LEOPARDI OSTILE ALL'ENCICLOPEDISMO
Non si capisce come si possa accostare Leopardi all’Illuminismo, considerando la sua ostilità all’enciclopedismo e considerando anche che proprio l’enciclopedismo è uno dei tratti più importanti dell’Illuminismo. Leopardi vede benissimo che l’impicciolimento delle conoscenze nelle specializzazioni razionali deriva proprio dal gigantismo enciclopedico, dato che l’Enciclopedia nasce proprio da una divisione del lavoro esasperata e tecnica, che presuppone un “olismo antropologico” in cui il sapere non lo possiede nessuno, perché è solo l’insieme umano che potrebbe possedere un sapere enciclopedico: solo che l’Umanità in sé non esiste: “ENCICLOPEDIA - Questa parola significa ‘concatenazione delle scienze’..Scopo di un’enciclopedia è infatti raccogliere le conoscenze sparse sulla faccia della terra..affinché non si debba morire senza aver ben meritato dal genere umano..Se si considera l’immenso contenuto di un’enciclopedia, la sola cosa che si nota a prima vista è ch’essa non può essere opera di una sola persona” (D. Diderot - “Enciclopedia” (voce ‘Enciclopedia’)). Ne consegue che il possessore della “concatenazione delle scienze” è solo il “genere umano”. Siamo di fronte a una religione dell’“Umanità” che presenta l’umanità come un’unità reale che, di fatto, è il sostituto di Dio. La concatenazione delle scienze riproduce esattamente il sapere teologico di Dio, rappresenta la laicizzazione della religione operata dall’Illuminismo, prima, e completata dal Positivismo e dal mito tecnologico del Novecento. Enciclopedico poteva essere l’uomo primitivo, perché il sapere che doveva acquisire per vivere era semplice e limitato, senza semplicità e limitazione non c’è alcun sapere enciclopedico
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