LA VIOLENZA DEGLI ISLAMICI “MODERATI” IN EUROPA
In
Francia, a Tolosa, degli islamici hanno aggredito due donne che camminavano con
dei jeans corti (short), hanno poi malmenato alcuni francesi che hanno provato
a difendere le due donne. Alcuni di questi islamici sono poi stati arrestati
dalla polizia. Questi episodi di violenza dimostrano, inequivocabilmente, che
gli islamici vogliono imporre in Europa i loro costumi retrivi e che non si
integrano affatto. L’integrazione non può essere l’adozione dei costumi
islamici da parte degli europei o un compromesso con tali costumi. La cosa
scandalosa è che il servizio del TG2 (Rai) che parlava di questi fatti ha detto
trattarsi di “islamici integralisti”. Sappiamo che alla Rai non si lavora più
se non si possiede la tessera del Partito democratico (renziano), per cui l’ipocrisia
di far passare degli islamici “moderati” per degli “integralisti” non
meraviglia affatto. L’unico islamico moderato è quello che smette di essere
praticante islamico (altrimenti si legga “Il corano” per vedere che importiamo
cultura “retriva”). Gli islamici “integralisti”, specie se devono preparare un
attentato, non si mettono ad aggredire delle donne che passeggiano vestite all’europea.
E’ chiaro, quindi, che gli aggressori islamici di Tolosa sono quelli che gli
ipocriti chiamano “islamici moderati”. L’altra cosa scandalosa del servizio è
la predica vetero-femminista della giornalista che, in modo completamente
deviante, esattamente come fa il Partito democratico, ha trasformato il
problema dello scontro tra culture in un problema del “corpo delle donne”. In
questo modo il problema è diventato quello per cui le donne si vestono come gli
pare. Il che è una cosa ovvia, ma solo per la cultura europea. Il tutto
appariva nel servizio, quasi, come una posizione neutrale tra il modo in cui si
vestono le europee e il modo in cui si vestono le islamiche. Se si fa diventare
uno scontro culturale un semplice problema della donna circa il vestirsi come gli
pare, è chiaro che, alla fine, queste giornaliste del Partito democratico
finiscano per assumere una posizione di “indifferenza” tra i costumi europei e
quelli islamici. Facendo finta di ignorare: 1) che le donne islamiche si
vestono in certi modi perché seguono precetti religiosi, 2) che proprio le
donne europee hanno conquistato il diritto di vestirsi come gli pare, 3) che le
donne europee sono state aggredite, in Europa, dagli islamici che contestavano
proprio il diritto di vestirsi come gli pare (per cui una donna che mostra le
sue bellezze è a priori una mignotta), 4) che il problema non è
semplicisticamente quello di stabilire che le donne possono vestirsi come gli
pare (cosa accettata e ovvia in Europa, ma non nell’Islam), ma è un problema di
cultura ben più profondo, giacché essere neutrali tra i costumi europei e la
copertura del corpo islamica significa ignorare tutte le conquiste laiche degli
ultimi 60-70 anni (dagli anni Sessanta in poi), cioè la liberazione del corpo
dai tabù religiosi, la liberazione della bellezza, la liberazione della
sessualità, cose che l’Islam non riconosce alla pari del vetero-cristianesimo
(che sopravvive nella forma fobica della donna “oggetto sessuale” delle
vetero-femministe, quasi che la donna dovesse smaterializzarsi per non essere
oggetto sessuale): “dì alle credenti che
abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne e non mostrino troppo le
parti belle” (“Il Corano” - XXIV - Sura della
luce 31). Non possiamo fa ritornare, assieme all’Islam, l’odio verso la
vita terrena, corporea e naturale. Qui è in discussione la cultura laica dell’ultimo
mezzo secolo e coloro che fanno gli “accoglienti” a tutti i costi sembra che
non se ne rendano conto.
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