LA
BARBARIE DI RITORNO
La democrazia occidentale è in pericolo,
non solo per colpa dei terroristi islamici o dei migranti islamici che invadono
l’Europa, ma perché la cultura islamica sta invadendo l’Europa. E’ in atto, non
solo una guerra di religione in quanto tale, ma una guerra di civiltà (è
ipocrita il papa quando dice che non c’è una guerra di religione, perché
l’Islam ha nel libro sacro stesso l’idea di guerra di religione e non vederlo
significa che il cristianesimo è una droga mentale che impedisce di riconoscere
un nemico che si dichiara tale). Tale guerra non deve ancora avvenire, già è in
atto. Ci sono europei e italiani che si convertono all’Islam, cioè alla
barbarie di ritorno. Coloro che con faciloneria parlano di accoglienza sono i
principali responsabili di questa “barbarie di ritorno” perché ne favoriscono
la diffusione. Facciamo alcuni casi e alcune riflessioni in proposito.
1)
La democrazia consiste nel superamento della teocrazia, nello stabilire dei
diritti individuali di libertà per ogni persona, nello stabilire che la
sovranità spetta al popolo. L’Islam nega tutto questo, perché identifica la
sovranità con la legge coranica e religiosa, è per tendenza teocratico o
dittatoriale, non riconosce i diritti individuali di libertà.
2)
Assistendo alla trasmissione “Dalla vostra parte” del 28/7/2016 (Rete 4) si è
potuto ascoltare che un deputato del Partito democratico (Stefano Esposito) sostiene
che l’accoglienza è obbligatoria, il che è già una negazione dei diritti
individuali nello stabilire rapporti umani. Sarebbe come dire che la carità è
obbligatoria o che è obbligatorio amare tutti gli uomini. Insomma sarebbe
obbligatorio essere come i preti (quindi ipocriti come essi). E’ la dittatura
dell’antropologico astratto. La superficialità di cattolici e sinistra
sull’accoglienza, fatta per schemi o cristiani o filantropici o per schemi
borghesi (il migrante favorisce gli affari delle cooperative sociali, del
caporalato, degli imprenditori, a questi ultimi i migranti offrono lavoratori che
somiglieranno sempre di più a degli schiavi, il che fa tutt’uno con
l’eliminazione degli statuti dei lavoratori), sottovaluta fino
all’irresponsabilità il fatto che la cultura islamica è una cultura forte e
quindi è lei che tende a fagocitare i valori dell’Occidente in crisi.
3)
Sempre nella trasmissione “Dalla vostra parte” il giornalista Filippo Facci
afferma, giustamente, che i valori dell’Occidente e quelli dell’Islam sono
incompatibili, porta come esempi il fatto delle spose minorenni, della
poligamia, della lotta agli infedeli, della teocrazia e della mancanza di senso
democratico. Afferma anche, a ragion veduta, che un islamico si “integra” in
Occidente nella misura in cui smette di essere mussulmano e si laicizza. La
risposta dell’Imam Sharif Lorenzini è che tale giornalista è razzista e va rieducato.
Quindi, se uno vede incompatibilità tra due modelli di civiltà, è razzista? Se
uno fa un ragionamento, invece di rispondere al ragionamento, si risponde con
un’accusa? Quando gli anti-razzisti, anziché fornire un ragionamento come
risposta, come risposta forniscono un’accusa, quella di razzismo, significa che
non hanno argomenti con cui ragionare e rispondono aggredendo. E un italiano
che non crede alla compatibilità di Occidente e Islam dovrebbe essere
“rieducato” dagli islamici presenti in Italia? Fino a quando verranno permesse
queste cose in Europa la barbarie di ritorno avanzerà.
4)
Si fa la distinzione tra islamico “moderato”, che si dovrebbe integrare, e
islamico “integralista”, che non può integrarsi. Le parole, qui, tradiscono una
verità che i perbenisti dell’accoglienza fanno finta di non vedere, cioè che chi
segue l’Islam “integralmente” (per questo detto “integralista”) è esattamente
colui che fa la guerra di civiltà contro l’Occidente. L’islamico “moderato”,
quindi, è moderato solo perché non segue “integralmente” l’Islam. Ma non si può
presentare come vero volto dell’Islam quello di chi segue l’Islam solo in
parte. Che razza di ipocrisia è questa? Quando poi non si sa bene in che misura
l’Islam verrà seguito. Se avviene una “radicalizzazione”, ciò vuol dire si
abbraccia l’Islam più “radicalmente”. Da dove è nata la bugia per cui l’islamico
moderato rappresenta il vero Islam? Dall’interesse pratico dei migranti,
dall’interesse affaristico di coloro che fanno accoglienza? Cioè dall’ipocrisia
di chi non ragiona? Un religione che afferma quanto segue è strutturalmente
incompatibile con la civiltà occidentale, sia che la pratichi un
“integralista”, sia che la pratichi un “moderato”. Dice “Il Corano”: “Volete forse guidare alla Via <la
rivelazione coranica> chi Allah ha
traviato? Per chi Allah ha traviato non troverai strada alcuna <coloro
che hanno traviato Allah sarebbero i ‘miscredenti’, gli ‘infedeli’, prima di
tutto i pagani e gli atei, poi anche gli ebrei e i cristiani>. Essi vorrebbero che voi rifiutaste la Fede
<Il Corano> come loro l’hanno
rifiutata e che diveniste uguali <un mussulmano, quindi, rifiuta di diventare
‘uguale’ a un ateo, a un cristiano ecc. Di quale ‘integrazione’ si parla?>. Ma non prendetevi patroni fra di loro..e
se poi volgon le spalle, prendeteli e uccideteli dove li trovate” (“Il Corano” - Sura delle donne” IV -
vv.88-89). Il Corano predica odio in continuazione, un islamico può
essere moderato solo nella misura in cui smette di essere islamico. Possibile
non si capisca che l’unico islamico coerente è quello “integralista”? E’ per
ignoranza del Corano che non lo si capisce?
