHE POI L'EUTANASIA HA ORIGINI NATURALI: PENSATE AL CIANURO CHE ERA POSSEDUTO DAI SELVAGGI DELL'AMAZZONIA), ME NE SAREI ANDATO GIA' DA UN PEZZO. NON SOPPORTO DI VIVERE IN UNA SOCIETA' DI PROFESSIONISTI E LAVORATORI CHE NEGANO ISTINTI E SENTIMENTI NEI RAPPORTI QUOTIDIANI TRA LE PERSONE. PERCHE' DEVO DIRE CHE L'UOMO CHE SERVE AL BAR E' UN "BARISTA" E NON UNO "GNOCCO"? PERCHE' DEVO DIRE CHE LA DONNA CHE MI VISITA E' UNA "DOTTORESSA" E NON UNA "GNOCCA"? LA RAZIONALITA' DELLA METAFISICA SOCIALE HA ORMAI SOMMERSO OGNI ISTINTO E SENTIMENTO, LE FIGURE PROFESSIONALI MI FANNO SCHIFO E LODO TUTTI QUELLI CHE MANIFESTANO PRIMA SENTIMENTI E ISTINTI, SONO I MENO ADDOMESTICATI.
IL CRISTIANESIMO E IL DISPOTISMO 

Non a caso negli scritti giovanili di Nietzsche la figura di Prometeo viene citata parecchie volte e addirittura Nietzsche aveva progettato una rappresentazione teatrale di un Prometeo ribelle, che rifiuta compromessi con il potere tirannico (nulla è più romantico di ciò): “Giapeto - ..E’ pronto il sacrificio, a sugellare/ l’eterno patto tra noi e le celesti potenze. Prometeo - Come? Padre? Cosa dici?/ No, questo mai. In vincoli siffatti/ non voglio farmi incatenare. Libero/ voglio essere../…/ Non sopporta lo spirito mio fiero/ che gli dèi, nati dal nostro stesso ceppo,/ reggan lo scettro!” (F. Nietzsche - “Scritti giovanili” 1856-64 - aprile 1859). Se si confronta il modo di ragionare anti-tirannico di Leopardi e Nietzsche, con quello delle civiltà orientali, si nota che queste ultime sono tutte civiltà barbare fondate sul dispotismo, e figli di questa barbarie fondata sulla tirannia sono anche l’ebraismo, prima, e il cristianesimo, poi. Nel "Prometeo" di Goethe e di Nietzsche il patto tra il popolo e il tiranno (Zeus o Dio) viene rifiutato, nell’Antico Testamento e nel cristianesimo, invece, il patto, l’alleanza, tra il popolo, ebraico o meno, con Dio o Jahvé è accettato e si accetta con esso la sottomissione e la barbarie del dispotismo, della tirannia, della dittatura. Non meraviglia, quindi, che Nietzsche e Leopardi vedano, in Occidente, il cristianesimo come fonte originaria di ogni dispotismo.

lunedì 24 giugno 2019

I'M NOBODY (IO SONO NESSUNO) 

E' una bellissima poesia della migliore poetessa ma esistita, cioè l'americana Emily Dickinson. Si chiuse in casa e all'arrivo di visitatori restava nella sua stanza e riceveva solo bambini e animali, cioè esseri innocenti. Quando morì trovarono più di 2000 poesie nella sua stanza nascoste ovunque: "Io sono Nessuno! Tu chi sei?/ Sei Nessuno anche tu?/ Allora siamo in due!/ Non dirlo! Potrebbero spargere la voce!/ Che grande peso essere Qualcuno!/ Così volgare - come una rana/ che gracida il tuo nome tutto il giorno/ ad un pantano in estasi per lei". Io pure sono nessuno affettivamente, non voglio che si gracidi il mio nome, ma nessuno verserà più di mezza lacrima quando sarò andato via, si piange un affetto vero, profondo, non per un conoscente o uno sconosciuto che, in sostanza, è nessuno.
ANCORA SULL'ASSISTENZA SESSUALE 

Ho detto seriamente che bisognerebbe non usare più il termine dispregiativo di "prostituta", ma di "assistente sessuale". Tuttavia la figura professionale di assistente sessuale per disabili, che si vuole creare, mi lascia qualche perplessità. Non perché il sesso sia un tabù come pensano i cristiani, guidati da una perversa visione ascetica, che lo negano e lo ammettono solo per procreare. Ma perché ha il sapore di un privilegio. Certo il disabile ha diritto alla sessualità, ma è un diritto subordinato a chi vuole fare sesso con lui. Se l'assistente viene in qualche modo pagato, la differenza con la prostituzione non c'è. Per evitare la confusione con la prostituzione, si cerca allora di tenere il corpo sempre staccato dall'assistenza, si parla, ci si conosce, si prende confidenza, ma il contatto corporeo viene quasi escluso (ad es. sono espressamente vietati rapporti orali o completi). Per me ognuno deve essere libero di spingersi dove crede, l'assistente o il disabile. Quello che mi infastidisce è che, in tal modo, l'emarginato diventa un privilegiato, perché tutti i disgraziati non disabili, ma vecchi, troppo giovani (da 12-13 anni in su si è sessualmente abili), brutti, timidi, sfortunati, con complessi sono esclusi dall'assistenza sessuale. L'escluso è privilegiato, questa logica della sinistra non la sopporto. O tutti o nessuno.

