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venerdì 30 agosto 2019

IL PROGRESSO

dal mio libro su Leopardi (che condivido) - L’unico progresso possibile è quello di diventare sempre più ignoranti, cioè riaccostarsi all’istinto e sentimento naturali: “il progresso dello spirito umano consiste..non nell’imparare ma del disimparare principalmente, nel conoscere sempre più di non conoscere, nell’avvedersi di saper sempre meno” (G. Leopardi - “Zibaldone” 4189, 4190). Il progresso, in realtà, è l’assuefazione ai miti della propria epoca, è “conformismo mobile”, per il quale ognuno crede che la sua epoca sia migliore delle passate e ne fa un dogma intoccabile: “La forza e la facilità e varietà dell’assuefazione, sia nell’individuo, che nel genere umano..Ecco tutto il progresso e dell’individuo e dello spirito umano” (G. Leopardi - idem 1767). L’individuo libero dal conformismo è libero anche dal progressismo.

lunedì 26 agosto 2019

LA FINE DEL M5S 

Renziani e pentastellati sono destinati a sparire, vinca o non vinca la destra. Per questo sono attaccati alle poltrone del potere fino a che la legge glielo consente e senza consultare gli italiani. No, non si tratta dei sondaggi, ma di logica. L'accordo con Salvini ha fatto perdere voti al M5S, sia per il successo di Salvini sui migranti (quindi attenzione a non farli tornare!) e sia perché una buona parte degli elettori di sinistra del M5S l'hanno lasciato. Ma per il M5S votavano anche persone di destra, in quanto sembrava anti-europeista e anti-establishment. Salvini ha la colpa di non aver lasciato del tutto qualche legame con le lobby affaristiche. Ma il contratto PD-M5S farà sparire il M5S, e' un legame mortale, perché quelli di destra che votavano per il M5S non lo voteranno più e nel contempo i residuati di sinistra confluiranno in un partito più similare, cioè un PD senza Renzi, anche se i renziani sono ancora forti in Parlamento.

domenica 25 agosto 2019

NO ALLO IUS SOLI 

Perché? Perché sei di destra dice l'imbecille. La nazionalità non è un fatto formale, ma sostanziale, come tutte le cose qualitative. La riduce a fatto formale chi vuole ridurre le nazioni a entità liquide e trasparenti per far passare liberamente i soldi e le merci, cioè i ladroni della globalizzazione. Razzismo? Idioti. Sto dicendo che è inferiore e per questo non gli do la cittadinanza? Sto dicendo che è diverso. Vedo in Tv il Milan, il telecronista dice che il turco Chalhnouglu è nato in Germania, ma gioca per la nazionale turca. Moderato, certo, però significa che non basta essere nato in un territorio per sentirsi della nazione che lo occupa. Le nazioni hanno certo un territorio, ma il territorio concorre, non basta, a fare la nazione. 15 anni fa domandai ad una mia alunna ebrea-italiana cosa avrebbe fatto in caso di guerra tra Italia e Israele. Rispose senza esitazioni che avrebbe scelto Israele. Ne apprezzai la sincerità, ma questo significa che non basta nascere in un territorio per sentirsi della nazione che lo abita. Chi non si sente italiano, non ha diritto alla cittadinanza italiana.

sabato 24 agosto 2019

LE SCIENZE COME IGNORANZA ENCICLOPEDICA 

L’enciclopedismo non è altro che il dilatarsi mostruoso della ragione e del presunto sapere, di cui la modernità è tipica rappresentante, in cui la vastità del sapere trasforma tutti in ignoranti che conoscono solo quella mattonella del loro sapere specialistico, in tal modo la scienza, il sapere in generale generano quella stupida fiducia di tutti di un sapere enciclopedico dell’uomo che genera un ottimismo senza limiti: “non bisogna nascondersi ciò che si cela nel grembo di questa cultura socratica! Un ottimismo che si crede senza limiti..<che> si converte,,nella minacciosa pretesa di possedere una..felicità terrena alessandrina <cioè creata sulle basi di un sapere enciclopedico>” (F. Nietzsche - “La nascita della tragedia” 18).

venerdì 23 agosto 2019

AMORE E MORTE 


Tralascio la cinematografia borghese fatta di familiari ambiziosi che si scannano, di supereroi, di sessualità malata ecc., mi soffermo su un film appena visto di un autore che passa per grande autore contemporaneo: "Matador" di Pedro Almodovar. Sento parlare dell'unione di amore e morte e di film poetico. "Fratelli, a un tempo stesso, Amore e morte/ ingenerò la sorte./...Nasce dall'uno il bene,/ ..il piacer maggiore/.../ l'altra ogni gran dolore,/ ogni gran male annulla" (G. Leopardi - "Canti" - "Amore e morte"). Sono della vita, ma separatamente. S'intende che, con l'amore e la morte naturali, tutto va bene per chi non trema. Ma in Almodovar tutto è artificiale, non solo per gli omicidi, ma perché si vede che si uccide per unirsi nella morte. Siamo di fronte ad una psicologia malata, come tutta quella recente.
NECESSITA' E POSSIBILITA' 

Prendere se stessi, dal punto di vista psico-biologico, come “Sé”, e farne il filo conduttore come “corpo” della propria personalità, significa accettarsi fino in fondo, nonostante tutti i paragoni che l’uomo stabilisce comparativamente a livello sociale, significa ignorarli e combatterli se danno luogo a giudizi e pregiudizi nei confronti del singolo: il gobbo ama la gobba, mentre la società lo rifiuta come diverso. E spesso lo rifiuta proprio con l’altruismo, facendone un caso da trattare con maggiore compassione e da aiutare. Ogni idea sociale di noi, in quanto è esterna a noi, viene rigettata come cosa “non propria”, avere personalità significa riconoscere noi stessi come destino di noi medesimi, per cui essere stessi, cioè la propria necessità, significa essere liberi, di qui l’amor fati: “La mia formula per la grandezza dell’uomo è amor fati: non volere nulla di diverso, né dietro e né davanti a sé. Non solo sopportare..il necessario - tutto l’idealismo è una menzogna davanti al necessario - ma amarlo” (F. Nietzsche - “Ecce homo” - Perché sono così accorto 10). La libertà non è scelta, non è possibilità, non è andare “oltre” se stessi, prima di tutto come essere corporeo, ma essere quel che si è, ricacciando indietro l’idealismo che, come le sirene con Ulisse, cerca di sedurci convincendoci che sarebbe bello essere “altro” o stare al servizio di “altri”. Tutto questo altruismo è alienazione e rinuncia a se stessi, è ascetismo o religioso o ideologico-sociale. Noi tutti siamo “necessariamente” quello che siamo, rifiutarsi significa perdere la propria più autentica libertà; la libertà di essere altro, di avere altre possibilità riguardo al nostro essere significa essere schiavi di qualche idealismo o ideologia. Essere se stessi non ammette la possibilità di essere altro, la necessità in cui consistiamo oggettivamente dichiara impossibile ogni altra possibilità rispetto a noi stessi, dichiara che “l’impossibile non è possibile”, chi prova ad essere altro non lo è effettivamente, sta solo in lotta perenne contro se stesso (vedi il transessuale che opera e manipola costantemente il suo corpo per tentare di essere quello che non è), è un alienato, una forma di pazzia che ha la pretesa di scegliere quel che deve essere, senza sapere che quel che deve essere già lo è e in modo da non ammettere altre possibilità. La possibilità scissa dal corpo e da se stesso è delirio mentale. Necessità e possibilità entrano in contrasto se la seconda non si adegua alla prima. L’unica reale possibilità è quella potenzialità che può essere espressa solo dalla necessità. Ma in un mondo dove prevale il soggettivismo mentale e psicologico non si riconoscono più i propri limiti e, come abbiamo visto con Sartre, rimossa la propria natura, si crede di essere possibilità pura e infinita. L’uomo moderno è un malato mentale.

