Dietro ogni altruismo si nasconde un egoismo ipocrita, spesso sostenuto con i mezzucci e gli arzigogoli metafisici degli intellettuali. Scoprire quale egoismo si nasconda dietro l’altruismo è merito sia di Leopardi e soprattutto di Nietzsche. Dietro l’oro che luccica, c’è la merda. Perché l’egoismo che si cela dietro l’altruismo non è mai un “egoismo benigno”, ma è sempre un “egoismo maligno”, che tende alla sopraffazione con il suo cavallo di battaglia preferito, cioè l’“universale”, neppure fondato su un’evidenza corporea, un egoismo perverso e predatorio che fa dell’altruista il più miserevole degli esseri. Quando una persona ti dà degli ordini in nome del “tuo bene” è meritevole di essere uccisa. La violenza non è solo l’aggressione fisica, ma anche una simile aggressione morale, specie se sostenuta da leggi o da quella forma di idiozia collettiva che si chiama “opinione pubblica”. Certo l’egoismo deve tenere conto anche dell’egoismo altrui e qui subentra il fattore etico, ma non ci sono dubbi sulla legittimità morale dell’egoismo di ognuno, quando non danneggia concretamente gli altri. La natura non è un’unità collettiva, è frammento individuale, di questo erano convinti, assieme, sia i romantici che Leopardi e Nietzsche. Natura dell’individuo è l’egoismo, l’altruismo è “contro natura” ed è lo sviluppo in senso sociale e laico dell’ascetismo cristiano e non cristiano.
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