domenica 23 giugno 2019

L'EBBREZZA E IL TRAGICO 

L’ebbrezza, in Leopardi, è il fondamento delle “illusioni” e della “vita vitale”, la malinconia è solo la mancanza di tale ebbrezza ed entusiasmo, lo è perfino la disperazione. L’ebbrezza è un concetto fondamentale in Leopardi come in Nietzsche, la sua ricerca sta proprio alla base della “malinconia terapeutica di Leopardi”. Leopardi si esalta quando parla dell’ebbrezza (ovviamente l’ebbrezza è lo stato d’animo normale di Dioniso, o Bacco, per cui corrisponde all’ubriachezza, di cui Leopardi non ha mai parlato male: l’ubriaco, se non sta male fisicamente, si entusiasma, si abbandona ai sensi e supera le inibizioni create dalla repressione sociale, dice la verità ed è, spesso, anche coraggioso fino alla sconsideratezza): “L’ubbriachezza è madre dell’allegrezza, così il vigore..l’ubbriachezza cagiona la dimenticanza del vero <tragico, permette di superarlo, come fa la tragedia greca>, dalla quale sola può nascere l’allegrezza” (G. Leopardi - “Zibaldone” 109). Chi è cosciente della morte, può superare la depressione provocata dal tragico, solo dando a sé motivo di ebbrezza, nel caso anche di ubriachezza, nelle feste dionisiache, diceva Nietzsche, anche nell’ebbrezza sessuale dell’orgia.
DIONISO CONTRO CRISTO 

Nietzsche trova inconciliabili Cristo e Dioniso: “Sono stato capito? Dioniso contro il crocifisso” (F. Nietzsche - “Ecce homo” - Perché io sono un destino 9). Il cristianesimo ha distrutto la vitalità del dionisiaco, in Occidente almeno, è il suo principale nemico: “la dottrina cristiana fu la controdottrina che negava quella dionisiaca” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” - 1884-85 - 41 (7)). Cristo muore e non risorge per vivere in questa terra, ma per andare nel mondo dei sogni, Dioniso, al contrario, muore, e qui l’elemento tragico della natura è palese, ma per rinascere continuamente nel mondo terreno, non tradisce la Terra, ed è chiaro che già in Dioniso è prefigurata la dottrina dell’“eterno ritorno” (Cristo non ritorna in Terra) una volta spogliata dalle complicazioni intellettuali che la critica novecentesca vi ha costruito sopra: “‘Il Dio in croce’ è una maledizione della vita <terrena>, un’esortazione a liberarsene. Il Dioniso fatto a pezzi è una promessa alla vita: essa rinascerà e rifiorirà eternamente dalla distruzione” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1888-89 - 14 (89)).

sabato 22 giugno 2019

L'ASSISTENTE SESSUALE

Una prostituta ha diritto a un titolo rispettabile! No! E' l'avanzata dell'indegna morale altruistica che si scontra con quella della dignità personale. Si finge di superare il tabù sessuale. Ho visto in TV che si sta formando tale figura professionale, che c'è una proposta di legge per crearla e in altri paesi già c'è. Educare il disabile alla sensualità del proprio corpo? Con le chiacchiere? La sessualità è corpo. Gli si insegna a masturbarsi da solo? E se non può? Se non si ha un contatto fisico concreto, pure genitale, senza corpo non c'è sessualità. E' l'ennesima trovata da intellettuali e invadenza delle figure professionali? Devono essere "tutti uguali", allora si deve essere altruisti. Ma, allora, perché non fare assistenza sessuale a un vecchio o a ragazzini in età puberale? Con il corpo, non a chiacchiere.