mercoledì 21 agosto 2019

IL GOVERNO DELL'IPOCRISIA 

E' quello che sta per nascere tra PD e M5S. 1 anno e mezzo fa il contratto di governo Lega-M5S aveva senso e legittimità morale. Lega e M5S avevano aumentato i voti, il PD li aveva persi. Poi c'erano dei possibili fattori comuni, che gli avversari chiamavano anti-europeismo e populismo. Il M5S si è rimangiato tutto l'anti-europeismo e in parte il populismo, Salvini si è rimangiato l'aspetto popolare ascoltando le lobby economiche. Rottura. Ma il governo che nasce è immorale, nasce per non perdere le elezioni con dignità, per vincere nei palazzi, per gli interessi dei parlamentari che sono pentastellati e renziani in maggioranza che andrebbero a casa (Renzi senza potere!). Insomma un governo fatto per non mandare a casa i renziani e moltissimi pentastellati, se non è ipocrisia questa!
FATTI PERSONALI O STRANI? 

Strani perché fatti da me. Nel lontano 1958, vivo ancora mio padre, io, mio padre e mio fratello andavamo a Frosolone (Isernia, Molise) per 15 giorni di villeggiatura nella casa di mio padre giovane. Io, non ricco, vedendo il tugurio in cui vivevano i fratelli della donna delle pulizie delle mie cugine, presi tutta una serie di miei oggetti da bimbo di 10 anni e su un panchetto cominciai a venderli ai passanti. Col ricavato feci una serie di regalini, anche banali, come caramelle e liquirizie, ai fratelli della donna di servizio e ad altri, che non potevano permetterseli. Cominciarono a chiamarmi benevolmente "il romano". Allora l'altruismo era entrato in me come fatto personale, come fatto impersonale è astrazione. Poi ho scoperto la verità degli esseri umani, il cui altruismo cela giochi di sfruttamento.

martedì 20 agosto 2019

RITORNA LA BARBARIE DEL "SILENZIO-ASSENSO" AL PRELIEVO DEGLI ORGANI CHE HO COMBATTUTO PER 40 ANNI, PERFINO ASSIEME A MIO FRATELLO E ANDANDO IN UN DIBATTITO TV SU RETE 4 (I MIEI ALUNNI DI MARINO REGISTRARONO LA PUNTATA), LA MEDICINA, LA MENO ESATTA E PIU' APPROSSIMATIVA DELLE SCIENZE, PRETENDE DI STABILIRE SE SEI VIVO O SEI MORTO ANCHE SE TI BATTE IL CUORE, C'E' CIRCOLAZIONE SANGUIGNA, SEI CALDO E REAGISCI AL DOLORE E LO FA CON UNA DEFINIZIONE MEDICA. INSOMMA, SE VAI INCOSCIENTE IN OSPEDALE, C'E' IL RISCHIO CHE TI AMMAZZINO E PER DI PIU' SACCHEGGINO IL TUO CORPO COME LE IENE, OFFENDENDO ANCHE I TUOI CARI E IL RISPETTO DEI MORTI. QUASI NESSUNO SA DOVE POTER FAR SCRIVERE CHE NON C'E' ASSENSO E COME QUESTO VIENE COMUNICATO TEMPESTIVAMENTE ALL'OSPEDALE.
FUSARO (8) 

“Per incidens, l’oggi in voga fascino oscuro, obliquo e inconfessabile per l’Islam in Occidente si spiega.. nei termini di un’irresistibile attrazione..verso un sistema valoriale e un ordine simbolico che non soltanto è già..entrato in collisione con il tecno capitalismo americano-centrico..ma che, inoltre, non è ancora stato travolto dalla destrutturazione identitaria post-moderna” (“Il nuovo ordine erotico” 5, 9)
FUSARO (7)

“In questo scenario dominato da un neutro unisex che è esso stesso emblema dell’indifferenziato omologante proprio del nichilismo del mercato, la galassia composta dalla femminilizzazione della società, dalla svirilizzazione dei maschi..doveva anche..condurre alla negazione della naturale e biologicamente fondata differenza dei sessi, di modo che non ci fossero più limiti e la vita umana..fosse un fondo neutro, gender fluid e senza riserve disponibile per i processi di valorizzazione del valore..il maschio femminilizzato si depila e fa uso di cosmetici, si reca dal parrucchiere e non più dal barbiere: a livello spesso inconscio, è animato dal desiderio dell’annullamento di ogni traccia rivelativa della sua mascolinità, vissuta come una colpa da espiare mediante lo scolpimento femminilizzato del proprio io”( idem 5, 9)
FUSARO (6) 

“l’oggi imperante ‘pacifismo’ delle sinistre arcobaleno..al conflitto del Servo in cerca della propria emancipazione ha sostituito la belante e impotente via dell’accettazione vittimistica delle ingiustizie; e alla lotta contro l’imperialismo..hanno preferito l’elogio salmodiante di quella ‘non violenza’ che, di fatto, non è se non il riconoscimento del monopolio della violenza dei dominanti..La svirilizzazione della società, procede di conserva, peraltro, a una de-femminizzazione delle donne, strappate alle logiche flessibili della loro dimensione femminile e ridotte al rango di atomi unisex, erogatori di forza lavoro fisica e neuronale intermittente e sottopagata” (“Il nuovo ordine erotico” 5, 9)
FUSARO (5) 

