OTTOCENTO E NOVECENTO
L’arte deve attingere dalla vita, dalle passioni, dagli istinti, dai sentimenti, non può essere un’arte psicologica (come quella del Novecento), giacché la psicologia è un’appendice intellettuale della razionalità: “quest’arte insomma psicologica, distrugge l’illusione senza cui non ci sarà poesia in sempiterno, distrugge la grandezza dell’animo” (G. Leopardi - “Zibaldone” 17). Infatti, di un secolo egocentricamente psicologico come il Novecento, tutto si può dire, meno che abbia prodotto grande poesia - il nichilismo non è poesia -, ha ottenuto buoni risultati solo in ambito comico, in cui il cinismo della ragione svolge il suo ruolo, non sempre solo scherzoso. L’uomo del Novecento, se cerca passioni e sentimenti, si rivolge sempre all’arte dell’Ottocento, in questo infinitamente superiore a quella del Novecento.
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