IL MONDO ALLA ROVESCIA: DAL CRISTIANESIMO AL TRANSESSUALE
Dio è stato concepito dalla tradizione cristiana come creatore del mondo, secondo il modello delle idee platoniche, tanto è vero che Sant’Agostino, che la Chiesa ritiene la Bibbia del cristianesimo da affiancare alla Bibbia vera e propria, scrive proprio che Dio pensò nel suo intelletto dapprima il modello, cioè le idee, di tutte le cose, che svolgevano il ruolo di ragione (quindi pensiero di Dio, o idee quale intelletto divino, e ragione coincidono, chi rifiuta la ragione, come Leopardi, non può che negare l’intelletto divino quale creatore), nell’intelletto di Dio, cioè come soggettività di Dio, o come oggettività metafisica del mondo delle idee di Platone, in ogni caso sia Dio che le idee platoniche pre-esistevano al mondo: “La vera e..genuina filosofia non ha altra funzione che di insegnare che esiste un principio imprincipiato di tutte le cose, l’immensità dell’intelletto che è in lui..che è un solo Dio onnipotente” (A. Agostino (Sant’Agostino) - “L’ordine” 5, 16). Il “mondo delle idee” di Platone, da oggettive, si direbbe esteriori se non fossero metafisiche (mentre l’esteriore propriamente detto è solo e sempre il mondo fisico sensibile), trovandosi sopra il Demiurgo che le usa per creare il mondo, diventano interiori nell’onnipotenza creatrice di Dio, sono l’intelletto divino. Tale intelletto divino, per Sant’Agostino, crea il mondo con la soggettività di Dio, che fa delle idee generali la ragione delle cose, così che il pensato interiore viene anteposto al mondo fisico come creatore e creato: “Dunque ogni cosa è stata creata secondo una propria ragione o Idea. E queste ragioni o Idee dove si deve pensare che siano se non nella mente di Dio?..queste fondamentali ragioni delle cose sono quelle che Platone chiamava Idee” (A. Agostino (Sant’Agostino) - "Questioni diverse" - “Questione sulle idee” 46, 2). Con ciò veniva completato quello spostamento dal mondo naturale ed esteriore, che è il mondo vivente di Leopardi e Nietzsche, alla metafisica soggettiva e interiore, che, iniziata con Socrate e Platone, trovava il compimento nella soggettività dell’intelletto di Dio. Si completava l’assurdità del creazionismo secondo la ragione. Questo soggettivismo creazionista è diventato una malattia a partire da Lutero e Calvino, poi divenne assolutizzazione della soggettività umana con lo spostamento del soggettivismo interiore dalla mente di Dio alla presunta essenza razionale della natura, dando luogo alla Rivoluzione scientifica e alla Rivoluzione borghese e socialista. Con il Novecento questo creazionismo soggettivo e interiore ha coinvolto l’arte con le Avanguardie e a fine Novecento ha creato tutta una serie di movimenti sessuali e politici, dalla teoria gay fino a quella transgender, dall’idealismo politico della sinistra fino al rifiuto della sinistra da parte della sinistra, sempre con uno spostamento interiore della soggettività che immaginava inesistenti soluzioni politiche “ideali”. Il soggettivismo interiore e metafisico è diventato una malattia fino al punto che il transessuale giudica “sbagliato” il suo corpo (essere) perché non corrisponde alla sua idea metafisica che ha di se stesso (dover essere). Leopardi e Nietzsche detestavano, a ragione, questo mondo interiore e metafisico. Lo scarto che c’è tra la perfezione di Dio o le idee e la presunta imperfezione delle cose mondane è esattamente il disprezzo razzista e gerarchico (potere) che l’ideale metafisico-ascetico prova verso tutto ciò che è terreno, corporeo e visibile. Tanto il mondo delle idee di Platone, antecedente alla realtà terrena, quanto il mondo delle idee di Sant’Agostino preesistenti al mondo come pensiero di Dio, indicano una perfezione astratta che è la forma a cui il nichilismo accede di volta in volta, nichilismo che trasforma le diversità individuali in “difetti” e considera perfetta l’idea che è la “forma” che viene fuori direttamente dal nulla metafisico-ascetico. Questa idea diventa il modello con cui giudicare mentalmente l’intero mondo terreno, diventa il suo ordine razionale, per cui la ragione non è altro che il modello metafisico-ascetico che assume “forma”, una forma non terrena, ma posta al di sopra del mondo terreno, che lo giudica e lo condanna con il criterio della perfezione o utilità, che è una vera astrazione metafisica.
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