“In coerenza con l’ordine di quello che, con Gramsci, potremmo qualificare come il “blocco capitalistico” post 1968, centrato sulla rimozione dell’autorità e sull’avviamento di quel processo di evaporazione del padre oggi giunto a compimento, la società femminilizzata, con la sua specifica ‘cultura del piagnisteo’, celebra la vittima come solo possibile eroe. E fa valere una condizione di ‘matriarcato psicologico generalizzato’ ossia una sorta di permanente demonizzazione di ogni valore virile, subito demonizzato nella neolingua come inappellabilmente ‘sessista’, ‘maschilista’, ‘discriminatorio’, ‘paternalistico’ e ‘omofobo’..l’epoca post 1989 si è venuta profilando come fisiologicamente antieroica. Ha destituito la figura dell’eroe, sostituendola con quella della vittima.” (Il nuovo ordine erotico” 5, 9)
FUSARO (4) 

Pur non condividendo certe basi cristiane o marxiste dell’autore, revisionate, condivido i passi citati: “La metafora della liquidità impiegata da Bauman per condensare il senso della società pracarizzata, sradicante e talassica risulta alquanto efficace anche in ragione del fatto che chiarisce la necessità.. <della globalizzazione> di destrutturare le identità <individuali o nazionali che siano>, di renderle ‘deboli’: di modo che, smarriti la solidità e il radicamento che un tempo le caratterizzava..siano infinitamente manipolabili e risultino, alla stregua dei liquidi <terra come mare direbbe Schmitt>, pronte a adattarsi senza riserve a ogni sollecitazione della pubblicità, della manipolazione organizzata e dell’industria culturale” (“Il nuovo ordine erotico” 5, 2)
FUSARO (3)

Pur non condividendo certe basi cristiane o marxiste dell’autore, per altro ampiamente revisionate, limitatamente ai passi citati condivido pienamente quanto afferma:
“Il neoliberista va a colpire il contratto a tempo indeterminato nella sfera economica, come il neolibertino prende di mira quello proprio della sfera sentimentale” (Il nuovo ordine erotico 3, 7)”
FUSARO (2) - 


Pur non condividendo certe basi cristiane o marxiste dell’autore, per altro ampiamente revisionate, limitatamente ai passi citati condivido pienamente quanto afferma: “I giovani dell’Erasmus generation, rieducati precocemente alla stabile instabilità moderna e alle forme falsamente trendy della precarietà cosmopolita (erranza planetaria delle migrazioni coatte e delle ‘fughe dei cervelli’, intermittenza lavorativa, sradicamento territoriale ed emotivo eccetera)..Sono pronti a rivoltarsi esclusivamente contro ciò che possa mettere in discussione l’assetto del nuovo totalitarismo glamour ed eventualmente far brillare <scoppiare, fallire> piste di emancipazione reale” ("Il nuovo ordine erotico" 4, 2)
FUSARO (1)

Pur non condividendo certe basi cristiane o marxiste dell’autore, per altro ampiamente revisionate, limitatamente ai passi citati condivido pienamente quanto afferma:
<nella globalizzazione al lavoratore> L’intermittenza contrattuale e salariale gli impedisce permanentemente di stabilizzare la vita etica in senso lavorativo e familiare. Gli nega il diritto a un lavoro stabile e una fissa dimora. Lo costringe al precariato sentimentale e all’intermittenza erotica, ma poi anche all’impossibilità di accasarsi nelle forme dell’eticità stabile di tipo familiare..Ne scaturisce il paradosso dei giovani precari, con cuori e menti a capitalismo totale, che scendono in piazza a manifestare contro la famiglia..quando sono essi stessi impossibilitati a crearsene una, per via della disoccupazione e della precarietà lavorativa ed esistenziale” (“Il nuovo ordine erotico” 4, 2)  

lunedì 19 agosto 2019

L'UMANITARISMO CAUSA DELL'OLOCAUSTO

Leopardi constata che rendere tutti uguali individui e nazioni si risolve in un egocentrismo personale (che Leopardi chiama egoismo, perché ancora condizionato dal valore negativo attribuito per secoli a questa parola, ma che si risolve nell’amor proprio) per il quale, se non si odia lo straniero, la nazione troppo diversa e antipatica, allora succede che l’odio si scarica verso chi è vicino: padri, mogli, fratelli ecc., quasi si formassero tante nazioni per quanti sono gli individui, il che è esattamente quello che succede oggi nella globalizzazione, in cui, con molta ipocrisia, le guerre, cioè le lotte, mortali o meno, tra nazioni esterne, vengono chiamate o “operazioni di polizia” o “intervento umanitario”, cioè lo si trasforma in una questione interna ad un’unità umana che non esiste: “Sparite effettivamente le nazioni e l’amor nazionale, s’è spento anche l’odio nazionale <rivolto all’esterno: il nazismo, con la caccia agli ebrei, è un caso di odio verso l’interno, giacché è proprio perché gli ebrei non stavano all’esterno che vennero massacrati, l’olocausto è la prima conseguenza della società ritenuta multi-culturale, altri ne arriveranno>..S’è perciò spento l’odio verso altrui <esterno>, l’amor proprio <che non ha più possibilità di esprimersi verso l’esterno> allora si spegnerà quando la natura farà un altro ordine di cose e di viventi. La fola <favola> dell’amore universale <laicizzato nell’egualitarismo globale tra individi e nazioni dall’umanitarismo>, del bene universale..non può congiungersi <con> il bene e l’interesse dell’individuo..Non si odia più lo straniero? ma si odia il compagno, il concittadino, l’amico, il padre, il figlio..Non si hanno più nemici nazionali, ma nemici privati, e tanti quanti sono gli uomini..Le nazioni sono in pace al di fuori? ma in guerra al di dentro, e senza tregua” (G. Leopardi - “Zibaldone” 890), poi: “<per l’universalista> lo straniero è..tutt’uno che il nazionale..non avendo amor patrio, non odia dunque lo straniero, se non come il nazionale e come l’uomo odia l’altro uomo” (G. Leopardi - “Zibaldone” 897). All’odio nazionale si sostituisce l’odio umanitario. Suppore che l’umanità sia bontà è fare religione, credere che l’Umanità sia come Dio, fatta tutta di bontà. Questa visione buonista dell’uomo porta al suicidio e alla catastrofe. Ogni individuo fa patria a sé, quasi fosse un isola, il che è un tradimento dello stesso individualismo, giacché l’individualismo non è privo di sentimento e affettività verso persone e territorio che lo circondando e che finiscono nel suo amor proprio, al contrario dello straniero: un amor proprio grande quanto tutta l’umanità o tutto il mondo si annulla da solo, è un egocentrismo spaventoso e puramente intellettuale che potrebbe appartenere solo a Dio, Dio è, quindi, la proiezione dell’egocentrismo umano, anche perché Dio detta legge. Chi dissolve le differenze e non comprende che possono essere apprezzate ma anche disprezzate non ha capito niente della vita perché ha subito il lavaggio del cervello dell’educazione cristiana, e, facendosi universalista, distrugge le nazioni e le personalità individuali e allo stesso tempo genera tutti nemici di tutti o, in termini nazionali, fa di ogni individuo una patria in potenziale antagonismo con tutte le patrie e cioè tutti gli altri individui della terra: “L’effetto è stato che..l’amor di patria non c’è più ..tutte le patrie si son divise in tante patrie quanti sono gl’individui, la riuniune universale promossa dalla egregia filosofia <più anti-illuministi di così si muore> s’è convertita in una separazione individuale <non anarco-individualista, bensì egocentrica, come avviene nella società dell’economicismo borghese e socialista>” (G. Leopardi - “Zibaldone” 149). Le conseguenze della fine delle diversità nazionali sono, quindi, per Leopardi, non a torto, gravissime.
NAZIONE E GLOBALIZZAZIONE 
La società multi-culturale non è una nazione, i giovani figli del multi-culturalismo e della religione dell'Umanità ignorano le vere differenze e sono solo degli egocentrici. Sono la borghesia, la Chiesa e il comunismo, che hanno deciso di far sparire le nazioni. Dice Chabod: “Dire senso di nazionalità significa dire senso di individualità storica <di gruppo: biologica, linguistica e culturale>. Si giunge al principio di nazione in quanto si tende ad affermare il principio di individualità, cioè ad affermare, contro tendenze generalizzatrici ed universalizzanti, il principio del particolare, del singolo..l’idea di nazione sorge e trionfa con il..Romanticismo” (F. Chabod - “L’idea di nazione”)

