SESSO, SENTIMENTO E GLOBALIZZAZIONE (un passo del mio libro) - Proprio il sentimento è maggiormente minacciato dalla globalizzazione del mercato che separa gli innamorati, dato che li subordina agli interessi della produzione sociale mondiale e dato che propone mille attività che distraggono dal sentimento stesso. Il sesso si adatta meglio agli interessi economici mondiali, per cui la rivoluzione sessuale si può anche intendere come un contentino che la società borghese ha offerto all’individuo reso schiavo dei mercati e dei cicli produttivi. Con il sesso ci si stacca più facilmente dal proprio amante. Viene anche da pensare che la rivoluzione sessuale sia stata favorita, per un certo periodo, dalla stessa globalizzazione economica, perché rende più facile il distacco da persone e territori e favorisce, quindi, quello “sradicamento”, sia degli imprenditori che dei migranti-lavoratori, che è necessario per poter seguire con successo la globalizzazione economica. Il sesso è potenzialmente più borghese del sentimento personale, quest’ultimo ostacola troppo l’indifferenziato personale che la riduzione a “funzione” della società globale pretende. Tuttavia, allorché la società globale entra in crisi, neppure quel contentino che è il sesso viene concesso (di qui il riflusso contro la rivoluzione sessuale), perché la globalizzazione si concentra sull’idea di unità e ordine, rispetto alla quale la passione sessuale è sempre pericolosa, più o meno come può esserlo la droga, l’alcool, il gioco, che, non a caso, vengono sempre più demonizzati, quanto più la globalizzazione trova la sua dimensione di ordine sociale obbligatorio.