IL COMMERCIO
E' nato nei paesi semiti e prima del cristianesimo, ma quest'ultimo l'ha diffuso col suo dare e ricevere da altri (cultura del dono), in quanto esso stesso semita: arabi, ebrei, cristiani: tutti commercianti. Ha corrotto gli animi con il consumismo. Necessita di una moneta unica, di una lingua unica, di misure e tecniche uniche, di un territorio unico, di un popolo unico, è il trionfo dell'unico, dell'omologazione universale, e genera la dipendenza universale: ha per principio "il desiderare la roba d'altri" fino ad annullare la differenza tra sé e gli altri, ritornando alla radice cristiana, per cui l'altro non si distingue da se stesso, e questa alienazione e spersonalizzazione generale viene chiamata "bontà" e la si fa passare per un "dovere morale", mentre è solo una "vergogna". I buoni sono i più corrotti, i più venduti al benessere, vendono l'anima, rispetto a loro la prostituta, che vende il corpo, è una santa, perché soddisfa un istinto, non un vizio. Desiderare una donna (o un uomo) è naturale, desiderare un telefonino, un computer, una vacanza ai caraibi no. La dignità sta nel ritornare solo se stessi
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