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martedì 17 maggio 2016

LA FOLLIA E L’ARROGANZA DELLA TECNOLOGIA


Treni e metropolitane che camminano da sole, automobili che parcheggiano o camminano da sole. Robot sempre più sofisticati. DNA scambiato per verità di Dio. Cos’altro deve fare l’uomo per essere dichiarato folle? Fa veramente paura questo estendere continuamente la dipendenza dalla tecnologia, come se i computer, i metodi, i congegni fossero infallibili e non possano smettere di funzionare oppure non possano diventare pericolosi e falsi, in base alle circostanze, proprio là dove risultano funzionare meglio. La nostra vita sempre di più affidata a un automatismo elettronico o meccanico prestabilito non è follia? D’altro canto chiunque conosca solo un po’ la storia sa benissimo che la mentalità tecnologica non è altro che lo sviluppo della mentalità schiavistica, anzi è mentalità schiavistica essa stessa. La tecnologia ha sostituito lo schiavo, il cavallo, il servo, l’operaio in fabbrica. La mentalità tecnologica è tale che, non appena gli strumenti tecnologici venissero a mancare (per difetto di materia, di energia o di capacità di costruzione), essa si riconvertirebbe, con maggiore o minore rapidità a seconda delle resistenze, ma infallibilmente, nuovamente in mentalità apertamente schiavistica. Così come con lo schiavo, con il cavallo, con il servo, con l’operaio l’arrogante sostituiva se stesso nelle cose che giudicava faticose nella vita, allo stesso modo la tecnologia sostituisce perfino ogni uomo. E’ faticoso guidare treni, metropolitane, automobili? Ecco che la tecnologia sostituisce sempre di più l’uomo stesso. Fino al punto che la responsabilità di quello che accade diventa di un computer di bordo. Se un uomo viene travolto da un’automobile perché il computer di bordo provoca fenomeni incontrollabili, soprattutto se il guidatore ha delegato al mezzo meccanico ed elettronico tutte le sue funzioni guida, quella vita è un vero “sacrificio umano” preteso dal culto fanatico della tecnologia. Le vittime che ogni giorno muoiono per colpa dei mezzi tecnologici creati dall’uomo sono tutte vittime di “sacrifici umani”. E’ falso sostenere che l’uomo moderno non pratichi “sacrifici umani”, li pratica mediante il culto della tecnologia. Quando la capacità tecnica dell’uomo era estremamente ridotta, la sua irresponsabilità era ridotta a quel minimo che lo strumento consentiva (l’irresponsabilità di un uomo che usa solo una ciotola e un coltello praticamente non esiste, tanto è evidente la sua volontà di far male nel caso in cui li usi come corpi per offendere), oggi l’irresponsabilità dilaga, dilaga assieme al dilagare della tecnologia e dell’artificio. Perfino l’accusa in tribunale è affidata all’irresponsabilità, la decreta un procedimento meccanico, quello del DNA, che ignora tutte le possibili varianti di circostanze in cui si trovano gli elementi tecnici con cui giudica. Quando un giudice condanna sulla base della scienza e della tecnologia non avverte più la responsabilità del suo gesto, condanna con disumanità. Io preferisco l’errore umano a quello tecnologico e l’assunzione relativa di responsabilità personale.

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