domenica 18 agosto 2019

L'INNOCENZA DELLA NATURA 

"Noialtri..vogliamo restituire al divenire <natura> la sua innocenza" (F. Nietzsche - "Frammenti postumi" 1888-89 . 15 (30, 2)). Quei cristiani o laici che, per semplice educazione ricevuta, con creazione di connesso "tabù", vedono il sesso, la nudità corporea, specialmente dei genitali (se islamici anche di una caviglia), come qualcosa di volgare o di perverso, ignorano del tutto i pregiudizi da cui sono guidati in tali giudizi, cioè la perversione delle religioni e anche della freddezza anestetizzante della ragione, non capiscono che i perversi sono loro perché hanno perso del tutto il senso dell'innocenza dei corpi e della natura. Con ciò danno alimento o a esplosioni oltre misura degli istinti o alla repressione di essi in tanti disgraziati. Perversa è la mente che vede il male dove non c'è.

sabato 17 agosto 2019

La demagogia fa politica creando categorie protette: di volta in volta i rom, i migranti, le donne, gli omosessuali ecc e gli concede dei privilegi. E' il modo deformato di fare uguaglianza della sinistra (quote rosa). Io già penso che individui e popoli siano diversi per natura, non c'è alcun obbligo di eguaglianza in natura; il privilegio è discriminazione, ma artificiale, arbitraria, per motivi politici e per un'eguaglianza forzata che è demagogica. Ecco perché ce l'ho tanto con il cristianesimo, non è tanto credere o non credere in Dio, di cui non mi frega niente, ma il fatto che esista una morale cristiana nella modernità che ha come dogma l'eguaglianza assoluta, per cui si privilegiano le categorie protette nella presunzione di dargli l'eguaglianza e nel frattempo si commettono gravi ingiustizie. Possibile che non si capisca?

venerdì 16 agosto 2019

LA SENSIBILITA' DI LEOPARDI


Il passo che segue esprime una grande sensibilità, ma anche una persona conosciuta e non frequentata, in qualche modo, rientra nell’amor proprio, di qui la sensibilità, che per lo sconosciuto totale non può e non deve esserci, perché sarebbe falsità intellettuale da prete: “la morte di qualcuno ch’io conoscessi..mi dava una certa pena..per questa considerazione ch’io ruminava profondamente: è partito per sempre - per sempre? sì: tutto è finito è finito rispetto a lui: non lo vedrò mai più..E mi riponeva ad riandare, s’io poteva, l’ultima volta che ch’io l’aveva o veduto, o ascoltato..e mi doleva di non aver allora saputo che fosse l’ultima volta” (G. Leopardi - “Zibaldone” 645). Se questa sensibilità rivolta a un semplice conoscente, fosse rivolta ad un proprio caro, la commozione sarebbe inevitabile.
SAVE THE CHILDREN 


La Ong che, invece di salvare i bambini e con mezzi puramente privati (perché su quelli pubblici mi opporrei), con la nave, assieme ad altre Ong, salva gli adulti e se ne frega delle leggi italiane, del fatto che la maggioranza degli italiani non vuole i migranti e, mentre porta i migranti in Italia, spende soldi (chi glieli dà?) per fare spot in Tv per impietosire e chiede dei soldi agli italiani. Ci vuole una bella faccia tosta a chiedere soldi agli italiani e poi fregarsene dell'Italia e della volontà degli italiani. Ci vogliono nuove leggi che considerino reato questo comportamento. La sinistra intera deve andare a casa. Poi, se vince la destra e ci sono brutte controindicazioni, la colpa è sempre della sinistra, che prosegue la morale della caritas cristiana. Chi è ateo fino in fondo detesta la sinistra.

giovedì 15 agosto 2019

LA PIETA'

"L'ora della morte non è un concetto cristiano" (F. Nietzsche -L'anticristo 34). Ciò nel senso che insegue la "vita eterna". Ma, poi, ha applicato il concetto anche nella vita terrena, per cui nella modernità ci sarebbe il dovere di salvare chiunque in tutto il mondo. I missionari laici della salvezza. Io non ho un concetto cristiano della morte, per me la morte è naturale: un diritto, un dovere. Chi non sa badare a se stesso o va deliberatamente a mettersi in pericolo ha il dovere di morire, non sento alcuna pietà per costui. Sento pietà solo se il morto è una persona che rientra nel mio amor proprio, per gli altri no. Mio padre morì in 1 mese, mia madre in 5-6 giorni, mio fratello divenne disabile. Era mio fratello, non lo potevo abbandonare, ma lui diceva spesso che voleva morire. Bisogna impedire il dolore, non la morte.