giovedì 20 giugno 2019

NON SOPPORTO PIU' IMPRENDITORI, ECONOMISTI, GIORNALISTI, ULTIMI ARRIVATI CHE VANNO NEL TALK SHOW TELEVISIVI A RACCONTARE CHE IL POSTO FISSO NON ESISTE PIU'. CHE LA VITA SIA PRECARIA NON CE LE DEVONO INSEGNARE LORO (LEOPARDI LO FACEVA MOLTO MEGLIO), MA IN TAL MODO E' PASSATO L'INTERESSE DEGLI IMPRENDITORI CHE, SPOSTANDO LE AZIENDE ALL'ESTERO, CHIUDENDOLE, CAMBIANDO ATTIVITA', IL PROFITTO FISSO CE L'HANNO E COME. CHI RESTA IN UN POSTO FISSO, SE E' ONESTO, LAVORERA' SEMPRE MEGLIO DI CHI CAMBIA SEMPRE LAVORO. GLI ARTIGIANI MEDIEVALI ERANO QUASI ARTISTI PROPRIO PERCHE' AVEVANO LA BOTTEGA FISSA. MA QUI IL PROBLEMA NON E' IL POSTO FISSO, MA IL FATTO CHE CHI CAMBIA LAVORO NON NE TROVA UN ALTRO, PUO' DISPIACERE NON AVERE IL POSTO FISSO, MA DISPIACE ANCORA DI PIU' NON AVERE LA FISSITA' DI UN POSTO DI LAVORO.
NIETZSCHE E LA DEMOCRAZIA

Il problema della vita non è essere uguali, ma liberi e capaci di lottare. La democrazia nasce dal cristianesimo: "Il cristianesimo come snaturalizzazione della morale dell'animale da branco..La democratizzazione è una forma più naturale della medesima" (Framm. post. 87-88-10(77)). Essa privilegia la quantità (tutti uguali, numeri, voto) alla qualità e rende deboli, come il branco, incapaci di difendersi: "La democrazia europea..è soprattutto uno scatenamento..di debolezze" (idem 84-85-34(164)). Il branco è mite perché crede di andare d'accordo con tutti e non possiede il furore della lotta. Il che vuol dire che le democrazie europee, snaturate dall'egualitarismo, non saranno capaci di difendersi dalle non-democrazie, che non hanno la cultura dell'uguale. L'uguale ci farà schiavi.
L'ERRORE DI NIETZSCHE SUL ROMANTICISMO 

Da un certo momento in poi Nietzsche considera il Romanticismo stesso come “decadenza”, come “pessimismo della rassegnazione”, equiparandolo alla svolta verso lo spiritualismo puro di Wagner e alla filosofia nichilistica di Schopenhauer. Di qui il seguente commento: “In realtà i romantici rappresentano una forma morbosa di decadenza..La nostalgia del passato è addirittura una testimonianza di profondo malessere e di mancanza d’avvenire” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1888-89 - 15 (97)). Chiarendo dapprima che la “nostalgia”, quando il presente è mera “decadenza”, è resistenza ad essa (lo stesso Nietzsche mostra questa nostalgia verso il mondo eroico, ad esempio, dei greci), una resistenza che, per il fatto stesso che si pone, è indomita volontà di riproporla per l’avvenire, cioè la nostalgia è gravida di avvenire. In realtà Nietzsche da giovane era stato romantico e nei tratti fondamentali lo rimane. Lui stesso confessa di aver amato, inzialmente, il Wagner romantico perché lo considerava anti-cristiano, con quello spirito energico del paganesimo nordico, fatto di Walkirie e Nibelunghi, che, a ragione, Nietzsche avvertiva come anti-cristiano e simile alla cultura greca arcaica e pre-socratica. Non è un caso che sull’argomento, nonostante la collocazione del Romanticismo nella “decadenza”, Nietzsche rimanga molto ambiguo in proposito. Sia perché ammira Goethe e Heine che, pur nella loro libertà, avevano chiari tratti romantici, sia perché riconosce qualcosa al Romanticismo che averebbe dovuto spingerlo a non appiattirlo al duo ultimo-Wagner e Schopenhauer (stesso discorso vale per Leopardi), cioè il fatto che il Romanticismo riconosca il culto del “genio”, sia degli individui che dei popoli, che non indica una “superiorità”, ma una “personalità” che viene fuori direttamente dalla natura, qualcosa che ancora l’ultimo Nietzsche non ha del tutto dimenticato, ma non ha utilizzato per una revisione critica sul Romanticismo (tenendo presente che il Romanticismo che aveva di fronte era già una degenerazione che stava andando verso il Decadentismo, per cui la critica di Nietzsche al Romanticismo è, di fatto, una critica preventiva al Decadentismo a cui docenti ottusi lo associano): “l’ideale aristocratico si è ormai snaturato.. Romanticismo come culto dell’eccezione, del genio, ecc.” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1887-88 - 10 (77)). Il Romanticismo è il trionfo della diversità naturale, oggi sommersa dalla melma dell’uguaglianza sociale.
LA MORALE ALTRUISTA

Per Nietzsche, l'altruismo è vendetta e rancore di coloro che, o per salute o per viltà, non riescono a vivere bene e allora applicano il principio del “mal comune mezzo gaudio”. Si crea la figura del “buono”, dell’“altruista”, che, anziché vivere a pieno la sua vita, come giustizia naturale vorrebbe, fa il servitore dell’incapace, che resta com'è, ma si vendica su chi può vivere a pieno. Se l’incapace rispettasse gli altri, direbbe “abbandonami”, “lasciami al mio destino”, avrebbe quel coraggio che accomuna il “sublime” romantico, il “titanismo” leopardiano e il “superuomo” nietzscheano. Ma non lo fa, anzi pretende il soccorso: il gregge di pecore organizzato. Nietzsche detesta ciò: “Che cos'è propriamente la morale?..sono gli esauriti..che in tal modo si vendicano” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1888-89 - 14 (135)).

mercoledì 19 giugno 2019

IL RE
Morire d'altruismo,
no!, non fa per me,
 almeno per me stesso
 io sono un vero re!