5)
Tuttavia, il pericolo riguardante il ritorno della barbarie non si trova solo
nei terroristi e nei migranti islamici, ma anche negli europei e italiani che
si convertono all’Islam. Si tratta di gente ignorante, piena di problemi, non
capace di svolgere un serio esame critico. Meraviglia anche che il 55% di tali
convertiti stia tra le donne. Sono donne piene di insicurezza? Che non vogliono
confrontarsi con il mondo esterno e si ritengono più al sicuro se sono
mantenute e protette dagli uomini? Come capita nella cultura islamica? Queste
donne negano che il velo sia segno di sottomissione, mentre è vero il
contrario: è scritto nel Nuovo Testamento e si sa che Il Corano riprende sia
l’Antico che il Nuovo Testamento. Soprattutto fanno finta di ignorare quanto è
scritto ne “Il Corano”: “Gli uomini sono
preposti alle donne, perché Allah ha prescelto alcuni esseri sugli altri e
perché essi donano dei loro beni per mantenerle..quanto a quelle di cui temete
atti di disobbedienza, ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti, poi battetele”
(“Il Corano” - Sura delle donne IV - v.
34). Qui c’è una vera autorizzazione a picchiare le donne. Ora questo
convertirsi a “Il Corano”, soprattutto per le donne, trova le sue radici in un
retroterra culturale cristiano e cattolico che si congiunge con un certo
vetero-femminismo immaginato sul modello della “suora”. Tra le suore un certo
femminismo c’è sempre stato. Il cristianesimo spinge a vedere la propria
identità solo a livello spirituale, eliminando il corpo. Il corpo, come si sa,
nel cristianesimo (e anche nell’Islam) è il luogo dove domina il Diavolo, Per
la femminista il diavolo è l’uomo, inteso come maschio, per cui il corpo in
vista diventa una concessione al diavolo, cioè al maschio. Queste donne che si
convertono all’Islam si portano dietro il delirio femminista della “donna
oggetto”. Per cui coprirsi con abiti lungi e veli diventa un negare il proprio
corpo ai maschi in generale. E’ evidente che si tratta di una cultura
spirituale anti-estetica, che cancella la presenza corporea della persona. Ma è
anche quella stupida idea, che attraversa il mondo cattolico e della sinistra,
per la quale la donna, nella sensualità, sia soltanto “oggetto” e non “soggetto
attivo”. Le donne si negano fisicamente e perciò negano la loro corporeità,
come se un corpo nudo fosse a priori proprietà di chi lo vede. Che poi è
esattamente quello che pensano i maschi islamici, quando aggrediscono per
motivi sessuali le donne europee. Solo un ipocrita può dire che la civiltà
islamica è compatibile con quella europea. L’integrazione è possibile solo
nella misura in cui gli islamici smettono di essere islamici. Ma qui si sta
prendendo la strada contraria, cioè quella della barbarie di ritorno e l’integrazione
rischia di avvenire con l’islamizzazione dell’Occidente.
6)
La diffusione dell’Islam è dovuta alla crisi di valori dell’Occidente. Dove per
valori non si intende il cristianesimo, perché la diffusione dell’Islam in
Europa non è altro che il riemergere della barbarie cristiana medievale. Questo
retroterra cristiano-medievale, mai del tutto sconfitto, riemerge con la
conversione all’Islam, perché l’Islam, a causa della sua combattività e delle
sue certezze, appare come un sicuro rifugio per gli spiritualisti frustrati e gli
insicuri che si aggirano in una società occidentale certamente, per molti
aspetti, marcia. Una società, come quella occidentale, che ha fatto del fare
soldi, delle borse, della speculazione, dell’economia, della tecnica, della
scienza un fine e non un mezzo, è chiaro che soffre di una crisi di valori
senza precedenti. Una cultura fanatica, ma proprio per questo forte, come
l’Islam non può non ottenere successo in queste condizioni. E’ così che la
barbarie ritorna. Una società dove contano solo i numeri, la produzione,
l’interesse, gli affari, che non riconosce più il valore dei sentimenti
personali e locali, che subordina la dignità della persona ai meccanismi, che esalta
la scienza e la tecnica, che sono asettiche e anaffettive, è chiaro che genera un
senso mostruoso di solitudine, dalla quale si tenta di uscire reinventando quel
mondo spirituale e quelle certezze (Allah e le sue ricompense) che abbiamo conosciuto
come barbarie anti-mondana medievale e che oggi è diventata islamizzazione. Per
combattere la barbarie dell’islamizzazione dobbiamo ritrovare quei valori romantici,
legati ai sentimenti, alla bellezza, alla libertà individuale, al coraggio, che
l’illuminismo affaristico della borghesia ha distrutto dando importanza solo al
conto in banca e al guadagno più alto.