mercoledì 14 agosto 2019

L'ANARCHIA E LA LEGGE 

La legge, sia essa giuridica o scientifica, è metafisica con la quale il potere, grazie all'aiuto di una parte del popolo a cui viene data una divisa, opprime tutto il resto del popolo. La legge giuridica nasce da quella mistificazione metafisica e sociale che è il numero (maggioranza) con la quale alcuni egoisti fanno violenza all'egoismo degli altri. La legge scientifica è una mistificazione metafisica con cui, grazie al numero dei casi, viene stabilita una norma scientifica generale che ignora l'incommensurabilità delle persone. La società borghese moderna ha solo sostituito il tiranno con la metafisica della legge, che, ovviamente, viene fatta sempre dai potenti, come erano i tiranni. La democrazia è una presa in giro.
BALLA COI LUPI

Tv8. Balla coi lupi, dopo una battaglia con una tribù rivale dei Sioux, dice che si sente orgoglioso perché ha fatto una guerra per difendere le provviste per l'inverno e la gente dei Sioux, che non era una guerra per ambizioni economiche o politiche o mirante a dominare il mondo e gli uomini. Erano le sagge e non borghesi guerre dei primitivi in un film che è sì rivoluzionario: si vive nella semplicità terribile della natura con coraggio. Poi qualcuno si meraviglia che disprezzo gli altri film di oggi in cui ci sono nevrotici borghesi (o socialisti) che si odiano tra loro privatamente e seguono follie mentali continue, oppure film ideologici che hanno lo scopo di integrare qualche presunto escluso: donne, omosessuali, migranti, come se essere integrati fosse un valore morale e la modernità fosse il paradiso.

lunedì 12 agosto 2019

CORRISPONDENZE TRA LEOPARDI E NIETZSCHE 

Sia Nietzsche che Leopardi concordano sul fatto che le metafisiche religiose hanno creato degli scopi che hanno deviato e decentrato la mente umana dagli istinti naturali e dal mondo estetico e tragico della natura, scopi che hanno del tutto o quasi soffocato la libertà umana: “le credenze metafisiche danno la fede che in esse si trovi il fondamento ultimo e definitivo <fine, scopo dell’esistenza umana> sul quale si debba ormai necessariamente basare e costruire ogni avvenire dell’umanità” (F. Nietzsche - “Umano, troppo umano” vol. 1°, 22). Nietzsche più volte afferma che la vita umana non ha fini che trascendano la vita personale terrena stessa. Ed ecco, rispetto a Nietzsche, il corrispettivo pensiero già pensato da Leopardi, che evidenzia il carattere antropocentrico della metafisica e quindi delle religioni stesse: “L’uomo..non nasce per goder la vita, ma solo per perpetuare la vita, per comunicarla ad altri che gli succedano <fine, scopo dell’esistenza umana>..Spaventevole, ma vera proposizione e conchiusone di tutta la metafisica” (G. Leopardi - “Zibaldone” 4169).
IL PREGIUDIZIO DELLA CAUSA E DELL'EFFETTO (SCIENZA) 

"Questo giovane si sta facendo smorto e avvizzito anzitempo. I suoi amici dicono <gli scienziati> dicono: è a causa di questa o quella malattia. Io dico: il fatto che si è ammalato, che non ha più opposto resistenza alla malattia, era già la conseguenza di una vita impoverita, di una spossatezza ereditaria" (F. Nietzsche - "Crepuscolo degli idoli" - Dei 4 grandi errori, 2).
CIO' CHE ACCOMUNA SCIENZA E RELIGIONE 

La molteplicità della natura deve essere per forza “spiegata” (la “spiegazione”, religiosa o scientifica che sia, è una malattia psicologica dell’uomo, la realtà delle cose e delle persone si colloca “al di là di ogni spiegazione”: è quello che io tentai di affermare con il “principio di inderivabilità”), nel suo insieme (religione) o cosa per cosa (scienza). La “spiegazione” è un fattore psicologico e umano che accomuna razionalmente la religione e la scienza e che mostra che la scienza non ha fatto altro che rendere mondano il principio religioso della spiegazione dell’insieme.
LA SCIENZA E' METAFISICA

La metafisica è un mondo alternativo a quello naturale, non è una realtà effettiva, ma solo simulata: difende la sua arbitrarietà o con il misticismo, per il quale il fondamento è inattingibile, da qui la retorica della “profondità", o con il tecnicismo, cioè con un linguaggio da setta segreta, come nelle scienze, in cui ogni scienza o specializzazione ha un linguaggio iniziatico incomprensibile, simbolico. La scienza è una società segreta che finge di essere aperta con la scusa che è pubblica, mentre occorre una vita per apprendere il suo linguaggio: ci vorrebbero tante vite per quante sono le scienze. La pubblicità della scienza è una mistificazione, che si regge in piedi solo perché si applica nei suoi confronti il principio di autorità, lo stesso che si applicava verso Dio e la metafisica in generale.

sabato 10 agosto 2019

LA TRASGRESSIONE 

E' un sintomo del progressismo borghese che spaccia il conformismo del consumo e del cambiamento di sé e del resto per chissà quale libertà. Cambiamento e trasgressione in sé sono libertà solo per coloro che sono esseri "vuoti", "nulli", mentali, intellettuali, spirituali. Chi ama il mondo terreno ha bisogno di trasgredire solo se il mondo sociale soffoca gli istinti naturali. Il corpo, l'istinto, la natura non amano alcun cambiamento e alcuna trasgressione, perché vivono del loro piacere già dati dalla materia. Chi trasgredisce sessualmente le regole sociali è una persona che cerca libertà, chi trasgredisce sessualmente la natura è un borghese viziato. Confondere società e natura è molto grave, le regole riguardano la società, non la natura, chi trova che la natura sia una regola è un alienato.
L'UMANITA' NON ESISTE

Come non esiste Dio, non esiste l'Umanità. I 7 miliardi di persone chiamate "umanità" sono sono tutte diverse e nessuno sa cosa vuole ognuna di esse. Salvini ha mille difetti, ma non quello dell'umanità, la truffa di intellettuali e affaristi: della sinistra, del Vaticano, del mercato globale, che non creano Dio in terra, ma solo il mostro del Grande Fratello. Quando leggo un cartello del genere: "Salvini l'umanità non è con te", vorrei sapere chi è l'umanità, l'egocentrismo di chi lo ha scritto? Che si sente come tutto il mondo umano? Costoro si sentono massa, totalità: "Massa è l'uomo medio..in quanto non si differenzia dagli altri..un tipo generico..Massa è tutto ciò..che si sente come tutto il mondo" (J. Ortega y Gasset - "La ribellione delle masse"). Fino a quando permetteremo di parlare a nome di tutto il mondo?

venerdì 9 agosto 2019

MILIARDARI E SOLIDARIETA'