Un re che non comanda,
 che comandar non vuole
 e se un re fa il servo
 se ne schifa e se ne duole.

Ma un re non obbedisce,
 né al bene e né al male,
 ascolta sol se stesso:
 è sempre personale.

(C. De Cristofaro - 19/6/1919)

martedì 18 giugno 2019

IL DEBITO DEGLI SCHIAVI 

Una volta stabilito che il gestore dell’al di là si preoccupa di salvare noi, nasce l’idea, che Nietzsche fa notare, del debito incolmabile che si ha con Dio. Nulla spinge alla sottomissione più dell’idea di avere un debito con qualcuno. Ciò sta alla base anche della moderna società basata su scienza, tecnica, organizzazione sociale e politica: il misero schiavo, sempre in attesa che qualcuno lo salvi, non criticherà mai scienza, tecnica, sicurezza, Stato, organizzazione sociale e politica, ordine, perché si sente in debito con tutto ciò. E' per creare il “debito” che il cristianesimo si vanta della bontà del “dono”: dono=debito=riconoscenza=obbligo: “La coscienza di essere in debito nei confronti della divinità non si estingue..Il senso di un debito nei confronti della divinità non ha cessato di crescere per parecchi millenni..nella stessa proporzione con cui sono cresciuti e sono stati portati in alto sulla terra il concetto di dio e il senso della divinità” (F. Nietzsche - “Genealogia della morale” - dis. 2°, 20). Oggi si sostiene che si è in debito, quindi bisogna obbedire, a scienza, tecnica, progresso, Stato, società.
L'INDIFFERENZA CRISTIANA BASE DELLE DITTATURE 

“Il cristianesimo presuppone che l’uomo non sappia, non possa sapere cose è bene, che cosa è male per lui: egli crede in Dio, che è il solo a saperlo. La morale cristiana è un comando..è al di là di ogni critica” (F. Nietzsche - “Crepuscolo degli idoli” - Scorribande di un inattuale 5), il che corrisponde alla leopardiana avversione verso la tirannia: “Il Cristianesimo..<ha> reso l’uomo inattivo e ridottolo ad esser contemplativo, e per conseguenza..<è> favorevole al dispotismo..se l’uomo considera questa terra come un esilio, e non ha cura se non di una patria situata nell’altro mondo, che gl’importa della tirannia?” (G. Leopardi - “Zibaldone” 253),
L'ANTI-CRISTIANESIMO DI LEOPARDI 

“il Cristianesimo surrogando un altro mondo al presente..viene nella sua perfezione..a distruggere il mondo..il Cristianesimo non ha trovato altro mezzo di correger la vita che distruggerla, facendola riguardar come un nulla anzi un male” (G. Leopardi - “Zibaldone” 1686-1687), poi: “Quanto anche la religion cristiana sia contraria alla natura..si può vedere per questo esempio. Io ho conosciuto intimamente una madre di famiglia..saldissima ed esattissima nella credenza cristiana..Questa non solamente non compiangeva quei genitori che perdevano i loro figli bambini, ma gl’invidiava intimamente e sinceramente perché questi eran volati al paradiso senza pericoli” (G. Leopardi - “Zibaldone” 353).

lunedì 17 giugno 2019

DALL'ASCETISMO ALLA SCIENZA 

L'ascetismo è un "tirarsi fuori da sé e dal mondo", cioè: “L’uomo oggettivo <lo scienziato, il possessore di leggi, il dotto>..E’ soltanto per così dire uno strumento: uno specchio - non già ‘scopo a se stesso’..Quel che ancora gli resta della ‘persona’, gli sembra casuale, spesso arbitrario, ancor più spesso molesto: tanto è divenuto a se stesso un passaggio e un riflesso di figure e avvenimenti estranei. A furia di sforzi, ritorna col pensiero a ‘se stesso’, ma non di rado in maniera sbagliata; è facile che si scambi per un altro..è piuttosto un vaso..il quale deve sempre attendere una qualche specie di contenuto per prendere ‘forma’ secondo quest’ultimo - egli è di solito un uomo senza alcun contenuto di nessuna sorta, un uomo ‘senza se stesso’” (F. Nietzsche - “Al di là del bene e del male” 207).
ASCETISMO E ALTRUISMO

