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venerdì 14 febbraio 2020

In "Un uomo" Oriana Fallaci scrive, giustamente, che "la libertà non è un diritto, ma soprattutto un dovere". Per questo colpevolizzo moralmente prima le vittime e solo dopo i prepotenti. Le vittime che non si ribellano sono le prime colpevoli morali che violano il dovere della libertà e come tali non meritano né rispetto e né aiuto. La giustificazione della mancanza di coraggio, tipo Don Abbondio (il coraggio uno non se lo può dare), è solo il calcolo della paura, non giustifica un bel niente. Renzo doveva prenderlo a calci, ma questo non rientrava nella logica del cristiano Manzoni, per il quale le vittime devono esistere per dare da mangiare ai loro protettori (preti, socialisti, buonisti, scienziati, giornalisti, politici, ecc.). Invocare la mancanza di coraggio per giustificare la mancanza di libertà è una tautologia, non sono libero perché non ho coraggio, non ho coraggio perché non sono libero. Ogni giorno che muore un uomo privo di libertà perché privo di coraggio è un bel giorno, il resto è retorica umanitaria.

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