Quanto detesto quei miliardari, tipo Richard Gere, che per lavarsi la coscienza dei soldi facili che rubano vanno a fare sceneggiate a favore di migranti e poveracci. Voi vi sareste potuti permettere un viaggio nel Mediterraneo portando migliaia di dollari di derrate alimentari? No! La solidarietà è la faccia buona del potere, come la carità cristiana. Associazioni solidali nascono come funghi, non si sa bene di cosa campano, poi si scopre che ricevono soldi da istituzioni (sindaci ecc.) o hanno degli sponsor. Chi vi ha messo in testa che l'umanità è un'unità inscindibile che, come Gesù Cristo, salva tutti quanti? E' religione! Si fa diventare il salvataggio un obbligo anche nei casi in cui ci si mette da soli nei pasticci (migranti in mare o scalatori sulle rocce) e non c'è un imprevedibile evento naturale.
VERIFICATE SE NON VI TROVATE IN QUESTA GABBIA: "Fu allora che il mio istinto si decise inesorabilmente a finirla di cedere ad altri, di procedere con altri, di scambiarmi con altri. Qualunque specie di vita, le condizioni più sfavorevoli..tutto mi sembrava preferibile a quell'indegno 'altruismo' in cui ero incappato, all'inizio per ignoranza, per gioventù, ma restandoci poi attaccato per inerzia, per il cosiddetto 'senso del dovere'" (F. Nietzsche - "Ecce homo" - Umano, troppo umano 4).
LA SOLITUDINE INTELLETTUALE

Se la società è pessima e percorsa ovunque da fremiti meschini o nevrotici, il poeta o il filosofo non ha altra soluzione che condurre una vita solitaria, per mantenere libere le sue idee e mantenere la sua salute: “Dalle dette considerazioni consegue che oggi l’uomo, quanto è più savio o sapiente, cioè quanto più conosce e sente l’infelicità..tanto più ama la solitudine” (G. Leopardi - “Zibaldone” 682). Il che ha il suo corrispettivo in Nietzsche: “questo mondo democratico trasforma tutti in specialisti, perciò la grandezza è oggi nell’essere universali <sguardo più ampio sull’umanità>..Esso sviluppa l’animale di branco, perciò è oggi da ascrivere a grandezza lo star solo e il vivere indipendente” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1884-85 - 35 (25)). Nella solitudine il filosofo o il poeta ritrova se stesso.

giovedì 8 agosto 2019

OTTOCENTO E NOVECENTO

L’arte deve attingere dalla vita, dalle passioni, dagli istinti, dai sentimenti, non può essere un’arte psicologica (come quella del Novecento), giacché la psicologia è un’appendice intellettuale della razionalità: “quest’arte insomma psicologica, distrugge l’illusione senza cui non ci sarà poesia in sempiterno, distrugge la grandezza dell’animo” (G. Leopardi - “Zibaldone” 17). Infatti, di un secolo egocentricamente psicologico come il Novecento, tutto si può dire, meno che abbia prodotto grande poesia - il nichilismo non è poesia -, ha ottenuto buoni risultati solo in ambito comico, in cui il cinismo della ragione svolge il suo ruolo, non sempre solo scherzoso. L’uomo del Novecento, se cerca passioni e sentimenti, si rivolge sempre all’arte dell’Ottocento, in questo infinitamente superiore a quella del Novecento.

mercoledì 7 agosto 2019

MERDA DI DESTRA E DI SINISTRA 

Se la sinistra è merda cristiana quando parla di accoglienza dei migranti, in nome di un astratto egualitarismo che è di natura intellettual-matematico, è merda quando impedisce di difendersi, anche uccidendo, in casa propria, quando fa la sessuofobica sulla prostituzione, quando nega la sovranità individuale e nazionale, la destra è merda quando non riconosce il diritto all'eutanasia per chi si trova in condizioni umanamente non dignitose, quando fa da leccapiedi al Vaticano che dice che la Chiesa è madre di tutta l'umanità, una cazzata che solo un idiota può stare a sentire, quando esalta le divise a priori, come se tra poliziotti e militari non ci possano essere deficienti o delinquenti. Si può uscire da questa merda? Non voto più, vado al mare, chi vota è idiota.
CONTRO IL GIGANTISMO MODERNO

La globalizzazione è l'apice del gigantismo. Il ribellarsi dei popoli ai capi nell’antichità era più facile, giacché si trattava di piccoli Stati o addirittura piccoli gruppi, ma ciò significa solo che il gigantismo degli Stati, figurarsi con quello planetario insito nella globalizzazione per l’interesse dei mercati!, è una vera e propria perversione morale: “Le città antiche..erano piccole..erano però più importanti assai, per la somma forza d’illusioni che vi regnava” (G. Leopardi - “Zibaldone” 895, 896). Il gigantismo è sorretto dalla ragione che tende all’infinito e genera un distacco abissale tra i governi e i cittadini, là dove i piccoli Stati si formano per la natura stessa dei costumi legati a un territorio, quindi non per motivi razionali, con la conseguenza che avevano legami affettivi (illusioni) molto più forti e quindi capaci di impedire ai governi di fare quello che gli pare. E’ un po la differenza che corre tra i capi di governo di grandi Stati, addirittura inavvicinabili, e i sindaci di piccoli paesi che camminano tranquillamente per strada e tutti conoscono.
LA VIOLENZA TECNOLOGICA

Nella condizione naturale, che non è quella tecnologica, la guerra è necessaria alla sopravvivenza: il leone non fa commercio con la gazzella per ottenere la sua carne. L’uomo non sfugge a questa regola e ogni oggetto o cibo che usa consegue a una guerra fatta alla natura. L’uomo, sentendosi, come Dio, padrone dell’universo, non si accorge più della guerra che fa alla natura, se ne accorge solo se diventa nociva per lui. L’ecologia è antropocentrismo naturalistico. Questa barbarie civile cominciò con il neolitico, ma ha subito un accelerazione spaventosa nell’ultimo secolo per il perverso rapporto tra “produzione” e “aumento della popolazione”, che sarebbero da combattere e non stimolati. La tecnologia potenzia la barbarie civile. E’ la cecità filosofica dei politici, dell’opinione pubblica.