Dice Nietzsche: "Solitudine, digiuno e continenza sessuale - forma tipica dalla quale nasce la nevrosi religiosa..Considerare se stesso come un estraneo: come se fossero vetro o 2 persone” (“Frammenti postumi” 1884 - 25 (33)). L'altruista è un asceta che si è "tirato fuori da se stesso e dalla natura". Da estraneo a sé non vede differenze tra sé e gli estranei veri e propri (niente più rapporti personali: amici, padre, madre, figli, il "proprio" popolo: dipendono dal riconoscere "se stessi"). Tutti estranei, tutti uguali (l'estraneità dell'asceta osserva il mondo con la freddezza della razionalità). Tale estraneità intellettuale, ricevuta con l'educazione cristiana, crea indifferenza verso i sentimenti: l'altruista, privo di se stesso, ripete la frase di Cristo: "sia fatta la tua volontà, non la mia".

domenica 16 giugno 2019

IL CRISTIANESIMO DEI FALSI ATEI 

"che esista un diritto universale che abbracci tutte le nazioni..è un'opinione che non ha mai esistito prima del cristianesimo" (G. Leopardi - "Zibaldone" 587). Dunque atei e laici buonisti da dove hanno preso l'idea di diritti umanitari globali se non dal cristianesimo? Io penso che i rapporti tra individui e popoli vadano regolati dal senso del giusto, non da diritti universali, e il giusto può portare anche alla guerra. "l'idee morali..per cagione del cristianesimo.. tanto..si sottilizzano in teoria, quanto si vanno segregando <separando>..dalla pratica (idem 3135). Vale a dire che la morale buonista è tanto teorizzata per quanto non applicata, riguarda sempre gli altri e mai se stessi. E' l'ipocrisia della morale cristiana e umanitaria, è l'ipocrisia dell'indifferenza tra individui e popoli.
BUONO E CATTIVO

Per il cristiano chi pensa a sé, sfrutti o non sfrutti gli altri, è cattivo, chi aiuta è buono. Il dualismo buono-cattivo è tirannia. La sinistra fa suo lo schema e, anche se stupida, si ritiene sempre superiore: si pone a priori tra i "buoni": "I socialisti fanno appello gli istinti cristiani, questa è la loro più sottile accortezza" (F. Nietzsche - "Frammenti postumi 1888-89 - 15(30,2)). I buoni hanno un ideale protettore, che, se non è il Dio cristiano, è l'Umanità, di fronte a cui sono giustificati solo i buoni e sono tutti uguali: "il concetto dell'uguaglianza delle anime di fronte a Dio. E' dato con esso il prototipo di tutte le teorie della parità dei diritti" (idem). Chi è giusto, non aiuta gli altri, lascia ad ognuno il suo, non ritiene tutti uguali e con pari diritti e distingue secondo capacità, è cattivo.

sabato 15 giugno 2019

LEOPARDI, NIETZSCHE E LA SCIENZA 

“Oltracciò, la ragione e la scienza tendono evidentemente ad agguagliare il mondo sotto ogni rispetto, ed estinguere o scemare la varietà, perché non c’è cosa più uniforme della ragione né più varia della natura; e così la scienza promuove sommamente l’indifferenza, perché toglie o scema le differenze reali, e quindi i motivi di determinazione” (G. Leopardi - “Zibaldone” 382). “Ogni concetto sorge con l’equiparazione di ciò che non è uguale. Se è certo che una foglia non è mai perfettamente uguale a un’altra, altrettanto certo è che il concetto di foglia si forma mediante un arbitrario lasciar cadere queste differenze individuali, mediante un dimenticare l’elemento discriminante, e suscita poi la rappresentazione che nella natura, all’infuori delle foglie, esiste un qualcosa che è ‘foglia’, quasi una forma primordiale <l’evoluzionismo si basa su questo presupposto ‘idealistico’>..Il trascurare ciò che vi è di individuale e di reale ci fornisce il concetto, allo stesso modo che ci fornisce la forma, mentre la natura non conosce invece nessuna forma e nessun concetto, e quindi neppure alcun genere, ma soltanto una x, per noi inattingibile” (F. Nietzsche - “Su verità e menzogna in senso extra-morale” 1).

venerdì 14 giugno 2019

LA PERVERSIONE CIVILE

La civiltà, la ragione, lo spirito “usano” il corpo, così come “usano” l’individuo: obbedienza in cambio di protezione, che non ci salva dalla morte e che ci fa andare “contro natura” e la nostra personalità. La civiltà è uno strumento di potere sociale. Nasce dall’ideale metafisico-ascetico, dal “tirarsi fuori” dal mondo, per cui ciò che è spirito e ragione comanda su corpo, istinto e personalità. Le idee, dalle quali nasce la scienza, a cominciare da quelle di Platone (ma ogni idea è sempre un tirarsi fuori dal mondo, dato che nella realtà ci sono solo individui diversi che negano ogni idea e concetto), vanno a creare “forme vuote” in cui ingabbiare gli individui con il “dover essere”, facendo di questo perfino un’etica dell’uguale (in idea tutti gli individui sono uguali, così i popoli nel concetto di Umanità).

