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lunedì 5 settembre 2016

LA SINDROME DI GESU’ CRISTO


Se la scienza non avesse la stessa razionale indifferenza della “sindrome di Gesù Cristo”, avrebbe già riconosciuto scientificamente la “sindrome di Gesù Cristo”. La “sindrome di Gesù Cristo”, infatti, non è altro che la sublimazione dell’indifferenza e del potere politico della comunità. E’ il disconoscimento della differenza e dell’individualità, quindi dei sentimenti “personali” relegati al rango di “egoismo” a paragone dell’interesse del potere politico e dell’indeterminazione tipica dell’indifferenza. In realtà è il disconoscimento dei sentimenti stessi, perché i veri sentimenti sono sempre sentimenti personali. Se l’indifferenza si estende dalla famiglia alla propria regione o alla propria nazione, si ha il disconoscimento dei sentimenti personali e familiari a favore della propria regione o nazione e il potere politico a cui sacrificarsi assume l’aspetto dello Stato nazione. Se, invece, l’indifferenza si estende a tutta l’umanità, come hanno preteso di fare il cristianesimo, l’islamismo, l’illuminismo, il comunismo, il disconoscimento dei sentimenti coinvolge anche il disconoscimento dei sentimenti legati alla nazione. Insomma la “sindrome di Gesù Cristo”, costruita sull’indifferenza e sulla sottomissione al potere politico della comunità, ha vari livelli possibili di estensione. Se l’estensione è massima, l’indifferenza e la sottomissione ad un ipotetico potere politico dell’Umanità (divenuta a sua volta religione, come capita in molti laici) spinge a definire come “egoismo”, “razzismo”, “xenofobia” tutti i sentimenti personali o maggiormente ristretti rispetto all’indifferenza somma sublimata, cioè quella umanitaria. La terminologia che spinge ad usare etichette come “egoista”, “razzista” (termine, quest’ultimo, che una volta indicava solo l’inaccettabile pretesa di superiorità di una razza, mentre oggi etichetta negativamente chiunque sia legato a preferenze personali e non segue i principi umanitari, fosse anche il padre di famiglia che aiuta il figlio e ignora le catastrofi mondiali), “xenofobo” indicano, nella quasi totalità dei casi (almeno oggi come oggi), una persona afflitta dalla “sindrome di Gesù Cristo”, fosse anche una persona che si dichiara atea. Diceva Gesù: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra..sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera..Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; e chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me..Chi tiene conto della sua vita, la perderà, e chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la ritroverà..chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato” (Vangelo secondo Matteo - 10, 34-40). E’ l’invito a “sacrificare” la propria persona e i sentimenti personali in nome dell’indifferenza sublimata in Dio, in nome del potere politico della comunità, oggi tendenzialmente estesa a tutta l’umanità. Chi non privilegia l’amante all’estraneo, il familiare al connazionale, il connazionale allo straniero, perfino il suo gatto all’essere umano in generale, non ha sentimenti personali, cioè non ha affatto sentimenti, vive di “indifferenza sublimata”, soffre della “sindrome di Gesù Cristo”. La “sindrome di Gesù Cristo” è l’arroganza del potere politico: la verità del piagnucolante Gesù è l’arroganza di Maometto.

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