LA SINDROME DI GESU’
CRISTO
Se
la scienza non avesse la stessa razionale indifferenza della “sindrome di Gesù
Cristo”, avrebbe già riconosciuto scientificamente la “sindrome di Gesù
Cristo”. La “sindrome di Gesù Cristo”, infatti, non è altro che la sublimazione
dell’indifferenza e del potere politico della comunità. E’ il disconoscimento
della differenza e dell’individualità, quindi dei sentimenti “personali”
relegati al rango di “egoismo” a paragone dell’interesse del potere politico e
dell’indeterminazione tipica dell’indifferenza. In realtà è il disconoscimento
dei sentimenti stessi, perché i veri sentimenti sono sempre sentimenti
personali. Se l’indifferenza si estende dalla famiglia alla propria regione o
alla propria nazione, si ha il disconoscimento dei sentimenti personali e
familiari a favore della propria regione o nazione e il potere politico a cui
sacrificarsi assume l’aspetto dello Stato nazione. Se, invece, l’indifferenza
si estende a tutta l’umanità, come hanno preteso di fare il cristianesimo, l’islamismo,
l’illuminismo, il comunismo, il disconoscimento dei sentimenti coinvolge anche
il disconoscimento dei sentimenti legati alla nazione. Insomma la “sindrome di
Gesù Cristo”, costruita sull’indifferenza e sulla sottomissione al potere
politico della comunità, ha vari livelli possibili di estensione. Se
l’estensione è massima, l’indifferenza e la sottomissione ad un ipotetico
potere politico dell’Umanità (divenuta a sua volta religione, come capita in
molti laici) spinge a definire come “egoismo”, “razzismo”, “xenofobia” tutti i
sentimenti personali o maggiormente ristretti rispetto all’indifferenza somma
sublimata, cioè quella umanitaria. La terminologia che spinge ad usare
etichette come “egoista”, “razzista” (termine, quest’ultimo, che una volta
indicava solo l’inaccettabile pretesa di superiorità di una razza, mentre oggi
etichetta negativamente chiunque sia legato a preferenze personali e non segue
i principi umanitari, fosse anche il padre di famiglia che aiuta il figlio e
ignora le catastrofi mondiali), “xenofobo” indicano, nella quasi totalità dei
casi (almeno oggi come oggi), una persona afflitta dalla “sindrome di Gesù
Cristo”, fosse anche una persona che si dichiara atea. Diceva Gesù: “Non crediate che io sia venuto a portare
pace sulla terra..sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla
madre, la nuora dalla suocera..Chi ama il padre o la madre più di me non è
degno di me; e chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me..Chi
tiene conto della sua vita, la perderà, e chi avrà perduto la sua vita per amor
mio, la ritroverà..chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato” (Vangelo secondo Matteo - 10, 34-40).
E’ l’invito a “sacrificare” la propria persona e i sentimenti personali in nome
dell’indifferenza sublimata in Dio, in nome del potere politico della comunità,
oggi tendenzialmente estesa a tutta l’umanità. Chi non privilegia l’amante
all’estraneo, il familiare al connazionale, il connazionale allo straniero,
perfino il suo gatto all’essere umano in generale, non ha sentimenti personali,
cioè non ha affatto sentimenti, vive di “indifferenza sublimata”, soffre della
“sindrome di Gesù Cristo”. La “sindrome di Gesù Cristo” è l’arroganza del
potere politico: la verità del piagnucolante Gesù è l’arroganza di Maometto.
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