LEOPARDI CONTRO LA CONOSCENZA
Leopardi pensa che ogni tipo di
“conoscenza”, per il fatto che il saputo si applica in ogni caso, genera un
livellamento tra le cose e le persone che non corrisponde alla realtà, ne
consegue che ritiene la conoscenza qualcosa di non vero, dato che il vero si
vede, ma non si possiede nella conoscenza, per cui la conoscenza è una falsificazione:
“Oltracciò, la ragione e la scienza
tendono evidentemente ad agguagliare il mondo sotto ogni rispetto, ed estinguere
o scemare la varietà, perché non c’è cosa più uniforme della ragione né più
varia della natura; e così la scienza promuove sommamente l’indifferenza,
perché toglie o scema le differenze reali, e quindi i motivi di determinazione”
(G. Leopardi - “Zibaldone” 382).
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