CRISTIANESIMO, NICHILISMO, EGUALITARISMO
Già il mondo delle idee di Platone era l’alienazione di quella interiorità razionale che aveva contraddistinto Socrate. Sant’Agostino trasforma l’alienazione oggettiva di Platone nell’alienazione soggettiva e interiore dell’intelletto divino, aprendo una strada ancora più perversa di quella platonica e contro natura che, ormai, ha quasi duemila anni. Quando, poi, l’uomo perse la fede in Dio, assunse su di sé, dapprima in modo antropologico e successivamente, soprattutto nel Novecento, in modo psicologico, il mondo delle idee alienato nella soggettività di Dio. In questo modo il mondo delle idee o interiorità divenne il luogo della “creazione” e della verità, anziché della menzogna, ciò sia in senso antropologico, il che ha portato alla devastazione del mondo naturale mediante la tecnologia e l’industrializzazione, sia in senso psicologico, il che ha portato, dapprima all’arte di Avanguardia, successivamente all’idea che l’uomo è ciò che si fa, quindi all’Esistenzialismo, fino al transessuale che rifiuta di essere quello che è per avere la pretesa di diventare quello che l’“idea” pensa di sé e quindi pretende di essere. In questo movimento psicologico è sufficiente che una mente dissociata dal corpo e dalla realtà naturale, come era la mente di Socrate e Platone e poi del cristiano, produca uno spostamento dalle forme naturali e culturali (sebbene le prime siano spontanee e le seconde artificiali, ma il nichilismo dell’interiorità non riconosce questa differenza basilare) e affermi lo psichico come verità, negando, come nell’ascetismo, la realtà: “nell’odio istintivo contro ogni realtà abbiamo riconosciuto l’elemento propulsivo..che è alla radice del cristianesimo” (F. Nietzsche - “L’anticristo” 39). Questo nichilismo, momentaneamente quieto dentro una forma, naturale o simbolica (artificiale), dopo un po’ di tempo scatena di nuovo la sua soggettività interiore astratta, cioè il suo essenziale essere un “nulla”, e si scaglia contro la forma naturale o simbolica che fino ad allora l’aveva contenuto: il cristiano si scaglia contro la Chiesa invocando una maggiore spiritualità, cioè maggiore ascetismo e purezza che ponga fuori dalle necessarie contaminazioni del mondo terreno, il progressista si scaglia contro le strutture razionali esistenti per pretendere strutture ulteriori o alternative, l’omosessuale si scaglia contro il suo corpo e pretende di essere altro rispetto a quello che è fisicamente, in politica la sinistra si scaglia contro la sinistra, l’arte di Avanguardia allontana sempre di più l’arte dalla dimensione naturale e vivente, prima si sposta nel Futurismo e nel Cubismo, poi si scaglia contro le accademie futuriste e cubiste e riduce l’arte ad un nichilismo interiore, a mera intenzionalità astratta, per cui anche un bicchiere d’uso comune può essere dichiarato arte, per cui arte è tutto e nulla: “Così nacque DADA..Basta con le accademie cubiste e futuriste, laboratori di idee formali..Tutto ciò che si vede è falso” (T. Tzara - “Manifesto del Dadaismo” su “Dada” n. 3 del 1918). In questo scivolare verso il nichilismo del tutto-nulla, la natura viene sempre discriminata per prima, ma poi anche ogni forma di positività, anche astratta. Mano mano che si procede verso il nulla, l’interiorità si separa sempre di più dal corpo, nega perfino di essere un corpo, e, ovviamente, nel nulla, che sia un tutto matematico o che sia coerente nichilismo, tutte la vacche sono nere: si afferma un folle e indiscriminato principio egualitario, che assegna tutti i diritti a tutti: ai morti di vivere, ai vivi di non morire, ai maschi di essere femmine e viceversa, ai maschi di partorire, alle femmine di avere la forza maschile, fino alle funzioni sociali che, essendo astratte, ignorano nell’uguale le differenze di corpo, di simpatie, di culture ecc.: il nichilismo interiore diventa il principio sociale velenoso egualitario, non nega solo, come è giusto, le gerarchie, ma pretende uguaglianza creandola artificialmente, cioè facendo ingiustizia, visto che agevola chi non potrebbe averla per doti sue naturali: “Il veleno della dottrina dei ‘diritti uguali per tutti’ - è stato diffuso dal cristianesimo nel modo più sistematico” (F. Nietzsche - “L’anticristo” 43). Si riproduce, ovunque, l’arroganza divina di “creare” il mondo naturale, sia questo quello che circonda l’individuo o il corpo stesso dell’individuo. Come frutto dell’interiorità intellettuale “creativa”, solo l’artificiale viene considerato reale.