giovedì 13 giugno 2019

NO ALLE CAUSE


Negando i fini e le cause per il mondo naturale, la natura viene restituita alla sua realtà (quella del "caso"), nella quale viviamo comunque, nonostante le illusioni di sicurezza: “Negazione della causalità - Per non rendere tutto responsabile di qualunque cosa e per non stare a complicare ciò che è semplice. Il ‘caso’ esiste veramente” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1885-87 - 2 (167)). Nella modernità, con la scienza padrona, il "causalismo" crea sempre dei responsabili di qualcosa, ad esempio la persona sana, non vaccinata, diventa la causa, il responsabile, della malattia di morbillo di una persona debole. L’obbligo altruista fa il resto e così non si è più padroni del proprio corpo. Fini e cause non sono realtà, ma legami psicologici, che la scienza ha reso dogmatici e obbligatori per tutti come in un pensiero unico.

mercoledì 12 giugno 2019

MATTARELLO 

Noi eleggiamo presidenti come dei re. Frasi fatte, retorica, buonismo, perbenismo: è più nauseante del Papa. Apologia della cultura. Chi dice che la cultura sia un bene e non sia, di volta in volta, tranne alcuni ribelli, la voce della "formula politica" che sta al potere? Cioè merda? Ma, anche ammettendola, non dovrebbe essere la voce della personalità di individui e popoli? No, il mio non-presidente la guarda, da buon borghese del mercato globale, come un puro fatto tecnico, in cui è indifferente se riguarda italiani o migranti e lo "scambio" fosse un arricchimento. Prendo l'altro e perdo me stesso. La comodità tecnica non esaurisce la personalità di individui e popoli, lo scambio per principio è indifferenza tra sé e gli altri, tra un popolo e l'altro: indifferenza tipica di chi si tira fuori dal mondo.
IL LINGUAGGIO 

A volte sembra che il linguaggio l'abbiano inventato i maschi più che le femmine. Le femministe già le vedo incavolarsi e parlare di società maschilista, quando si tratta pure di stabilire se il linguaggio non sia la sede più propria della menzogna. Io credo ai corpi e non alle parole. Comunque la cosa diventa ridicola quando si sente una ragazza che dice "non mi rompere il cazzo". Oggi ne ho sentita un'altra: nel calcio, quando un compagno di squadra sopravanza il portatore di palla ai suoi lati, si dice che "gli ha portato via l'uomo" che poteva intervenire, oggi ho sentito la stessa espressione durante una partita di calcio femminile. Una giocatrice avanzava e una sua compagna l'ha sopravanzata "portandogli via l'uomo" (non la donna): l'avrà pure aiutata in campo, ma fuori gli ha messo le corna.

venerdì 7 giugno 2019

LA MOBILITA' 


Molti lavoratori vengono licenziati perché spostati, da un giorno all'altro, da una città all'altra, se non oltre. Le aziende "delocalizzano" le attività dove più gli conviene. La mobilità è una dittatura. Questa delocalizzazione di persone e aziende è tipica della globalizzazione, in cui non conta nulla di personale: legami con famiglia, città, territorio; è segno di spersonalizzazione e sradicamento delle persone chiamato "mobilità". La gente si muoveva perché aveva le gambe, ma aveva vicino i parenti, il gruppo in cui nascevano e stava in un territorio. Oggi tutto è anonimo: persone, affetti, territori, la gente vive di mobilità, i ricchi vivono il fenomeno con i viaggi o spostando affari e ville in tutto il mondo. Migranti e merci sono la stessa cosa. Le deportazioni devono finire anche con l'uso della forza.

giovedì 6 giugno 2019

DIALOGO TRA SAN FRANCESCO E PAPA FRANCESCO 


S. Francesco - Chi sei tu che usurpi il mio nome? Io vivevo mendicando, ero quasi uno straccione, vivevo in un territorio limitato, davo una minestra ai poveri italiani, stavo in Italia, tu giri su arei, automobili, hai alle dipendenze eserciti di preti, hai una ricchezza e un potere enormi e pretendi di aiutare tutto il mondo come nostro signore Gesù Cristo. Papa Francesco - Scusa, sai, mi hanno eletto e ho scelto il tuo nome per onorarti. S. Francesco - Onorarmi? Tu mi disonori! Hai scelto il mio nome per ingannare, visto che sei un gesuita e quindi portato all'inganno. Papa Francesco - Allora, cosa devo fare? S. Francesco - Dimettiti o muori e lascia il posto a un cialtrone vero che non porti il mio nome, tipo galline: Pio, Pio, Pio, Pio, Pio..

