LEOPARDI: VITA, QUALITA' E QUANTITA'
Leopardi preferisce la “qualità” della vita alla “quantità”: “a me par molto preferibile il consumare..in quaranta anni una data quantità di vita che il consumarla in ottanta..Da preferirsi è la <vita> meno infelice, e la meno infelice è la più viva..dico che sebbene la vita degli antichi era..più breve che quella dei moderni..nondimeno perché molto più intensa, ella è da preferirsi, contenendo nella sua minore durata maggior somma di vitalità” (G. Leopardi - “Zibaldone” 4063-64). La conferma è negli ultimi versi leopardiani: “Ma la vita mortal, poi che la bella/ giovinezza sparì, non si colora/ d’altra luce giammai, né d’altra aurora./ Vedova è insino al fine; ad alla notte/ che l’altre etadi oscura,/ segno poser gli Dei la sepoltura” (G. Leopardi - “Canti”-“Il tramonto della luna” v. 63-68).
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