CAUSA-EFFETTO E MONDO SENSIBILE
“La natura ci sta tutta spiegata davanti, nuda e aperta. Per ben conoscerla non è bisogno alzare alcun velo che la cuopra <bastano i sensi>..L’uomo non riceve nessuna idea se non per mezzo dei sensi” (G. Leopardi - “Zibaldone” 2710, 2714). Appare evidente, quindi, che Leopardi e Nietzsche non credono all’ingannevolezza o inadeguatezza dei sensi, quindi non credono a cose da rivelare poste oltre quel che i sensi nudi forniscono, siano esse prodotte da una mente religiosa o siano esse prodotte da una mente scientifica e dagli strumenti scientifici sovrapposti all’immediata percezione sensoriale. In questo senso entrambi ritengono che la modernità falsifichi la realtà proprio perché non la coglie ad occhio nudo, ma ha la pretesa di coglierla in strumenti tecnici e scientifici a cui viene assegnato quasi un ruolo feticistico o di “oracolo”. Gli antichi e i primitivi stavano molto di più “dentro la realtà” e Leopardi e Nietzsche condividono la posizione di primitivi e antichi riguardo ai sensi: “<i primitivi> ‘Non credono che a ciò che vedono’ <in modo immediato>..non hanno alcun interesse per le connessioni causali più evidenti, sanno benissimo utilizzarle per procurarsi ciò che è loro indispensabile” (L. Lévy-Bruhl - “La mentalità primitiva” - Introd., cap. XIV, III). Il che significa che usano il pensiero solo praticamente e all’interno del mondo sensibile, la stessa cosa fanno con la causa ed effetto, per cui, se non subentrano prime forme di spiritualismo animista, capiscono bene la causa e l’effetto di un pugnale, ma non immaginano invisibili batteri di eventuali malattie contagiose. Usano la causa e l’effetto solo in modo pratico e non ne fanno il modo ideale e razionale di leggere l’intera realtà, perché, se applicata per vizio, la causalità sfugge al mondo sensibile e spesso, in modo particolare attraverso il microscopio, viene costruita artificialmente, così come Kant sosteneva di Dio (I batteri sono inesistenti senza strumenti scientifici, così come Dio è inesistente senza fede, anche quella nella verità fornita dagli strumenti scientifici e tecnici è una fede), batteri, virus, Dio sono cause invisibili, non sensibili, metafisiche: “il principio di causalità non ha alcun significato, né alcun segno del suo uso fuori del mondo sensibile” (I. Kant - “Critica della ragion pura” II, lib. II, cap. III). Nella prova cosmologica relativa all’esistenza di Dio, il prinicipio di causalità esce dal mondo sensibile, quindi si è abusato del principio di causa ed effetto. Ma la stessa cosa avviene mediante l’uso di strumenti scientifici e tecnici, i quali rappresentano un’“astuzia della ragione”, giacché fanno credere ad una visibilità di ciò che sta “oltre il mondo sensibile” perché riproducono schemi e immagini sullo strumento tecnico o scientifico. Le cause individuate mediante strumenti scientifici sono un abuso della ragione e della legge di causa ed effetto. Le immagini o gli schemi prodotti dallo strumento tecnico o scientifico vengono spacciati per realtà percepita oltre il naturale mondo sensibile fornito dai sensi, sono, in pratica, una dichiarazione di invalidità degli organi sensoriali che viene fatta solo per poter giustificare l’andare oltre il mondo sensibile e fondare, con un’astuzia, una causa di tipo metafisico. Se qualcuno si presentasse con uno strumento tecnico che riproduce una macchia nera, potrebbe dire che quel che vede nello strumento è Dio ed è la causa di ogni fenomeno posto all’attenzione. Quel che si vede nello strumento è il prodotto di uno strumento, non può essere assolutamente una realtà più profonda della realtà vista ad occhio nudo, realtà ad occhio nudo che non percepisce quanto visto nello strumento. Ne consegue che nella realtà l’immagine prodotta dalla strumento non esiste e farne una causa, andando oltre il mondo sensibile immediato, non ha alcun significato riguardo alla verità fornita dai sensi, per la ragione indicata da Kant, ma a cui si attengono solo Leopardi e Nietzsche.
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