mercoledì 5 giugno 2019

LE RADICI DEL MALE 


Parlare di "male assoluto" è una mistificazione ideologica, identificata col nazismo. Se si tratta di numero di morti perché non con il cristianesimo o il comunismo che ne hanno fatti molti di più? Il problema è che il concetto di "male" (o "bene"), con cui si giudica, è esso stesso cristiano-comunista, si basa sull'idea che il bene è altruismo, collaborazione ipocrita, mentre coloro che si separano giungendo alla guerra, tenendo conto della diversità di popoli e razze, sono il male. L'indipendenza e la separazione sono diventate il male assoluto. Non è la separazione il male, ma lo sterminio, che è diventato così vasto perché lo consente la stessa organizzazione moderna. Non organizzato esisteva già da prima, fin dalla preistoria. Per cui il male assoluto si è già spostato, diventando la moderna organizzazione.
LA SESSUALITA' FEMMINILE 

A volte si ha perfino il dubbio che esista. Le donne dicono che sono sessualmente più complicate degli uomini, si offendono da sole? Essere complicati è un difetto, non un pregio. Si può capire che, fino a 50 anni fa, restando incinta, la donna fosse più ritrosa all'atto sessuale, dovendo calcolare le condizioni favorevoli per un figlio, cosa che il maschio non sempre faceva adeguatamente. Ma che la donna tremi all'idea di apparire spregiudicata o puttana è una sua vergogna e debolezza: se prova piacere deve dirlo apertamente, sia per farlo capire all'uomo (che non deve fare l'indovino), sia per affermare un diritto alla libera sessualità. Eppure ci sono ancora donne che per parlare di sesso devono sentirsi sposate o fidanzate, sono vittime della castrazione cristiana per cui sono solo madri?
Sull’animale Nietzsche la pensa esattamente come Leopardi, tanto è vero che parafrasa una strofa del “Canto notturno”: dice Leopardi: “O greggia mia che posi, oh te beata, /…/ Quanta invidia ti porto!/ Non sol perché d’affanno/ quasi libera vai;/ ch’gni stento, ogni danno,/ ogni estremo timor subito scordi;/ ma più perché giammai tedio non provi” (G. Leopardi - “Canti” - “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” vv. 105-112). Dice Nietzsche: “Osserva il gregge che ti pascola innanzi: esso non sa cosa sia ieri <né domani, vive nell’attimo>, cosa oggi, salta intorno, mangia, riposa, digerisce, torna a saltare, e così dall’alba al tramonto e di giorno in giorno, legato brevemente con il suo piacere e dolore, attaccato cioè al piuolo dell’istante, e perciò né triste né tediato. Il veder ciò fa male all’uomo, perché al confronto dell’animale egli si vanta della sua umanità e tuttavia guarda con invidia alla felicità di quello” (F. Nietzsche - “Considerazioni inattuali” - II (Sull’utilità e il danno della Storia per la vita)).

martedì 4 giugno 2019

LA COSCIENZA DELLA MORTE

Pazzi, scienziati, religiosi ne rimuovono la coscienza, perché vili terrorizzati dalla realtà. I bambini, invece, non la conoscono e sono i più felici. Poi la si conosce, dapprima perché muore un lontano parente, allora ci fa orrore, però non è vera coscienza, ma timore. Vera coscienza della morte c'è quando muore chi amiamo. Io ho visto morire mio padre, mia madre, mio fratello. Ho avuto la fortuna di non veder morire mia moglie o mio figlio, perché non li ho avuti (sfortuna). Quando si invecchia in compagnia si avverte di meno l'arrivo della morte, i malanni ci sono, ma chi si ama ci distrae dai malanni se non sono terminali, ma, se si è soli, la morte la senti addosso con mali sempre più gravi e allora si comincia ad avere la coscienza anche della "propria" morte.
UN DOLLARO D'ONORE (1959) 

Lo vedo con piacere su Iris (avevo 11-12 anni quando lo vidi per la prima volta), con John Wayne e Dean Martin e due meravigliose canzoni, cioè "Rio Bravo" e il "Deguello". Mi fa rabbia vedere la stupidità degli intellettuali di sinistra che definiscono fascista John Wayne, almeno quello dei western, solo perché risolve i problemi di giustizia mediante cazzotti e revolverate. L'intellettuale di sinistra, figlio del prete, pensa che basta parlare, è la perfetta incarnazione del detto "me ne ha date, ma gliene ho dette". Pensa che per la giustizia bastino le chiacchiere e la benedizione del papa, mentre ci vuole la lotta e dato che Wayne rappresenta la lotta fisica è fascista. Tutto quello che è lotta è fascista per questi idioti. Eppure senza lotta non c'è né libertà e né giustizia.
LA SPERIMENTAZIONE
Questa idea è nata con la cultura scientifico-progressista borghese e socialista ed è vuotezza di sé e mancanza di personalità e amor proprio. Io la detesto nei costumi, nella culinaria e un po dovunque, il che non significa accettare passivamente la tradizione: se quest'ultima opprime libertà e giustizia va soppressa. Avete mai visto un papavero che sperimenta per diventare margherita? Gli incroci sperimentali e le snaturanti forzature le fa solo l'uomo. Facciamo l'es.del cibo, perché devo sperimentare cibo che non conosco se so già quello che mi piace e che fa parte della mia personalità? C'è gente che sperimenta anche nei costumi, è europea e vuole i costumi barbarici islamici (globalizzazione). In pratica si sente vuota e infinita, è quello che gli passa davanti, è indifferente, una nullità.