martedì 6 agosto 2019

GUERRA E COMMERCIO 


Essendo la morte dietro l’angolo di ogni vita, l’unica dignità è vivere la vita con coraggio, anche con la guerra, nonostante i rischi di morte che comporta. Questa viltà del pacifismo si trova nel cristianesimo perché l’ascetismo è esattamente un tirarsi fuori dal mondo in cui si trova la morte, oltre il mondo ci sarebbe l’anima pura con la sua vita eterna. Puro delirio intellettuale! Ma questa viltà è stata trasmessa all’intera civiltà moderna, con la sua ossessione per la sicurezza e per la scienza, che sarebbero mezzi di salvezza e quindi, se non di una vita eterna, almeno per prolungare la vita. La vita è diventata una quantità, la quantità della vita, meglio se eterna, l’infinito è, infatti, la quantità maggiore possibile. Chi accetta la guerra, evidentemente, ragiona in altro modo e dà più importanza alla qualità della vita che alla quantità (per questo è favorevole all’eutanasia), non badando alla quantità della vita, per il guerriero morire oggi o domani conta poco, l’importante è vivere le proprie energie al massimo e liberare per intero la propria personalità. Nella modernità pacifisti sono i comunisti e i borghesi. I primi sia perché eredi del moralismo cristiano e sia perché borghesi insoddisfatti. I borghesi, invece, perché la guerra, dividendo individui e popoli, restituiti alla loro libertà non più condizionata dal mercato, impedisce il mercato globale e quindi la ricchezza del borghese che dipende dalla vastità dei mercati e dei guadagni che ne derivano, per cui, se il comunista è due volte miserevole, una volta perché erede del cristianesimo e una volta perché vuole un’umanità unita e solidale economicamente, il borghese anche è due volte miserevole: una volta perché erede del pacifismo cristiano e un’altra volta perché considera la guerra dannosa ai suoi affari commerciali e finanziari, come già diceva il borghese e pessimo filosofo Kant: “E’ lo spirito commerciale che non può accordarsi con la guerra e che prima o dopo si impadronisce d’ogni popolo” (I. Kant - “Per la pace perpetua” - 1° supplemento, 3). E, in effetti, lo spirito commerciale ha corrotto tutto il mondo, talvolta ha perfino provocato le guerre, in ogni caso ha drogato nel benessere gli uomini, rendendoli schiavi delle leggi e delle raffinatezze. Che il commercio sia più morale della guerra solo un filosofo imbecille come un borghese lo può dire. Il commercio non sa neppure lontanamente cosa sia la dignità, la personalità, segue passivamente la droga del desiderio, non che non sia lecito desiderare, ma, come diceva Epicuro, il desiderio rende schiavi e se non è naturale e necessario è meglio non averlo. Lo spirito commerciale si basa sul desiderio sfrenato che il comunista vuole soltanto inserire nell’uguaglianza. Con imbecilli del genere è quasi vergognoso stare a discutere. Per cui ha del tutto ragione Nietzsche quando afferma che i peggiori nemici della guerra sono gli speculatori, commerciali o finanziari, internazionali; lo vediamo anche oggi, tali speculatori vogliono imporre la globalizzazione e, non solo non consentono guerre (massima espressione di indipendenza), ma non consentono neppure che i popoli siano sovrani su se stessi e siano indipendenti: “Non posso fare a meno di vedere..gli effetti di una paura della guerra..non posso fare a meno di vedere come coloro che propriamente hanno paura siano quei solitari del denaro, veramente internazionali e senza patria, i quali,..hanno imparato a usare malamente la politica come strumento della Borsa, e a sfruttare lo Stato e la società come apparati per il loro arricchimento” (F. Nietzsche - “Lo Stato greco” in “Cinque prefazioni di cinque libri non scritti”).

lunedì 5 agosto 2019

SALVINI E LA SINISTRA 


Poi la sinistra si lamenta se votano Salvini. Ha una concezione teocratica delle istituzioni, un potere che ti sta sulla testa, con rappresentanti come mummie in giacca e cravatta e sull'attenti con l'inno d'Italia (preferisco "Va pensiero" di Verdi). Per essa Salvini in costume da bagno al mare che ascolta l'inno d'Italia è uno scandalo. Al mare le mummie di sinistra non stanno in costume da bagno? L'inno non so se l'hanno messo in onore di Salvini e lui ne sapesse niente, sta di fatto che lo si vede solo prendere qualcosa a quei bar che stanno sulla spiaggia. Poi c'erano delle cubiste, bisogna vedere se lo stabilimento organizzava una serata, l'altra sera ne ho visto una al mare vicino a Latina. A me, che ho votato Cicciolina per ridare al Parlamento un pò di dignità, viene da preferire Salvini alle mummie.

domenica 4 agosto 2019

SONO UN FILOSOFO?

Dice Nietzsche: "A modo mio, io sono guerresco. Attaccare è uno dei miei istinti. Poter essere nemico, essere nemico, forse, presuppone una natura forte..un filosofo guerresco sfida a duello i problemi..io attacco solo le cose alle quali non sia connessa nessuna disputa personale" (Ecce homo-..saggio 7). Anche io sono guerresco: la critica può essere lode o biasimo, e bisogna avere il coraggio di biasimare. Non attacco le persone, ma i problemi. Eppure a volte mi aggrediscono come persona: scambiano i problemi per attacchi personali fatti a loro. Gli amici vogliono impedirmi di parlare, perché sentono di avere quel problema che io critico e si sentono chiamati in causa come se parlassi di loro. A scuola andava meglio, spesso mi ringraziavano per aver attaccato un problema che sentivano di avere.
LA CULTURA E IL GUAZZABUGLIO

Dice Nietzsche-"Cultura è soprattutto unità di stile artistico in tutte le manifestazioni di un popolo <la personalità di un popolo>..Il Tedesco accumula intorno a sé le forme, i colori..di tutti i tempi e di tutti gli ambienti <luoghi>, producendo..quella moderna varietà di colori da fiera..come 'il moderno in sé" (Consider. inattuali I, 1). I tedeschi vinsero sulla Francia nel 1870, ma si "francesizzarono" perché senza una personalità propria. Come i romani con i greci e gli italiani americanizzandosi dopo la 2° guerra mondiale. La globalizzazione chiama "arricchimento" questo "guazzabuglio" di culture: l'accogliente, dal cervello vuoto e confuso, accoglie i migranti e crede alla tecnologia universale e non sa che la cultura non è accumulo, ma stile della personalità di un popolo.
LA MUSICA (so che alcuni non condivideranno quanto qui scritto, ma dovrebbero conoscere meglio la musica del passato per capire il ruolo che ha. Comunque è quello che penso io) 

