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venerdì 9 agosto 2019

LA SOLITUDINE INTELLETTUALE

Se la società è pessima e percorsa ovunque da fremiti meschini o nevrotici, il poeta o il filosofo non ha altra soluzione che condurre una vita solitaria, per mantenere libere le sue idee e mantenere la sua salute: “Dalle dette considerazioni consegue che oggi l’uomo, quanto è più savio o sapiente, cioè quanto più conosce e sente l’infelicità..tanto più ama la solitudine” (G. Leopardi - “Zibaldone” 682). Il che ha il suo corrispettivo in Nietzsche: “questo mondo democratico trasforma tutti in specialisti, perciò la grandezza è oggi nell’essere universali <sguardo più ampio sull’umanità>..Esso sviluppa l’animale di branco, perciò è oggi da ascrivere a grandezza lo star solo e il vivere indipendente” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1884-85 - 35 (25)). Nella solitudine il filosofo o il poeta ritrova se stesso.

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