Cerca nel blog

giovedì 9 gennaio 2020

UGUAGLIANZA, SOCIALISTI E SCHIAVI 

Il socialista non vede nulla oltre la società e la regola sociale è l’uguaglianza, come se fosse un pastore protestante che vede solo anime e l’uguaglianza delle anime davanti a Dio (alla società), non considera mai i corpi e la differenze naturali che danno luogo a “diritti diversi” moralmente legittimi. In pratica il socialista realizza il precetto ascetico e nichilista del mondo “oltre” quello naturale, dove ci sono sole anime uniformi. L’eguaglianza non è un concetto terreno, è contro natura, è nichilismo come l’uniformità delle anime in Paradiso, per questo diventa la regola del socialismo. Gli individui non devono essere uguali, ma liberi, il che è tutt’altra cosa, perché nella libertà si manifestano spontaneamente tutte le diversità naturali, che, se non sono gerarchie sociali, non sono nemmeno uguaglianze sociali. Gli individui possono diventare “uguali” solo se si sottomettono e pretendono che il loro dominatore li tratti tutti in modo “uguale”: l’uguaglianza è sempre “uguaglianza davanti a un’autorità”, l’etica dell’uguaglianza è, quindi, l’etica dello schiavo messo di fronte al padrone. Ma il colpevole non è il padrone, lo è chi si sottomette, anziché lottare fino alla morte. Il socialismo è il prezzo snaturante che dobbiamo pagare per l’affermazione del cristianesimo: “Sta venendo il tempo in cui dovremo pagare di essere stati cristiani per due millenni; perdiamo il centro di gravità <principalmente il corpo> che ci faceva vivere..si tenta una specie di soluzione terrena..il socialismo; ‘uguaglianza della persona’” (F. Nietzsche - “Frammenti postumi” 1887-88 - 11 (148)).

Nessun commento:

Posta un commento