“il Greco profondo..ha contemplato con sguardo tagliente il terribile processo di distruzione della cosiddetta storia <per questo la felicità può stare solo nell’attimo> universale <così tipico dell’enciclopedico, antenato del teorico della globalizzazione>, come pure della crudeltà della natura, e corre il pericolo di anelare a una buddistica negazione della volontà <di vivere, in senso terrenno, ascetico>. Lo salva l’arte <non perché l’arte sia valida come artificio, ma perché riconduce all’attimo e quindi all’immediatezza dell’ebbrezza naturale>, e mediante l’arte lo salva a sé - la vita” (F. Nietzsche - “La nascita della tragedia” 7). In particolare quella forma d’arte in cui il coraggio, la salute si impongono ai destini avversi o, per lo meno, lottano con tutte le loro forze. Nietzsche insiste sul ruolo della musica nella tragedia, una musica che mira, più che alla bellezza rasserenante, alla lotta di sopraffazione contro la morte e la durezza della vita, quindi si potrebbe dire “sublime” (pessimismo della forza), anche se l’armonia della bellezza nel sublime non manca, perché la disperazione dionisiaca si fonde con la serenità apollinea: “Musica ricavata da una materia tragica - non è più la bellezza ad essere dispiegata, ma il mondo: per questo dalla musica sgorga il pensiero tradizionale che contraddice la bellezza” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1969-74 - 3 (42)). La musica trasfigura, non per la bellezza fine a se stessa, ma per l’uso della bellezza (strumento), la vita tragica e la sua disperazione, fino ad ottenere una specie di vittoria che, anziché portare alla rassegnazione, porta ad un innalzamento della forza e della volontà di vivere terrena. Ma, ovviamente, deve essere musica che esprime forti emozioni: ebbrezza, malinconia, incanto, sensualità, energia di lotta ecc.. Forse Nietzsche tiene presente anche la musica dell’Ottocento, un vero e proprio secolo della musica. Ma anche la musica può farsi trascinare nella decadenza, non solo quando gli uomini non se ne interessano, come con il trionfo del Positivismo e nella società tecnico-scientifica dell’immagine di oggi, allorché la visione e la scenografia prevalgono sulla musica pura vera e propria, ma anche in se stessa, quando diventa succube di forze estranee, ad esempio quando diventa “sperimentale” come la scienza, anziché esprimere la vita immediatamente così come è, oppure quando perde quelle caratteristiche che carezzano il cuore, con la gioia o la tristezza, oppure carezzano i sensi con la melodia. Negli anni Sessanta del Novecento essa divenne elemento di rifiuto della società, prima che la rivolta giovanile, dal 1968 in poi, venisse strumentalizzata dai comunisti, veri e propri “pedofili e vampiri della politica”, che sono sempre pronti a impossessarsi dei giovani: “i ‘giovani’ sono in stato di ribellione permanente perché persiste la causa..Ciò significa che esistono tutte le condizioni perché gli ‘anziani’ di un’altra classe <i comunisti, i marxisti> ‘debbano’ dirigere questi giovani” (A. Gramsci - “Quaderni dal carcere” I, XVI). La ribellione all’autoritarismo era già in atto prima del ’68, prima della sua politicizzazione, quest’ultima fu solo l’inizio di una sceneggiata che portò alla lotta tra il borghese e il comunista, mentre sostanzialmente borghesi e comunisti erano tutti e due borghesi e modernisti e l’unica differenza consisteva nel livello di generalizzazione dei benefici materiali della società borghese, ciò almeno a livello teorico, perché a livello pratico non si è mai visto uno Stato comunista migliore della società borghese. Nel ventennio che va dal 1952 al 1972, la musica esplose di nuovo con una qualità che dopo non raggiungerà più, ma non era la musica lineare e profonda greca o ottocentesca di cui parlava Nietzsche, sempre che si capisca bene cosa fosse il “coro”, musicalmente parlando, nella tragedia greca. Ma anche nella musica dell’Ottocento si ebbe una prima decadenza con il “Parsifal” di Wagner, che mise la musica al servizio dell’al di là, mentre nel Novecento la musica è quasi sempre in decadenza, tranne lo spiraglio del ventennio indicato, perché prevale l’elemento psicologico, intellettuale, quasi una droga per stordirsi: l’arrivo dell’elemento ritmico dagli Stati Uniti, mai stati esempi di grande musica, si fuse con un certo melodismo europeo dando buoni frutti solo nel ventennio ’52-’72, poi prevalse l’elemento ritmico a ogni livello: hard rock, jazz di ogni tipo, ecc. e la musica divenne espressione o di un freddo intellettualismo o di un’insensata voglia di muoversi, con ritmi che non seducono l’orecchio, ma lo infastidiscono, ritmi di tamburo, urlati, di rabbia, fino alla prosa della musica parlata, in cui c’è una cantilena ritmata che si vorrebbe chiamare musica, a tutto questo si è voluto dare chissà quali significati simbolici di rottura, mentre era solo “pessima musica”, “decadenza della musica”. La musica salvò i greci, ma non salva noi dalla sua decadenza.

giovedì 1 agosto 2019

VILTA' E GLOBALIZZAZIONE 

Il greco arcaico non pretende certezze di felicità, prende quel che viene, sapendo che per ottenerlo è necessario solo lottare con durezza, mentre né il cristianesimo e né la scienza sanno, neppure lontanamente, cosa significa lottare: “in questa atmosfera soffocante la lotta si presenta come salute e salvezza, e la crudeltà della vittoria è il culmine della gioia di vivere” (F. Nietzsche - “Agone omerico” in “Cinque prefazioni per cinque libri non scritti”). Educato ad essere un imbelle, l’uomo moderno cristiano e scientifico ha orrore per la crudeltà della vittoria. Vuole dominare il mondo senza sporcarsi le mani, lo fa o Dio o lo strumento tecnico-scientifico. E’ proprio perché il greco arcaico nella tragedia della lotta, perché la lotta è sempre mortale, vede l’unica sua possibilità di vivere, egli non può accettare la potenza arbitraria e assoluta degli dèi mesopotamici o ebraici, si riserva sempre il modo per sfuggire alla loro potenza, l’idea di un Dio onnipotente avrebbe fatto orrore al greco arcaico, mentre al cristiano e all’uomo moderno un Dio o uno Stato planetario (globalizzazione), considerati a priori e senza motivo “buoni” con gli uomini, vedono in questa onnipotenza qualcosa di rassicurante: è il mondo rovesciato dei vigliacchi: “Valore della fede greca negli déi: si lasciava mettere da parte con leggerezza e non impediva il filosofare” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1869-74 - 1 (3)). La possibilità di filosofare, a livello intellettuale, corrisponde alla possibilità di lottare che i greci anteponevano a tutto.
Stanno tornando di moda le regole, il decoro, l'educazione civica, si pensa di inquadrare miliardi persone con il fascismo educativo. Il casino a cui si assiste ha un solo responsabile: l'industrialismo, cioè la produzione portata all'infinito, per il mercato globale. Sono orgoglioso, come professore di Storia, di non aver mai insegnato "Educazione civica", che avrebbe completato il lavaggio del cervello dei pavidi e dei benpensanti, cioè della maggioranza. Oggi nell'Educazione civica c'è anche l'insegnamento al volontariato, insomma l'altruismo sta diventando sempre più obbligatorio. Mi auguro che la Terza guerra mondiale che spazzi via questa merda!