lunedì 3 giugno 2019

NIETZSCHE E LE PROFESSIONI 

Nietzsche è un ribelle anarchico distruttivo in nome dell’anarco-individualismo aristocratico con la “trasvalutazione di tutti i valori”: “’Non si possono capovolgere tutti i valori?’” (F. Nietzsche - “Umano, troppo umano” lib. 1°, 3). Non si tratta di essere anarchici per restaurare l’autorità sociale (come superficialmente pensano a sinistra), Nietzsche non è meno anti-tirannico e anti-dittatoriale di Leopardi, giacché l’autorità ha una radice extra-mondana o mentale, mentre Nietzsche segue la linea del corpo e della personalità che ne deriva, si tratta, invece, di restaurare l’autorità della natura e della vita, che il nichilismo cristiano e moderno stanno distruggendo: da giovane mediante l’arte che domina lo “Stato greco” e nel Nietzsche maturo mediante l’annuncio del superuomo che riporta al successo solo la natura nella sua spontanea diversità e libera estrinsecazione della personalità indipendente e forte. Per far questo bisogna distruggere l’egualitarismo cristiano e moderno che fa distinzioni non per natura, ma solo per utilità sociale, come le distinzioni delle professioni, queste sì che tendono all’autoritarismo della competenza, o delle misure: “Una specie superiore di uomini <superuomo>..non ama le ‘professioni’, appunto per il fatto che conosce la sua vocazione” (F. Nietzsche - “Crepuscolo degli idoli” - Quel che i tedeschi non hanno 6). Le professioni presuppongono l’altruismo, sia pure remunerato, mentre il superuomo vive della sua personalità o amor proprio che non può trovarsi in altri, tanto meno nei professionisti o nella conoscenza
SINISTRA E NON 

Coerentemente con il mio amore per Stirner e Nietzsche sto dalla parte dei lavoratori se si ribellano e fanno una guerra civile contro i proprietari, anche se solo azionisti o speculatori del mercato finanziario. Fuoco alle Borse! Salvo che, se instaurano una dittatura, come in Russia con Lenin e Stalin, rivendico il diritto di fare la guerra civile anche contro i lavoratori. Quel che non sopporto della sinistra non è la guerra civile, ma il suo imitare la caritas cristiana: il solidarismo umanitario verso lavoratori e disperati di ogni tipo. Niente assistenza, è vomitevole, è offesa alla dignità delle persone, ai disperati non bisogna dare accoglienza, ma armi per fare la guerra civile. La sinistra, se accoglie i migranti, mi fa vomitare, se offre armi agli africani per fare una guerra civile nel loro paese mi sta bene.

domenica 2 giugno 2019

L'IPOCRISIA DEL DIRITTO DEL MARE

Il richiamo al diritto del mare per salvare i migranti nel Mediterraneo, i più agiati dei disperati, è ideologia per realizzare il progetto della globalizzazione e l'azzeramento dei popoli e degli individui nell'omologazione planetaria. Nel diritto del mare si salva qualcuno a cui è capitato un naufragio (perché non si respingono quelli che arrivano direttamente in territorio italiano?) e lo si riporta a casa sua. Se una serie di disperati si butta a fiume affinché io li salvi e li porti a casa mia, penso che non ci sia il dovere morale di salvarli, giacché creano il loro pericolo con un secondo fine ingiusto e immorale. Lo stesso vale per i migranti che si gettano in mare con i barconi: il diritto di salvarli non esiste, perché creano il loro pericolo con un secondo fine.

sabato 1 giugno 2019

LETTERA A SALVINI (sul suo sito fb)

L'ho votata alle europee per questi motivi: 1) sono più contrario di lei alle immigrazioni clandestine (io pattuglierei le coste libiche anche a costo di una guerra); 2) sono favorevole alla legittima difesa in casa; 3) sono contrario alle adozioni gay; 4) sono favorevole alla riapertura delle case chiuse. Ma lei perderà il mio voto se: 1) seguiterà ad enfatizzare le forze dell'ordine (spesso sono corporative, come i magistrati sono una casta: la magistratura sta espropriando il potere esecutivo e legislativo); 2) se seguiterà a sbandierare simboli cristiani, inseguendo i voti dei movimenti della famiglia cattolici; 3) se seguiterà ad ostacolare l'eutanasia; 4) se demonizzerà le droghe leggere con il dogma "la droga è droga".